Il WWF ed altre associazioni animaliste scendono in piazza: “L’uccisione di Amarena è anche frutto del clima politico, che tende a indicare nella biodiversità un nemico”

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La morte dell’orsa Amarena e il destino dei suoi cuccioli non hanno lasciato indifferenti gli animalisti italiani: in duemila hanno risposto all’appello del WWF Italia e di molte altre associazioni e si sono mobilitati con una marcia pacifica lungo le strade del comune di Pescina, in provincia de L’Aquila, dove tante volte l’orsa Amarena si era fatta vedere, come ha sottolineato Alessandra Prampolini, direttrice generale WWF Italia, senza mai causare alcun danno a persone o cose.

A Pescina in piazza per i cuccioli dell’orsa Amarena

Tra le richieste dei manifestanti, un impegno straordinario per la tutela dei cuccioli dell’orsa Amarena e pene più severe per chi si macchia di questi crimini di natura.

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L’orso bruno marsicano è una specie a rischio e garantirne la conservazione deve essere una proprità nell’agenda politica del nostro paese, così come difendere la biodiversità italiana dai mille rischi e dalle aggressioni a cui è stata esposta da disinformazione, cattiva gestione e fake news. Esiste un Piano di Azioni per la Tutela dell’Orso Marsicano (PATOM), ma è rimasto su carta: non solo, l’uccisione di Amarena è una diretta conseguenza sia del clima politico, che tende a indicare nella biodiversità un nemico, disegnando un pericolosissimo bersaglio su specie protette fondamentali per il nostro capitale naturale, dall’altra dei limiti delle azioni di conservazione e controllo del territorio anche fuori dalle aree protette.

“Il drammatico atto di bracconaggio contro l’orsa Amarena è anche conseguenza di un’azione sistematica di disinformazione che riguarda la convivenza tra uomo e grandi carnivori e più in generale tra uomo e natura – dichiara da Pescina Luciano Di Tizio, Presidente del WWF Italia-. Oltre a chiedere pene più dure per chi si macchia di crimini contro la natura, è necessario individuare le responsabilità di chi, quotidianamente, in settori del mondo politico, venatorio e agricolo, alimenta sentimenti di paura, giustificando o addirittura istigando all’uso del fucile come unica soluzione. Questo sta accadendo ancora una volta in Trentino, dove il presidente Fugatti ha irresponsabilmente condannato a morte l’orsa già radiocollarata F36, firmando un decreto di abbattimento contro cui abbiamo presentato ricorso insieme alle altre associazioni. Oggi siamo a Pescina per ricordare Amarena, simbolo della nostra natura, ma anche per reagire e ribadire la necessità di tutelare il nostro straordinario patrimonio di biodiversità”.

“I cuccioli non sono autosufficienti, monitorati costantemente”

“Con l’uccisione di Amarena abbiamo perso una delle femmine più prolifiche della storia recente della popolazione di orso marsicano e dobbiamo fare il possibile per garantire almeno la sopravvivenza in natura dei suoi due cuccioli, sui quali oggi è molto elevata l’attenzione mediatica si legge nella nota del WWF- Del monitoraggio dei due cuccioli dell’orsa Amarena si sta occupando il personale del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e i Carabinieri Forestali. Le scelte gestionali in casi simili non sono semplici e la strategia può cambiare di giorno in giorno. I cuccioli d’orso di 7-8 mesi d’età non sono ancora completamente autosufficienti (mediamente restano con la madre un anno e mezzo circa), ma i comportamenti osservati negli ultimi giorni, il loro spostamento in aree più tranquille e il fatto che si stiano alimentando autonomamente fanno sperare in una loro possibilità di sopravvivenza in natura. Per questo condividiamo con il Parco la scelta di lasciarli liberi perché l’obiettivo deve essere di garantire loro un futuro in natura, ma è necessario un impegno eccezionale da parte di tutte le istituzioni per un monitoraggio attento e intensivo, intervenendo tempestivamente, se necessario. I due cuccioli di Amarena rappresentano infatti una delle speranze più concrete per la conservazione di questa popolazione unica nel prossimo futuro. Per raggiungere l’obiettivo è fondamentale il contributo genetico di ogni individuo: per questo garantire la sopravvivenza in natura di questi cuccioli sarebbe un successo che aumenterebbe anche le probabilità di salvezza per l’intera residua popolazione di orso marsicano”