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Nel cuore di Roma, tra le storiche trattorie che reinventano i sapori della tradizione e i nuovi giovanissimi chef che si stanno affacciando negli ultimi anni alla scena della ristorazione locale, il “Giubileo del Gusto” ha eletto e premiato dodici ristoratori capaci di dare nuova vita alla cucina capitolina. Dalla pinsa che si fa “papalina” fino alla trippa in chiave gourmet, le loro ricette raccontano una città in fermento, dove fede, arte e gusto si incontrano in un grande itinerario del sapore.

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Giubileo del Gusto a Roma: l’Itinerario dei Sapori, una mappa per scoprire la nuova Roma del gusto

Andiamo con ordine e partiamo dal principio. Alle Officine Farneto, durante la manifestazione Excellence Food Innovation, si è celebrata la nuova generazione della ristorazione romana grazie all’iniziativa di FIPE Confcommercio Roma.

I dodici vincitori del Giubileo del Gusto entrano così a far parte dell’“Itinerario dei Sapori”, una mappa gastronomica che accompagna turisti e romani in un percorso che attraversa i rioni capitolini, tra ricette e creatività. L’illustrazione della cartina, firmata dal brand Er Romano di Lavinia Scafi, restituisce un volto contemporaneo della Capitale: autentico, ironico e lontano dai cliché.

L’obiettivo, come ha spiegato il presidente di FIPE Roma Sergio Paolantoni, è “accendere i riflettori sulla nuova generazione della ristorazione romana, valorizzando il talento e la capacità di innovare nel rispetto della tradizione”.

L’evento, moderato da Andrea Paolantoni, ha visto confrontarsi giovani imprenditori nella tavola rotonda Roma, impresa under 45: sfide di oggi, visioni di domani, culminando con la premiazione e la presentazione ufficiale dell’Itinerario dei Sapori.

Dalla Pinsza alla Papalina alla Trippae Gaudium: le ricette vincitrici

Dodici creazioni, dodici modi di raccontare Roma. Si parte dalla Pinsza alla Papalina di Eddaje Pinsza Romana, farcita con crema di piselli, guanciale e salsa al tuorlo d’uovo; la Trippae Gaudium di Orietta e Rolando, un grilled cheese alla romana con trippa e pecorino; e la Cacio & Papa de La Gattabuia: tonnarelli cacio e pepe con fiori di zucca fritti.

Non mancano omaggi alla storia sacra, come la Pasta del Conclave di Criollo, reinterpretata in forma di gelato salato, o il Raviolo del Pellegrino di Arlù, con cacao e coda alla vaccinara. E ancora: la Marinara divina de Il Secchio e l’Olivaro (Marinara preparata con i classici ingredienti, passata di pomodoro, aglio, prezzemolo, peperoncino e, in aggiunta, la pasta di acciughe), i Bocconcini del Giubileo di Tartarughe Bar e Bottega (polpette di pollo macinato e condito con erbe aromatiche), i Fedeli di Tinello di Tinello Bistrot (cardoncelli fritti insaporiti con una miscela di sale e alloro in polvere e serviti con una maionese stagionale, in questa versione al basilico); e il dolce Benedetta Tentazione di Iolanda Vino e Cucina (Pan di spagna aromatizzato al lime con crema al cocco, passion fruit card e, sopra, pan di spagna caramellato).

E ancora, il Sacro Magnum di Caligola Osteria Sincera (Porchetta home made con patate, fiore di finocchietto selvatico panata e fritta, servita con maionese alla paprika dolce e tabasco); oppure Mare e Terra in Armonia di Concreto Cucina e Vino (Sashimi di ombrina, salsa alla cacciatora, terra di olive, maionese aioli, polvere di rosmarino). E poi il mix Capa_Santa, coppa di testa e capesante di Gabrini Osteria che gioca sul termine “capasanta” per creare un abbinamento unico.

Photo Credits: Annarita Canalella