Dieci anni fa Emilio Fede parlava di Roma in un’intervista rimasta celebre. Tra amore per la città e parole dure, ecco cosa raccontava.
Dieci anni fa, nel 2015, Emilio Fede rilasciava un’intervista ai microfoni di Radio Cusano Campus che fece discutere a lungo. In quell’occasione, l’ex direttore del TG4, che aveva scelto Roma come una delle città dove vivere e lavorare, parlò apertamente delle difficoltà che, secondo lui, stavano mettendo a dura prova la capitale. Pur molto legato alla città, dove aveva costruito buona parte della sua carriera e delle sue relazioni, Fede usò parole dure, definendo Roma una “pena infinita” per i problemi che la affliggevano.
Roma, la “pena infinita” secondo Fede
Per Emilio Fede, Roma non era solo una città in cui transitare per lavoro: era un luogo che conosceva bene, che viveva quotidianamente e che amava profondamente. Proprio per questo, le sue parole nascevano più da preoccupazione che da distacco. Nel descrivere il degrado urbano, Fede citava problemi ormai radicati: traffico congestionato, difficoltà di parcheggio, buche sulle strade e una gestione complessa dei servizi. “Roma è diventata una pena infinita”, disse, lasciando trasparire una delusione affettiva più che un attacco fine a sé stesso.
Il rapporto con il sindaco Marino
Uno dei passaggi più discussi dell’intervista riguardava l’allora sindaco Ignazio Marino, con cui Fede aveva condiviso battaglie importanti. Nonostante un passato di stima reciproca, Fede raccontò di non riconoscere più “il vecchio Marino” e lo invitò a fare un passo indietro. Più che un giudizio politico, il suo era il pensiero di chi vedeva la città in difficoltà e desiderava un cambio di passo.
La scomparsa di Emilio Fede
Emilio Fede è scomparso all’età di 94 anni. Era ricoverato in una residenza sanitaria a Segrate, alle porte di Milano, e le sue condizioni si erano aggravate negli ultimi giorni. I funerali sono in programma presso la parrocchia Dio Padre di Segrate. La notizia della sua morte ha riportato l’attenzione sulla sua lunga carriera giornalistica, iniziata giovanissimo tra carta stampata e televisione, e sul suo ruolo da protagonista nel giornalismo italiano per oltre mezzo secolo.


