A 500 anni dalla sua creazione, la Cappella Sistina continua a svelare i suoi segreti. C’è un gesto pittorico che solo Michelangelo poteva osare
A distanza di oltre cinque secoli, Michelangelo riesce ancora a parlare al presente. Stavolta lo fa con un dettaglio che per decenni è rimasto sotto gli occhi di tutti, ma che solo oggi viene osservato con una nuova consapevolezza. Nella Cappella Sistina, e in particolare nella scena del Giudizio Universale, emerge una rappresentazione sorprendente e per certi versi “proibita”: il fondoschiena di Dio, dipinto in piena vista.
LEGGI ANCHE: — La Maddalena nel Giudizio Universale di Michelangelo: l’indagine di Sara Penco
La scoperta, o meglio la riscoperta, si deve a Timothy Verdon, storico dell’arte e sacerdote americano, che ha riportato l’attenzione su un frammento dell’opera di Michelangelo in passato trascurato. Si tratta della scena in cui Dio crea il Sole e la Luna: qui il Creatore viene raffigurato due volte, da angolazioni diverse. In una delle due versioni, visto da dietro, Michelangelo non esita a mostrare le natiche del Padre eterno, accompagnate persino dalla pianta dei piedi.
Cosa voleva raccontare Michelangelo con quella figura così audace?
Non è una provocazione gratuita. L’artista fiorentino era un profondo conoscitore della Bibbia e si rifà direttamente al Libro dell’Esodo, dove si racconta che Mosè poté vedere solo le spalle di Dio, mai il suo volto. Michelangelo si spinge oltre, offrendo una visione che non è solo teologica, ma corporea, incarnando la potenza e l’umanità del divino in un gesto pittorico carico di simbolismo.
Quel “di dietro”, sfuggente ma reale e profondamente umano, non è lì per scandalizzare ma per suggerire la forza dello spirito divino, che attraversa il tempo e la materia. Un messaggio segreto, ma solo per chi ha occhi abbastanza curiosi da cercarlo. E magari, alla prossima visita nella Cappella Sistina, alzerai lo sguardo anche tu con uno stupore ancora più profondo.
Foto: Shutterstock


