L’11 gennaio del 2012 il mondo diceva addio ad una delle voci più belle di sempre: ma per chi gli stava accanto la fine di Whitney era un dramma annunciato

Era l’11 febbraio del 2012 quando il mondo della musica si svegliò con una notizia drammatica: Whitney Houston, una delle voci più belle della sua generazione, era stata trovata morta nella vasca da bagno della sua stanza, in un hotel di Beverly Hills.

Dopo l’autopsia le autorità hanno fatto sapere che la morte era sopraggiunta per collasso cardiocircolatorio e che le pur ingenti quantità di farmaci trovate nel sangue non ne erano state la causa diretta.

La Houston, 48 anni, lottava infatti da sempre contro le dipendenze da alcool, farmaci e stupefacenti e a nulla erano servite le recenti disintossicazioni: Whitney aveva avuto grandi problemi personali, primo fra tutti il divorzio dall’ex marito Bobby Brown a cui la legava un rapporto tormentato e violento. La sua morte era, almeno per le persone a lei più vicine, un dramma annunciato.

Una fine amara per un’artista di primissimo piano, che nella sua carriera ha venduto circa 200 milioni di dischi, vincendo 6 Grammy Award e ben 22 American Music Awards: nel 2006 il Guinness World Record l’aveva dichiarata “l’artista più premiata e famosa di tutti i tempi”

Nel 2015, a poco più di due anni dalla morte di Whitney Houston, è scomparsa in circostanze analoghe la figlia Bobby Kristina, a soli 22 anni: anche lei, specularmente, soffriva di dipendenze da sostanze stupefacenti e viveva una relazione violenta con il compagno Nick Gordon.