Chi ama i cruciverba sa che dietro ogni definizione si nasconde un piccolo gioco di logica, lingua e cultura. Una delle più classiche è: “Si dice fatta la gaffe”, la cui risposta è OPS.
Ma perché proprio ops? E, sorprendentemente, c’è anche un legame con Roma.
Il significato di “OPS”
Ops è un’interiezione di origine latina che usiamo ancora oggi per esprimere sorpresa o imbarazzo dopo un errore — una gaffe, appunto. È l’equivalente italiano di “oops” in inglese.
Quando qualcuno rovescia il caffè o sbaglia nome a una cena, il classico “ops!” è la reazione istintiva e ironica.
Nei cruciverba, definizioni come “si dice fatta la gaffe” o “esclamazione di chi sbaglia” portano dritti a OPS, perché sintetizzano perfettamente quell’istante di goffaggine linguistica o comportamentale.
La parola ops deriva dal latino, dove aveva tutt’altro significato: “aiuto, potere, abbondanza”.
Nell’antica Roma, infatti, Ops era anche una divinità: la dea dell’abbondanza e delle risorse, moglie di Saturno e madre di Giove, Nettuno e Plutone.
Il suo nome era connesso al termine opus, “opera” o “lavoro”, e simboleggiava la ricchezza che deriva dal lavoro umano e dai doni della terra.
A Roma le erano dedicate le Opalia, feste celebrate il 19 dicembre, durante le Saturnalia, e anche le Opiconsivia ad agosto.
Il curioso doppio senso
È interessante notare come ops, nata come nome di una dea romana della prosperità, sia diventata un’esclamazione moderna di errore o sbaglio.
Un capovolgimento ironico: dalla dea dell’aiuto, all’esclamazione di chi ha bisogno di aiuto dopo una gaffe.


