Il venerdì 17 è uno spauracchio per i superstiziosi italiani (quest’anno poi non mancano appigli anche per i più scettici), ma in realtà la fama di questo giorno non esce dai confini nazionali

Siamo certi che avrete già letto sui social almeno una dozzina di post e meme sul tema “venerdì 17 di un anno bissetile durante una pandemia”: d’altronde non c’è niente di meglio per esorcizzare una paura che riderci su, anche se per molti italiani la scaramanzia è qualcosa da prendere sul serio.

LEGGI ANCHE: — Coronavirus, la scienziata svela cosa farà presto il virus: ‘E’ l’unico modo che ha di sopravvivere’

“Non è vero ma ci credo” è un assunto più diffuso di quanto si pensi e i nostri antenati illuministi si metterebbero le mani nei capelli: ma come mai, una volta per tutte, questo venerdì 17 è considerato sfortunato?

LEGGI ANCHE: — Miracolo del sole al Vaticano come a Fatima? Il video a San Pietro diventa virale

Venerdì 17 anno bisestile pandemia: una cosa per volta!

Innanzitutto, partiamo con il dire che venerdì 17 è considerato sfortunato solo dalle nostre parti: nei paesi anglosassoni è invece il venerdì 13 a godere della peggior fama (non a caso c’è anche una saga horror con questo nome). Questo perchè, secondo le narrazioni evangeliche dell’Ultima Cena, questa si sarebbe svolta il tredicesimo giorno del mese  ebraico di Nisan, con 13 persone a tavola. Ecco perchè in Inghilterra (ma anche in Italia) 13 persone a tavola non si mettono mai, a costo di apparecchiare per un quattordicesimo finto commensale.

In Spagna hanno cambiato giorno: per loro è sfortunato il marte trece, il martedì 13, perchè legato al dio Marte, simbolo di guerra e sventura. In Italia, per non farci mancare niente, abbiamo unito tutto in un calderone e tutti abbiamo sentito dire almeno una volta nella vita: “Di venere di marte non si sposa nè si parte”

Infine, i francesi: i cugini d’oltralpe avevano almeno un buon motivo per considerare sfortunato il 17, visto che il Re Luigi XVII non salì mai sul trono ma venne incarcerato e morì a 10 anni. Dopo di lui, nessun Re volle più portare il numero 17 dopo il suo nome.

2020, anno bisestile

Secondo la scienza, l’anno bisestile altri non è che un è un anno solare in cui avviene la periodica intercalazione di un giorno aggiuntivo nell’anno stesso, un accorgimento utilizzato in quasi tutti i calendari solari per evitare lo slittamento delle stagioni: sono stati gli antichi Romani ad iniziare a considerarlo funesto, in quanto aggiungeva un giorno al mese di febbraio, considerato un mese sfortunato perchè prevedeva la commemorazione dei defunti e la penitenza.

Per la pandemia non abbiamo aneddoti da raccontarvi: quelle del passato, dalla Spagnola alla Sars, si sono sviluppate di preferenza in primavera, ma purtroppo non c’entra nulla nè il 13 nè il 17.