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Il 13 gennaio all’Alcatraz di Milano i Litfiba hanno alzato il sipario sulla loro Tetralogia degli elementi, un tuffo in uno dei periodi più iconici per la band toscana, che tornerà a presentare sui palchi quattro album importantissimi della loro discografia.

LITFIBA, SORPRESE PER I FAN…

Parliamo ovviamente di El Diablo (1990), Terremoto (1993), Spirito (1994) e Mondi Sommersi (1997), che vengono riproposti in un cofanetto speciale (su etichetta Warner in collaborazione con Sony Music) che contiene anche un dvd inedito risalente al tour del ’93, con la regia di Adam Dubin per il live act e quella di Piero Pelù per la parte backstage. Non mancheranno poi gli imperdibili live della band con tappe previste a Roma (12 e 13 aprile), a Firenze (20 aprile) e di nuovo a Milano (22 e 23 aprile).

Proprio in occasione dell’evento speciale all’Alcatraz abbiamo avuto l’opportunità di scambiare due parole nel backstage con Piero e Ghigo, che hanno tenuto a precisare cosa precisamente significhi per loro questo tornare indietro nel tempo.

 

“Faremo dei brani molto particolari. – ci spiega Ghigo – Non faremo i singoli, faremo i brani meno conosciuti, diciamo le b-side dei dischi, non perché siano inferiori, semplicemente non furono scelti perché non rientravano in certi canoni radiofonici di un certo tipo, mentre c’è un universo musicale veramente vario con influenze eterogenee”.

“Oggi si tende molto a schematizzare per semplificarsi la vita – aggiunge Piero – e si rischia sempre un po’ la superficialità. Questo nostro lavoro sulla Tetralogia è un lavoro di approfondimento delle nostre radici musicali, della nostra appartenenza, della nostra – possiamo dire – cultura musicale, che è ovviamente riconoscibile come quella di una rock band, però con tantissime influenze, molte più di quelle che sono universalmente riconosciute”.

All’Alcatraz Piero e Ghigo hanno anche voluto omaggiare Pino Daniele che – ricordano – li apprezzava molto per il loro ‘blues’ sui generis: "Stasera dedichiamo a Pino il brano Sotto il vulcano. – dichiara Pelù – È un blues che scrivemmo per l’album Terremoto e in quell’occasione proprio Pino ci fece tanti complimenti. Disse che i Litfiba facevano uno strano tipo di blues. Quindi nei giorni scorsi, visto quello che purtroppo è successo, mi è venuto spontaneo cantare sul riff di quel pezzo la canzone di Pino Je so’ pazzo, di reinterpretarla. Tra l’altro, rileggendo e ricantando quel pezzo nella chiave di quello che è accaduto, mi rendo conto che Pino dentro tutta quella canzone ci sta in pieno".