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Il 27 novembre, su Rai1, andrà in onda in diretta e in prima serata – per la prima volta nella storia del Festival di Sanremo – l'evento che sancirà i 6 finalisti che si esibiranno sul Palco dell'Ariston nella sezione Nuove Proposte del 2016. Ognuno dei 12 cantanti porterà sul palco una cover e un brano inedito, un'occasione unica per farsi conoscere dal pubblico prima ancora che la gara abbia inizio, senza temere il freddo confronto con gli spettatori di cui spesso i 'Giovani' sono vittime (e che lo scorso anno, con le sfide a due, è stato anche oggetto di qualche polemica).

Tra i 12 cantanti c'è anche Francesco Guasti, talento toscano venuto alla ribalta grazie alla partecipazione a The Voice 2013 nel team di Piero Pelù, che da vero mentore ha seguito Francesco anche dopo il talent, portandolo nella scuderia della T.e.g., la sua etichetta, e producendo l'EP Parallele. A Sanremo, però, Francesco si presenta con un brano interamente scritto e voluto da lui, Io e te. Ecco cosa ci ha raccontato a questo proposito quando lo abbiamo raggiunto telefonicamente.

Ciao Francesco, il 27 per la prima volta su Rai1 andrà in onda la selezione della Nuove Proposte per il Festival di Sanremo. Cosa ne pensi di questa novità? È una buona occasione per dare una vetrina a tutti i giovani, no?
Sicuramente, è un'idea fighissima per i giovani, dà la possibilità di farsi conoscere e di arrivare a un grande pubblico, su Rai1 e in diretta. I sei cantanti che poi accederanno al Festival possono in questo modo farsi ascoltare anche prima e far sì che il pubblico abbia già un orecchio preparato. Sai, per i big è un po' più semplice perché ci si aspetta già qualcosa, dato che hanno un percorso artistico già conosciuto, invece per i giovani è un vantaggio, non solo per i sei che passano, ma anche per i sei che non passano. Potranno comunque stare su un grande palco e non è una cosa da tutti giorni. Sono contento e felice che Conti abbia avuto questa idea e che ci abbia dato questa bellissima opportunità.

Sperando ovviamente che tutto vada bene… Canterete due canzoni, una cover e un inedito, anche se l'inedito è in realtà già ascoltabile.
Sì, si può già ascoltare sul sito Rai e c'è anche il videoclip. Diciamo che è un inedito non proprio inedito, però è un brano nostro. Per la cover ci hanno dato la possibilità di scegliere e io ho scelto un artista che amo particolarmente, ma non posso dire chi è.

Infatti, per carità non lo diciamo! A proposito del tuo inedito, ha un titolo che lo fa sembrare quasi una canzone d'amore, mentre in realtà è una riflessione sul confronto con se stessi. Come mai hai scritto questo brano e perché hai deciso di portare proprio questa canzone a Sanremo?
A dire il vero questa scelta l'abbiamo presa alla fine, perché eravamo indecisi – io e tutte le persone che collaboravano con me – su un altro pezzo in ballo. Quando è venuta fuori Io e te, ci è venuta un po' la la voglia di scommettere su questo brano. Quindi ci siamo buttati e siamo stati fortunati, perché comunque per adesso abbiamo fatto la scelta giusta. Ci fa molto piacere. Come dicevi, è un brano che ha un titolo che lo fa sembrare quasi un brano d'amore, infatti tante persone mi chiedevano come mai avessi scritto un brano simile. Invece è una riflessione sull'incontro tra l'io e il suo alter ego, che in qualche modo si ritrovano allo specchio e decidono cosa fare della propria vita.

Non è la prima volta che ti presenti a Sanremo. Cosa rappresenta per te questa manifestazione? Immagino che tu lo segua a questo punto…
L'ho sempre seguito, di solito con mia madre e mia sorella più grande (sono il quinto di cinque fratelli!). Lo seguivamo dal divano di casa. Mi ricordo che persino nel periodo in cui facevo il militare a Lucca tornavo a casa a Prato la sera quando c'era il Festival, per vedere la serata insieme a loro, ormai era diventato quasi un appuntamento fisso. Mi immaginavo sempre su quel palco, ho sempre sognato di salirci e tutte le volte mi dicevo 'Per una volta mi garberebbe dal palco immaginare sul divano di casa la mia mamma che mi guarda'. Fare la cosa opposta, quindi.

Quindi per te è un po' un sogno nel cassetto?
L'Ariston è il palco più importante in Italia per far conoscere la propria musica e la propria idea di musica, quindi sì, sarebbe veramente un gran bel sogno che si realizza.

Per il tuo EP Parallele hai collaborato con Piero Pelù, che ti ha aiutato anche a presentare il brano che hai portato a Sanremo l'anno scorso. Questa collaborazione continua?
Con Piero ci sentiamo, anche perché io tra l'altro sono con la sua etichetta. Devo dire però che con questo brano sono andato per la mia strada, è un brano scritto da me, ho collaborato con il mio chitarrista che poi ha anche prodotto il pezzo, si chiama Marco Carnesecchi. Con Piero ci sentiamo sempre e abbiamo anche parlato molto del fatto che ognuno ha il suo modo di fare musica. Io da lui ho imparato tantissimo, lui mi segue, mi vuole bene e mi supporta in tutto. Penso sia anche giusto che a un certo punto un artista si imponga con quello che vuole. Io comunque gli faccio sempre ascoltare quello che faccio, ascolto i suoi consigli, anche perché quando sono con Piero mi trasformo sempre in spugna e cerco di imparare il più possibile da un artista così importante. Mi fa piacere stare con lui.

Riassumendo: rispetto allo scorso Sanremo, lui non ha collaborato artisticamente con te, però è sempre una presenza nella tua vita artistica, anche se non è intervenuto materialmente in questo caso…
Esatto, il brano gliel'ho fatto ascoltare, gli è piaciuto ed è molto propositivo, però stavolta ho cercato di fare un po' più di testa mia, passami il termine, perché ognuno secondo me ha il suo percorso artistico. Piero è una persona splendida, così come lo staff della T.e.g., sono con me, mi supportano, siamo una grande famiglia.

Un'esperienza 'all by yourself'…
Speriamo bene, perché è il terzo anno consecutivo che sfioriamo il palco. Io mi auguro che questa volta possiamo fiorire più che sfiorare, che è una frase anche in tema con i fiori di Sanremo (ride, ndr).

Però ti voglio dire una cosa: a differenza di tanti altri hai un atteggiamento molto positivo, non ti arrendi. È l'atteggiamento di una persona che ha come unico scopo quello di voler continuare a fare musica e vivere di questo…
Io faccio musica perché mi piace fare musica, non faccio musica per diventare famoso. Ne ho bisogno, mi piace stare sul palco, mi piace stare con gli amici a suonare. Quando c'è la passione, si va avanti davanti a tutti e a tutto. La voglia di arrivare penso che sia una marcia in più. Spero vivamente di salire su quel palco, ma se non dovesse essere così continuerò a fare musica e a portare avanti il mio nuovo progetto. Se non è quest'anno, sarà un altro anno, anche se spero che sia l'anno giusto! Se non dovesse essere, cercheremo altre strade. La costanza secondo me alla fine aiuta, se hai un minimo di cose da dire e arrivi alle persone. Io sono contento del percorso che ho fatto, anche dopo The Voice.