Dopo una fase di sperimentazione, Matteo Romano torna alle ballad con ‘Assurdo’: un brano che rappresenta un nuovo inizio.

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Si intitola Assurdo il nuovo singolo di Matteo Romano, uscito il 5 gennaio. Un brano che in parte riporta il cantautore alle sue radici, ai brani nati al pianoforte e alle ballad d’amore. Un nuovo inizio, dunque, che segue una fase di sperimentazione.

«A me capita spessissimo che, mentre faccio le mie cose, mi frulli in testa una melodia. – ci dice Matteo – Avevo in mente la melodia di Assurdo e il claim. Sono poi andato in studio con Federica Abbate e JVLI, con loro ci capiamo subito. Ho un po’ raccontato quello che stavo passando, le sessioni per me sono una seduta. Ho spiegato questo mio modo di vivere le relazioni e di approcciarmi ai sentimenti. Sono maniaco del controllo e li razionalizzo troppo. Abbiamo iniziato a scrivere e ad aggiustare la melodia del brano, l’abbiamo rifinita. JVLI ha dato un tocco di freschezza perché io di mio da solo sono molto peso».

Assurdo racconta di fatto la difficoltà di vivere una relazione senza paura o sovrastrutture, l’incapacità di trovare un compromesso per comunicare e per stare bene. «La musica – spiega il cantautore – mi aiuta a razionalizzare un po’ e a mettere in fila le pare. Mi piace dare senso alle cose, perché me ne faccio una ragione dopo averne scritto. Esorcizzo. Finché non verbalizzo e non lo butto giù ho difficoltà ad interiorizzarlo. Mi rendo conto di essere pieno delle mie pippe mentali, ma sono contento che ascoltarle aiuti qualcuno».

Assurdo di Matteo Romano, il videoclip

Il videoclip del brano racconta la nascita e costruzione stessa di Assurdo, dalle prime note provate a casa fino alle sessioni in studio e agli spoiler sui social.

«Se ci penso, con Concedimi avevo questa melodia e l’ho pubblicata così su TikTok. Quindi è successa la stessa cosa per Assurdo. – spiega Matteo Romano – Abbiamo iniziato a pubblicare ogni piccola parte pensando di riunire tutto in un unico video. Per quanto si cerchi di essere misteriosi e provare a far vedere il prodotto finale, a me piacerebbe da spettatore vedere il processo passo dopo passo. Credo sia fresco e bello per un artista della Gen Z far vedere ai ragazzi la praticità del percorso. Il brano è un racconto in sé, ma il videoclip dà qualcosa di aggiunto. Io poi vivo facendo mille video, sono quella persona del gruppo che registra tutti». La fama di Matteo Romano è del resto partita proprio da TikTok. E – anche dopo la consacrazione – il legame tra Matteo Romano e i social non è venuto meno.

«Mi piace pubblicare cose su TikTok, anche per mostrare un lato meno da vetrina. Instagram è diventato giustamente pieno di estetica perché è un profilo di lavoro. – dice – TikTok è il mezzo con cui metto in mostra il mio lato più scherzoso. All’inizio ero un po’ in paranoia, dopo Concedimi non conoscevo il limite dell’artista».

«Mi chiamavano più TikToker che cantante e a me ‘sta cosa faceva uscire di testa. – aggiunge Matteo – Non tanto perché non mi piacesse l’etichetta, ma perché non mi ci sento. In Italia c’è uno stigma, mentre in America è un concetto consolidato: tutti devono avere TikTok perché così promuovi la tua musica. Ma sono contento perché rappresento la Gen Z e per me è la comunicazione più autentica. Su TikTok c’è Matteo che esce con i suoi amici. Passo ore a ca**eggiare su TikTok perché poi studio Comunicazione e mi piace fare talent scouting o conoscere gli ultimi trend».

Assurdo riporta quindi Matteo Romano, in un certo senso, alle sue radici. Ma è davvero così? «Sento che l’ultimo anno è stato pieno di sperimentazione. – ci dice – Mi sono messo in gioco e ho provato qualcosa di nuovo per confrontarmi con altre realtà. Io sono difficile di mio da solo, se c’è il confronto è stimolante ma mi mette in difficoltà. Sono contento quindi di essere tornato a fare cose da solo perché mi sento me stesso al 100%. È l’inizio di un percorso nuovo che spero possa portare a un progetto definitivo, non solo singoli».

Foto di Michele Perna