Con ‘Ricominciamo tutto’ i Negramaro arrivano a Sanremo per la prima volta tra i big con Amadeus: ecco le parole della band.

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Era il febbraio 2005 quando i salentini Negramaro spettinavano la platea del Teatro Ariston con Mentre tutto scorre, nella categoria Giovani del Festival di Sanremo. A quasi vent’anni di distanza, forti di un successo consolidato e pluridecennale, Giuliano Sangiorgi e compagni tornano in gara e scelgono un brano dall’animo rock ad alto tasso emotivo. Il titolo è Ricominciamo tutto, a metà fra un mantra e un augurio, o come racconta la band “un atto di speranza e un imperativo morale positivissimo”.

“È una canzone piccola che diventa grande per noi sei e speriamo che lo diventi per tutti”, spiega Sangiorgi che firma testo e musica. “Un claim in cui credere. Non c’è una cosa specifica o negativa a cui fa riferimento. Non presuppone una crisi e per ricominciare tutto ogni giorno bisogna farlo senza pregiudizio. Guardare alle persone con pregiudizio non me è qualcosa che non mi perdonerei mai”.

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Foto da Ufficio Stampa

‘Canzone piccola’, che significa?
Il brano è nato un anno fa, mentre ero in Abruzzo con la mia compagna e con mia figlia. E nasce da un’immagine piccola, ma stupenda: un manto nevoso candido, bianchissimo. Ho scritto immediatamente con questa visione che per noi è un atto di speranza. È qualcosa che facciamo tutti e sei insieme, sempre, e forse è anche il segreto del nostro stare insieme. Come scriveva Neruda ogni giorno si rinasce, per se stessi e in rapporto agli altri. Io mi illudo di imparare dagli errori ma voglio pensare di imparare a sbagliare.

Dall’io al noi, quindi.
Sì, per stare bene bisogna azzerarsi e riconoscere nell’altro una persona pura, ripulita. E lo stesso vale per se stessi. È un allenamento che facciamo ogni volta in sala prove e ci fa vivere lo stare insieme come fosse una novità. Guardare senza pregiudizi ti porta a esporti alle emozioni come è stato anche nel nostro incontro con l’orchestra. È stato quasi come se facessimo una cover: ci è sembrata tanto bella da non essere nostra. La stessa bellezza che provo quando mi avvicino ad artisti come Modugno. È un vero privilegio.

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Con Ricominciamo tutto vorrei anche raccontare qualcosa di più grande, sociale. Se pensiamo a un ex carcerato che ha scontato la sua pena, ricominciare tutto significa non trovare fuori un tribunale morale, un ergastolo a vita. È così in tutte le situazioni, conoscere e conoscersi ogni giorno. Siamo in un periodo in cui vale solo pollice alto e pollice basso, i like sui social. Sembra di tornare all’Impero Romano e io in questo non mi ritrovo, anzi mi fa molto paura.

Arrivate a Sanremo dopo essere stati tra i Giovani e poi come ospiti: come vi ha coinvolto – o convinto – Amadeus?
In questi anni siamo stati a Sanremo già con Claudio Baglioni, che ci aveva invitato, e poi con lo stesso Amadeus che ha reiterato l’invito ma volendoci in gara. Quando ci ha chiamato gli abbiamo fatto sentire subito quel pezzo, non abbiamo avuto dubbi in merito nonostante stiamo lavorando anche ad altro. È un cast, un roster, davvero da super ospiti e Ama ha ragione a dire di non averne bisogno. Ci sono anche tanti amici. Ci piace il fatto che Sanremo oggi è un posto in cui non ti senti in gara anzi speriamo magari che vinca un giovane, come lo eravamo noi la prima volta. All’epoca non volevamo sentirci in gara perché erano tutti giganti mentre noi eravamo un po’ come Calimero. Piccolo e neri.

Sono trascorsi quasi vent’anni: come è cambiato il festival?
Sanremo oggi è come Hollywood, è la nostra settimana degli Oscar! Ed è bello che sia così. C’è grande attenzione da parte dei giovani e per i giovani. Per noi non è stato così: pensare che ci facevano esibire alle 2 di notte… Noi, come altre band tipo Marlene Kuntz e Subsonica, abbiamo lavorato vent’anni perché un sedicenne potesse vincere Sanremo. E perché un riff come quello di Mentre tutto scorre potesse tornare su quel palco e i Måneskin vincessero.

Un ricordo di quel primo festival?
È stato un po’ trauma proprio per la poca attenzione ai giovani e l’ora tarda in cui ci esibimmo. Fu difficile ma tutto sommato dall’eliminazione allo scoprirsi in tutte le radio la mattina dopo fu un’esplosione. E fu di fatto una grande vittoria. Sicuramente quel passaggio a Sanremo è stato determinante per la nostra carriera e resta un bel ricordo. C’è un aneddoto poi: subito dopo l’esibizione, scesi dal palco, ci siamo ritrovati una gigante come Caterina Caselli e Franco Califano entusiasti. In quel momento non capivamo bene se fosse un sogno o una delusione.

C’è qualcosa a in questo 2024 vi mancherà di allora?
Quando ci chiamarono per dirci che avevamo vinto il Premio della critica ricordo che chiamai papà, che oggi non c’è più. Vorrei poterlo chiamare ancora, mi mancherà il fatto di averlo potuto fare e ora no. In questo Ricominciamo tutto forse manca solo lui. E a proposito di critica non posso non ringraziare la stampa: ci ha molto emozionato leggere in questi giorni le recensioni al brano arrivate dopo i primi ascolti. Capisco che siamo di fronte a un’era rock and roll dove l’artista sembra essere sciolto da qualunque legame con i media. Ma io vi ringrazio anche perché torniamo a Sanremo senza nessun pregiudizio.

Avete altri brani in cantiere? C’è un album in vista?
Abbiamo scelto i tempi giusti per fare un disco, ci sono già dei provini. Tra i pezzi, per esempio, c’è Berlino Est, brano che mi ha spinto a proporre agli altri di lavorare a Berlino. Siamo una band che lavora alla vecchia, resettando tutto ogni volta e amiamo viaggiare fin da quando andavamo negli USA e sapevamo che là non eravamo nessuno. Da San Francisco a Toronto, il viaggio ci ha aiutato tantissimo e ci ha sempre caratterizzato. I dischi si devono riempire di storie ed entusiasmo. Adesso la nostra voglia è quella di andare in giro. Abbiamo  sempre fatto musica per viaggiare e viaggiato per fare musica. E vorremmo continuare a farlo perché proprio durante il percorso nascono le canzoni.

Dopo quello di Sanremo, i Negramaro torneranno anche sui palchi degli stadi. La band, la prossima estate, sarà live in un tour evento, prodotto e organizzato da Magellano Concerti e Friends & Partners. Queste le date:

  • 15 giugno – Napoli, Stadio Diego Armando Maradona
  • 18 giugno – Udine, Blueenergy Stadium Stadio Friuli
  • 22 giugno – Milano, Stadio San Siro
  • 3 luglio – Messina, Stadio Franco Scoglio (San Filippo)
  • 6 luglio – Bari, Stadio San Nicola

Foto di Roberto Graziano Moro da Ufficio Stampa / Kikapress