Dopo la vittoria nel 2020 con ‘Fai Rumore’, Diodato sceglie di tornare a Sanremo con la ballad ‘Ti muovi’, un fluire emotivo che scuote gli equilibri.

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C’è ancora una volta un tu sottointeso nel titolo del brano con cui Diodato torna in gara al Festival di Sanremo. Dopo la vittoria del 2020 con la splendida Fai Rumore – che è risuonata potente ed evocativa in un’Arena di Verona drammaticamente vuota durante la pandemia in occasione dell’Eurovision –, l’artista tarantino affida a Ti muovi il suo nuovo racconto. Il brano è scritto, composto e arrangiato dallo stesso Antonio (unico caso fra i trenta pezzi all’Ariston quest’anno) con la produzione firmata insieme a Tommaso Colliva.

Fra le poche ballad scelte da Amadeus per il suo quinto festival, Ti muovi è “la passione, l’impeto e la gioia dell’abbandonarsi a un’emozione”, spiega Antonio. Non un movimento improvviso, dunque, ma un fluire emotivo incostante che scuote gli equilibri. “Questa canzone è figlia degli ultimi anni – prosegue – e raccoglie la voglia di immergermi in un flusso emozionale insieme anche ai musicisti che sono sempre con me”.

Diodato Ti muovi
Cover da Ufficio Stampa

Quindi, approfondendo questa urgenza, Diodato racconta: “ho cominciato a sentire cose dentro di me che sono riaffioriate, quasi in maniera inaspettata. Perché alla fine succede così, nella vita, che quando pensi di aver raggiunto l’equilibrio e avercela fatta accade qualcos’altro. E improvvisamente ho iniziato a sentire sensazioni di squilibrio, che poi è l’inizio di ogni movimento”.

La nascita del brano Ti muovi e il ritorno a Sanremo

Così, Antonio si è messo nel suo studiolo casalingo e ha iniziato a dare forma a Ti muovi, come naturale continuazione espressiva di quelle impressioni. “In quei giorni ho ascoltato storie di amici molto cari e persone vicine che mi hanno raccontato cose molto simili”, dice. “Nel loro vissuto c’erano un sacco di punti in comune e penso che tanti potranno ritrovare qualcosa di sé e della propria vita in questo brano”.

“Quella canzone che fino a quel momento avevo solo accennato, che era un seme ancora da piantare mi stava chiamando. Mi sono chiuso in casa e ho provato a realizzare ciò che si muoveva dentro di me. Nel mio studio casalingo ho cominciato a registrare e piano piano la canzone è cresciuta. Ho sentito l’esigenza quasi di allargare le braccia, andare altrove come abbandonandomi a quelle sensazioni”.

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“Da ultimo sono arrivati gli archi sulla coda che sono stati la luce che stavo cercando, la ventata finale che rappresenta la conclusione di questo piccolo viaggio”, aggiunge Diodato. “Ogni volta che poi ho riascoltato il brano, ho sentito un trasporto molto forte. E l’ho immaginato su quel palco: credo sia il posto perfetto per raccontare molto di quello che umanamente sto vivendo e provando a mettere in musica”.

Diodato
Foto di Alessio Albi da Ufficio Stampa

E così, si torna a Sanremo. “Si torna al festival e devo dire che sono molto felice, sento vibrazioni molto belle che sono cominciare già con il mio tour precedente anche in Europa. Ho capito quanto la musica sia davvero compagna di vita e mezzo per ampliare la mia visione e i confini, per arrivare a cose anche molto lontane da me”. Aspettative dopo il trionfo del 2020? “Ovviamente ho ripensato al 2020 e ne ho un ricordo bellissimo, mi ha aiutato a crescere per quando la vittoria non si arrivata da ragazzino. Per me quindi è una cosa risolta e non torno all’Ariston con particolari aspettative. Oggi risalgo sul palco con una foto veritiera di quello che sono in un momento come questo. Ed è bello poter raccontare a un pubblico, che ha una certa immagine di te, quello che sei ora. Vorrei godermela a pieno”.

Nella serata di venerdì dedicata alle cover, Diodato ha scelto di esibirsi sulle note di Amore che vieni, amore che vai di Fabrizio De André, tra i brani che l’hanno ispirato a diventare il cantautore che è oggi.Al suo fianco l’amico e collega Jack Savoretti, cantautore di origini genovesi con cui omaggia Faber a venticinque  anni dalla sua  scomparsa.

E dopo la tappa ligure? È in arrivo un nuovo album, speciale. “Mi sono chiuso con la mia band alle Officine Meccaniche e abbiamo registrato in presa diretta alcune delle mie canzoni”, annuncia Antonio. “Volevo fotografare quelle sensazioni dal vivo. Ci sono pezzi anche parecchio datati del mio repertorio e brani che sono molto protagonisti nei live. Quindi, a breve, uscirà questa raccolta di canzoni edite in versione inedita, con cui penso di aver trasferito l’energia live”.

Non mancherà, fra le tracce, “una versione specifica di Ti muovi e qualche sorpresa”, conclude Diodato .”Non è un album dal vivo ma è il processo opposto rispetto a come scrivo di solito le canzoni, in piena solitudine. Sarà un disco in studio che spero sia un corpo vivo. È stato un esperimento interessante, secondo me, che mi ha fatto pensare tanto”.

Foto di Alessio Albi da Ufficio Stampa