Si chiama ‘Spiriti Guida’ il nuovo progetto live firmato da Cristina Donà e Saverio Lanza: la nostra intervista.

Non chiamatele cover: il nuovo progetto live di Cristina Donà e Saverio LanzaSpiriti Guida – è più un viaggio tra ispirazioni e suggestioni. Le canzoni della Donà – spesso scritte a quattro mani proprio con Lanza – in questo spettacolo si intrecciano e si mescolano a brani (più o meno celebri) degli artisti di riferimento della cantautrice e del musicista. Passando da Lucio Battisti a Bruce Springsteen, Spiriti Guida è un manifesto dell’arte che genera arte: una ribellione all’intoccabilità e alla sacralità della musica, per dimostrare che in fondo tutto è connesso. E che si eredita sempre qualcosa, ma che a nostra volta lasciamo anche parti di noi a chi ci ascolta. Il debutto è previsto venerdì 10 novembre ore 21.00 al Teatro di Fiesole (Firenze) e a seguire in programma una tournée italiana per questo concerto – a cura di Toscana Produzione Musica in collaborazione con Ponderosa – capace di evocare mondi diversissimi (info: www.toscanaproduzionemusica.it).

La genesi del progetto Spiriti Guida

«Da una parte è nato da uno scambio ormai più che decennale con Saverio sui nostri ascolti e influenze musicali, che si mescolano a ciò che facciamo. – ci dice subito Cristina Donà – C’è anche però, per una questione anagrafica, la voglia di rendere omaggio a questi spiriti guida che ci hanno formato, nutriti e che fanno parte della nostra musica. Anche se non si sentono. Infine, in un momento storico che tende a separare sempre di più in modo categorico le persone e le influenze, ci piaceva l’idea di creare uno spettacolo ibrido a tutti gli effetti. Perché le canzoni dei nostri spiriti guida emergono dalle mie e viceversa. Abbiamo voluto creare una storia».

Sul palco non ci sarà infatti solo musica ma anche «parti narrate», aneddoti sui motivi che hanno portato alla genesi del progetto. «Ci sarà anche una cosa inedita – anticipa la Donà – che fa parte di un progetto di Saverio che mi ha coinvolta. Quello che mi ha mosso personalmente è stata la voglia di dimostrare che non siamo mai solo artefici della nostra arte. A volte, con la nostra arte, mostriamo il frutto dei nostri ascolti. In questo caso, mettiamo in mostra i nostri spiriti guida. Sono tantissimi e infatti, proprio per questo, abbiamo deciso di lasciare aperta la scaletta. Ci sono punti saldi, ma probabilmente ogni sera ci saranno canzoni diverse sia del mio repertorio che di quello degli spiriti guida».

Non siamo monadi

Potremmo dire – citando Saverio Lanza – che il viaggio sia iniziato in realtà anni or sono. «Spiriti Guida rappresenta solo il punto della situazione. – precisa il musicista – Penso che tutti abbiano degli spiriti guida, non è un nostro appannaggio. Collaboro con Cristina da 15 anni e ci sono stati momenti in cui ci siamo anche influenzati con ascolti e studi diversi. Lei ha studiato arte ed è una cantautrice, io ho studiato musica. Era chiaro che, lavorando insieme, la finestra si allargasse molto. È stato spontaneo, Spiriti Guida in parte dà uno scorcio dei nostri incontri e scontri musicali».

Entrambi gli artisti, del resto, hanno iniziato proprio cantando canzoni di altri. «Sono nata con le cover, come tanti colleghi. – dice Cristina – Mi sono formata sui palchi dei pub e poi, in ogni mio concerto, c’è qualche spirito guida. Anche in piccole dosi. C’è sempre una citazione, mi piace e mi dà soddisfazione. Se all’inizio della mia carriera le cover mi servivano per esercitarmi e trovare la mia voce attraverso voci di altri, ora questi spiriti creano una terza voce. Non è solo la mia voce che interpreta, ma è una terza via. Una terza dimensione». «Il bagaglio non è mai pieno. – aggiunge Saverio – Ascolto ancora cose che mi influenzano, consciamente o inconsciamente. Restare aperto è la natura di chi fa questo lavoro. Io sono nato tanti anni fa con una band in cui facevamo cover. È un concetto che ognuno si porta dietro, la sfida è metterlo in mostra». Sì, perché la difficoltà di un progetto come Spiriti Guida è stata piuttosto quella di codificare un’attitudine insita nei due artisti: «La musica è humus, ci circonda e ci coltiviamo le nostre cose. – dice Lanza – Se vuoi piantare il seme, devi organizzare bene tutto».

L’invisibile fil rouge di Spiriti Guida

A proposito di organizzazione, chiediamo ai due artisti se ci sia un fil rouge che collega la scaletta. «Ho provato all’inizio per semplificare il lavoro, ma il filo rosso è diventato una grande matassa. – scherza Cristina Donà – La prima cosa che ho cercato di fare è stato individuare i brani legati ad artisti o canzoni specifiche, e ce ne sono. La prima canzone che ho scritto è nata da un’altra canzone di Sinéad O’Connor, Just Like U Said It Would B. Si intitola L’aridità dell’aria ed è contenuta in Tregua. Ci sono queste due canzoni nello spettacolo, perché a volte l’ascolto è come un detonatore. Canto per la prima volta questo brano, ma solo una parte perché abbiamo dovuto fare dei tagli. Altrimenti veniva fuori uno spettacolo di opera lirica per la durata». Di casi così palesi, tuttavia, ce ne sono pochi. A volte «i legami sono lontani». Perché anche «una frase può accendere una lampadina».

Ad esempio, racconta la cantautrice, «ho sempre parlato del mio amore in gioventù per Bruce Springsteen, ma sfido chiunque a trovarlo nella mia musica. Eppure sono cresciuta con i suoi testi. Di lui leggerò la traduzione di un brano di Nebraska, Reason to Believe, che mi ha sempre colpito per il tema. Alla fine di ogni lunga giornata la gente trova sempre una ragione per vivere». Diverso invece, in questo caso, il lavoro di Saverio Lanza: «Il confronto non è diretto. – dice il musicista – Ovvio che toccare John Lennon o David Bowie sia difficile, perché le cover di questi artisti non mancano. Io cosa aggiungo? Credo però che sia sufficiente aggiungere una piccolezza per dare un senso. Abbiamo transizioni musicali che vengono dal mondo classico e di ricerca, non mainstream, e lì ho ignorato il problema dell’intoccabilità. Ho preso quello che mi piaceva e l’ho rifatto mio. Alla fine sei costretto a prenderti delle responsabilità. È sempre un equilibrio. Ma credo anche che gli spiriti guida siano contenti che vengano utilizzati per catalizzare nuove forze e non per essere riprodotti».

Il valore dell’arte

Il valore dell’arte è forse tutto qui. «A volte – dice Cristina – si fa fatica a spiegare perché l’arte sia importante. In questo paese sappiamo bene come l’arte e la cultura vengano considerate pesanti e superflue. Dovremmo vivercela con più leggerezza. La cultura a volte è un peso perché ti rendi conto della verità che presumibilmente si cela dietro certi eventi. Però ti dà anche la possibilità di aprire molte più porte e vivere la gioia di un ascolto in modo diverso». «È una catena – chiosa Saverio – in cui niente si crea o distrugge, ma è tutto in trasformazione. C’è una rete di spiriti guida, alcuni di loro sono stati spiriti guida di altri. Le chiavi di lettura sono tantissime».