Dal 15 marzo è disponibile il nuovo progetto di Vasco Brondi, ‘Un segno di vita’, cui seguirà un tour instore e le date live nei club. L’intervista.

loading

Vasco Brondi è tornato con un progetto in cui musica e parole si abbracciano per condurre una ricerca personale umana che s’impegna a ‘illuminare’. Un termine, questo, che accompagna il percorso in dieci tracce nel quale ogni fiammella – grande o piccola che sia – accende anche lo spirito più buio. Il lavoro, non a caso si intitola ‘Un segno di vita’ (Carosello Records), a indicare un viaggio di investigazione reale e metaforico tra il sé e l’altro.

E pensare che il senso, quasi il concept complessivo del disco è apparso chiaro a Vasco Brondi solo a posteriori. “Dopo 15 anni che faccio dischi, ho capito che non ho mai il controllo totale sulle canzoni. Arrivano a un certo punto e ne capisci solo dopo il motivo per cui era importante si esprimessero”, esordisce il cantautore.

Vasco Brondi cover
Cover via Gibilterra Management

“Ma questo album è stato un viaggio diverso. La cosa che resta sempre in comune è che ogni volta mi tolgo uno strato, per andare nel profondo e raggiungere un nucleo incandescente di me o del pianeta terra. Nel farlo, per me, è importante fare scintille e se, da una parte, volevo sperimentare, paradossalmente per me il massimo era rapportarmi alla forma canzone classica per la prima volta. E vedere cosa succedesse alla mia scrittura e alla composizione. Per allargarne i confini con situazioni e luoghi nuovi”.

Da questa premessa, dunque, un nuovo tipo di metodo. “C’è stato un lavoro in più di semplificazione e riassunto, per cui ho impiegato tre anni. Un tempo fuori moda per la discografia ma per me è inevitabile seguire un ritmo che ha a che fare anche con la pazienza. A volte pensiamo di essere macchine noi stessi, ma nell’essere appesi all’ispirazione ci si lega a ritmi che sono diversi, senza logica e forse anche senza senso”.

La sintesi e l’esondazione

In questo tempo, dunque, Vasco Brondi ha cercato, descritto, costruito, tolto e sintetizzato. “Sono stato sintetico nelle canzoni e alcune cose sono esondate fuori dal disco”, racconta. “Alla fine ‘Un segno di vita’ è quasi un best of, in cui ho inserito i brani con l’impatto più forte che per me era importante condividere ora. Quell’esondazione è diventata il libro, Piccolo manuale di pop impopolare, che racconta la ricerca legata alla forma canzone per un pop a modo mio. È un romanzo di formazione di un disco che dal niente e dall’immaginazione diventa reale, un diario di viaggio”.

LEGGI ANCHE: — Michele Bravi, il 12 aprile esce ‘tu cosa vedi quando chiudi gli occhi’

“Tutto è stato e registrato in giro e questo forse non mi ha stressato – prosegue Brondi – ma dovevo infrangere alcune regole. Per esempio, ho lavorato molto nel rifugio di Paolo Cognetti a oltre duemila metri e ne è valsa la pena. Quasi metà disco è nato in mezzo ai boschi e mi piace pensare che le canzoni siano trasparenti e che vi sia entrata dentro anche quell’aria di montagna, qualcosa di sublimale”. Un viaggio autentico, quello di Vasco, diventato canzone e non solo guidato dalla scintilla dell’umano più autentico.

“La cosa su cui ho lavorato di più sono stati i testi”, osserva l’artista a proposito della fase creativa. “Mi sono è ispirato a grandi maestri come De André che ha parlato della scrittura come un atto di fatica immane. Certo, lo sforzo è ben poco glamour ma è il sudore che c’è dietro è stato grande e reale. In particolare, è difficile mediare fra la cosa che devi dire e la metrica: si tratta di un lavoro di metrica, di sintesi e di rime anche nascoste faticoso, di consonanze e assonanze”.

“Ho letto anche alcune interviste di Lucio Dalla che parlava delle rime come forma di verità. In fondo è anche un lavoro umano sull’ego, per cui l’artista non deve fare il compitino da bravo perché le canzoni devono essere leggere, devono volare e tu devi scomparire”.

E proseguendo in merito alla genesi di ‘Un segno di vita’, Vasco Brondi lo confronta con il lavoro precedente, ‘Paesaggio dopo la battaglia’ del 2021. “Venivo un disco molto scuro, scritto nel lockdown, e risentendolo ancora oggi mi rendo conto di quanto fosse cupo. Forse questo album pieno di fuochi e scintille è anche una reazione al fatto che si dice che questi siano tempi bui. Allora, ho cercato di rintracciare i segni di vita di questi tempi pensando a quanto le canzoni possano essere fuoco in una notte”.

Foto di Valentina Sommariva da Ufficio Stampa

“Come diceva Calvino, è importante cercare e riconoscere nell’inferno quello che non è inferno. Bisogna sforzarsi, anche nell’inferno, di non essere inferno perché ci sono fuochi che bruciano ma illuminano. L’unico modo per conoscere e vivere i tempi che ci sembrano bui è entrarci dentro come in una stanza buia. Entrare e schiarirli noi, fare luce”.

E tra i fuochi che scaldano l’album, c’è la collaborazione con Nada. “Ci siamo conosciuti grazie a un amico comune che ci ha invitato in suo spettacolo a Reggio Emilia”, ricorda Brondi. “Ci siamo trovati sul palco insieme con Massimo Zamboni d è stato un grande incontro perché ci siamo riconosciuti come anime affini. Quando ho scritto Fuoco dentro ho pensato subito a lei ma ho impiegato mesi a mandarle il brano, e con grande cautela. Mi ha risposto subito dicendo che si ritrovava nella figura di donna cantata e ha accettato di duettare. Sono molto fiero che ci sia anche il suo fuoco in questo disco”.

Il tour instore e i live nei club

Vasco presenterà ‘Un segno di vita’ in occasione di un instore tour i cui appuntamenti sono:

  • 15 marzo – Milano, Feltrinelli Piazza Piemonte con Carlotta Sanzogni (ore 18.30)
  • 16 marzo – Roma, Feltrinelli Via Appia Nuova con Sandro Veronesi (ore 18.00)
  • 17 marzo – Firenze, Feltrinelli Piazza della Repubblica con Simona Baldanzi (ore 16.30)
  • 18 marzo – Torino, Circolo dei Lettori con Max Casacci (ore 21.00)
  • 19 marzo – Bologna, Galleria Acquaderni con Lodo Guenzi (ore 18.00)
  • 20 marzo – Verona, Feltrinelli Via IV Spade con Nicolò Vincenzi (ore 18.30)
  • 21 marzo – Ferrara, Sala Estense con Martino Gozzi (ore 19.00)

A seguire, Vasco Brondi sarà in tour nei club con otto date già sold out (IMARTS – International Music & Arts in collaborazione con Gibilterra Management). Questo il calendario:

  • 5 aprile – Livorno, The Cage SOLD OUT
  • 11 aprile – Roncade, New Age SOLD OUT
  • 12 aprile – Bologna, Estragon SOLD OUT
  • 14 aprile – Milano, Magazzini Generali SOLD OUT
  • 16 e 17 aprile – Roma, Largo Venue SOLD OUT
  • 18 aprile – Napoli, Duel Club
  • 19 aprile – Cosenza, Unical
  • 24 aprile – Senigallia, Mamamia
  • 26 aprile – Perugia, Urban
  • 4 maggio – Bologna, Estragon
  • 7 maggio – Torino, Hiroshima SOLD OUT
  • 8 maggio SOLD OUT e 9 maggio – Milano, Magazzini Generali

Informazioni e prevendite già disponibili su www.vascobrondi.it

Foto di Valentina Sommariva da Ufficio Stampa