Il nuovo EP di Paolo Benvegnù – ‘Solo Fiori’ – approfondisce il tema dell’Amore come vera rivoluzione: la nostra intervista.

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Si intitola Solo fiori il nuovo EP di Paolo Benvegnù uscito il 28 aprile. Cinque brani inediti che rappresentano una fotografia precisa del nostro paese, ma anche e soprattutto un momento storico. «Sono cinque brani come Ginnastica dell’Anima, è una macchina del tempo che coinvolge i sentimenti», dice in proposito il cantautore che – in queste tracce – vede l’Amore (inteso in senso lato) come l’unica forma salvifica.

«Stavo cercando di fare un disco che avesse una stretta consistenza con i miei ultimi quattro lavori. – ci racconta Paolo Benvegnù – Volevo dare continuità. Avevo pensato a un disco che parlasse di transmiserabilia, è un mio neologismo. In questo momento storico, siamo in trans rispetto alla percezione che abbiamo delle cose. Noi del primo mondo abbiamo la possibilità di sopravvivere pensando, senza dover badare al cibo come capita ad altre persone. Questo ci dà l’arroganza del Signore, ma la miseria del servo della gleba. Siamo schiavi di quello che percepiamo».

Partendo dunque dall’idea di fare «un disco di questo tenore», Benvegnù ha mosso la sua penna in questo senso. «Poi – ci spiega – mi son detto Ma se io seguo sempre il mistero e le cose piccole perché devo essere così evidente?». E, come una preziosa scoperta, il cantautore è arrivato alla conclusione che «la vera controindicazione sia l’amore».

L’Amore è controrivoluzionario

Può l’Amore essere una risposta all’idea di transmiserabilia? Per Benvegnù, ovviamente, sì. «L’Amore – ci dice – è controrivoluzionario. Non ha nulla a che vedere con la ragione. Pensando in questo modo, ho scritto milioni di canzoni di amore. All’interno del senso e dell’irrazionalità dell’Amore, c’è anche una boutade: Italia pornografica». Italia pornografica apre, di fatto, la tracklist di questo EP. Mai come in questo caso Paolo Benvegnù ha prestato il fianco all’ironia. «È un brano che ha a che vedere con l’italiano e con il mistero delle proprie origini. Se lo risolvi, non è più amore ma pornografia».

Un mondo affascinante la pornografia, ma pur sempre «una punta estrema». «Non uso quasi mai l’ironia perché non la ritengo così onesta. – dice il cantautore – Anzi, è forse un po’ ipocrita. È come se usassi uno stilema per stigmatizzare lo stilema stesso. Questo brano mi è uscito guardando un centro commerciale dal di fuori un sabato pomeriggio. Era troppo evidente. Se fossi riuscito a portare avanti il progetto iniziale, la mia auto-censura forse lo avrebbe eliminato dalla tracklist».

Solo fiori tra verità e profondità

Boutade di Italia pornografica a parte, l’EP Solo fiori sembra piuttosto frutto di una consapevolezza. «Mettiamola così. – ci dice Benvegnù – Farò un piccolo excursus: ho questa fortuna di svegliarmi senza ricordarmi nulla di cosa ho fatto nella vita il giorno prima. Ho coscienza di ciò che faccio, ma mi sento uno studente ogni giorno. Questo mi obbliga ad avere le percezioni accese. Finisco la giornata spegnendomi e pensando di aver capito qualcosa. Il giorno dopo, invece, riparto da zero. È la mia maniera di vivere».

Eppure, il concetto di amore deve pur mutare in base all’esperienza. «Credo che l’amore sia poetico e rivoluzionario perché ha a che fare con un noi e con una terza via. – replica – In questo c’è tutto: c’è il corpo, il sentirsi a distanza, l’impossibilità e le difficoltà personali che occludono la relazione tra te e l’altro. L’idea era esplorare questo tipo di cose che, nel tempo, ho esplorato in modo superficiale. Ora, sarà la senilità, ma mi sembra di essere andato in profondità. Per la prima volta penso di aver detto quello che pensavo senza coloriture romantiche».

Malika Ayane e il mondo al femminile

C’è solo un featuring in Solo fiori ed è quello con Malika Ayane sulla traccia Non esiste altro. «Malika ci ha fatto un regalo. – dice in proposito il cantautore – Mentre stavamo realizzando questo brano, abbiamo pensato che la sua voce fosse perfetta per l’intenzione. È un brano che parla di come ci si sfiora al risveglio, di gesti inconsci che fanno sì che la relazione sia unita in base allo sfioramento e non al possesso. Pensavo che Malika fosse perfetta e abbiamo chiesto al suo manager. Lei ha risposto in modo quasi commovente e ci ha mandato le tracce per mixare il brano. A noi è sembrato il dono di una madre e di una persona cosciente di cantare ogni parola».

Del resto, è lo stesso Paolo Benvegnù a dirci che – a suo parere – un mondo più femminile (nel senso più filosofico del termine) sarebbe auspicabile. «Tanti anni fa ho letto Il Vangelo secondo Maria di Barbara Alberti. – riflette – In questo libro Giuseppe non è un guardiano di Maria, ma assiste al prodigio e al miracolo. Se gli uomini riuscissero ad avere questo atteggiamento, il mondo sarebbe un po’ più femminile».

Foto di Mauro Talamonti