Il terzo album di MV Killa parte dal concetto di ‘Fede’ in tutte le sue sfumature. Un album ricco di consapevolezze: la nostra intervista.

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Venerdì 28 aprile è uscito Fede, il terzo album in studio di MV Killa. Un concept ben espresso dal titolo del progetto – e dalle grafiche – attraverso cui la penna del rapper sembra muoversi con sorprendente spontaneità. «Era da un po’ di tempo che volevo fare un progetto da solo. Volevo riaprire il capitolo che riguarda me e la mia musica. – ci dice MV Killa – L’album è nato in modo naturale. Sono una persona e un artista che le cose se l’è dovute guadagnare sudando e con il tempo. Durante il percorso ci sono stati momenti no, ma la caratteristica che mi ha sempre accompagnato è stata quella di crederci sempre. Anche quando non ci credevo più».

Il desiderio di MV Killa era quindi quello di «andare più nel profondo», ma – in questo senso – Fede è più «un esperimento, anche visivamente». La copertina infatti rappresenta «le sfide che devi intraprendere durante il viaggio». Tenendo a mente che, nella vita, «la sfida più grande è quella con se stessi». «Bisogna avere fede in se stessi, nella vita e in ciò che vuoi fare. – ci dice l’artista – E fede nel vincere le sfide che si presentano. Se vinci quella con te stesso tutto è più facile. Ho voluto mettermi in gioco e realizzare un album che, in questo periodo storico, ha un’identità forte. Ci tenevo ad affidare me stesso e far capire alle persone quanto ci tengo e fino a dove posso spingermi».

Il processo creativo dietro Fede

Fede è un album, non a caso, molto ricco. La tracklist vanta 13 tracce, ma di programmato alla fine c’è pochissimo. «Alcuni pezzi non si programmano. – ci dice MV Killa – Vivi delle cose ed è la tua emotività e il voler comunicare che te le fa uscire fuori. Alcuni di questi brani per me sono irripetibili. Dovrei vivere nuove cose». Il rapper ci confessa infatti di aver dovuto tenere fuori dall’album molte tracce: «Mi son divertito nei dettagli, me ne sono fottuto di tutti i ragionamenti che si fanno oggi durante la costruzione del disco. Parliamo di tempi in cui l’attenzione dura 20 secondi, ma me ne sono fregato lo stesso. Ho pensato che chi dovrà capire capirà e andrà bene così. E poi ho ridotto la tracklist a 13 brani perché non volevo allungare il brodo. Ho preferito fare tutto un concentrato». Ma ascolteremo mai le tracce escluse? «Poi vediamo, ma più sì che no», ci risponde (ridendo) MV Killa.

Inutile dire che la produzione di Fede è in gran parte affidata a Yung Snapp con qualche eccezione (Prince nella prima traccia, Geeno sulla decima e Andry the Hitmaker sull’undicesima). Un sodalizio che – al di fuori del mondo della SLF – ricorda i fasti di Hours. «Con gli anni, lavorando ai dischi, ho scoperto che mi piace tanto dedicarmi alla direzione della produzione musicale. – ci dice MV Killa – Sapendo un po’ cosa volevo fare e cosa esprimere, c’è stato un connubio musicale con Yung Snapp che è eccezionale, sa fare tutto e benissimo. Ci conosciamo bene, siamo fratelli. In più, però, ci conosciamo anche musicalmente. Lui ha saputo interpretare ciò che volevo fare».

I featuring

Anticipato dal primo singolo estratto Me Vogl Bene con il featuring di Geolier, l’album ospita le collaborazioni con alcuni fra i nomi più apprezzati della storica e nuova scena del rap italiano: da Guè, Madman & Gemitaiz passando appunto per Geolier, fino ai compagni di vita e musica del collettivo SLF (Siamo La Fam) Vale Lambo, Yung Snapp e Lele Blade.

«In realtà, quando scrivo un disco, devo capire qual è la bolla e poi entrarci e rimanerci. Quindi amo scrivere da solo senza producer. – ci svela il rapper – I pezzi li ho lavorati tutti io, solo dopo ho pensato ai featuring riflettendo su chi stesse bene su un pezzo. Credo di aver avuto ragione. Sapevo che avrebbero anche loro reagito bene a ciò che avevo proposto. Sapevo di dar loro qualcosa che li avrebbe fatti esprimere nel migliore dei modi, aggiungendo valore al pezzo». Va detto che, al netto delle collaborazioni, Fede non perde mai l’attenzione sui lati più intimi e sull’anima puramente artistica di MV Killa, che sembra raccogliere i frutti di una nuova consapevolezza.

In fondo, come canta lo stesso rapper in 25 Motivi, ‘a vittoria nun esiste, è cchiù nu stato mentale. «L’ho realizzato fin troppo presto. – ci dice – Nella vita, come nella musica, le vittorie arrivano dalle piccole cose, dalle soddisfazioni piccole. Quando riesci a fare qualcosa, poi vuoi ancora altro. E poi vorrai altro ancora e la vittoria non sarà mai appagante. Quindi sì, la vittoria è uno stato mentale. A volte si vince anche stando soli e sereni nella vita».