Antonio Maggio ci racconta il nuovo disco, ‘Maggio’, prima parte di un percorso più ampio che porta al centro il fattore musica.

loading

Venerdì 24 marzo è uscito su tutte le piattaforme digitali Maggio, il nuovo disco di Antonio Maggio. Un no-concept album – o almeno così lo definisce il cantautore – composto da sei brani paragonabili a sei quadri, tutti differenti tra loro, registrati insieme a un’intera orchestra di 26 elementi. «È stata più che altro una necessità. – ci dice Antonio – In un momento generale, soprattutto dopo il Covid, di riscoperta dei valori mi sembrava anche giusto e doveroso ridare valore alla musica. Dirò una cosa ovvia, ma l’unico modo per valorizzare la musica è suonarla. Negli ultimi anni abbiamo assistito e stiamo vivendo una fase di dischi fatti in casa. Ci sono generi che necessitano di queste caratteristiche, ma non bisogna perdere di vista l’essenza della musica. Non è più tanto scontato».

Da qui l’idea di «riportare a una centralità il fattore musica. – dice il cantautore – Mi ha aiutato portare in studio un’orchestra di 26 elementi d’archi, una sezione fiati, la ritmica. È stato un lavoro fatto con una comunità di intenti. Siamo entrati in studio proprio con la voglia di fare un disco del genere ed è venuto proprio come lo volevo. L’autenticità del sound si sposa con un nuovo modo di raccontare le tematiche più intimo».

I sei quadri di Maggio

Da dove nascono i sei quadri dell’album? E quale ispirazione si cela dietro di essi? Secondo Antonio Maggio, sono semplicemente frutto di sperimentazione. «Sono canzoni che ho scritto in momenti diversi. – aggiunge – Non c’è stato un flusso continuo e creativo, ho scritto più di questi sei brani ed è stata una scelta precisa quella di pubblicare questa shortlist. Non volevo disperdere canzoni, viviamo pur sempre nel periodo di Spotify. Maggio è quindi la prima parte di un lavoro più ampio. Non c’è un fil rouge, ma sono realmente sei quadri estemporanei con sei tematiche differenti. Sei vestiti stilistici diversi dove il filo conduttore sono il mio punto di vista, il mio linguaggio e la mia penna».

A proposito di temi intimi e autobiografici, spicca nella shortlist l’intimismo di Quanto sei bella Lecce. «È la canzone più autobiografica del disco. – ci dice Antonio – Lecce è la mia terra, non ha bisogno di presentazioni perché è conosciuta in tutto il mondo. Accanto all’esaltazione c’è il mio percorso personale, la mia crescita. Ho cercato di darle un abito elegante, quasi a custodire questo scrigno di ricordi che ho aperto». Impossibile poi non citare un brano come Una formalità, che per Antonio «rappresenta l’intento dell’album»: «Credo che sia – spiega – la canzone che racconta meglio questo mio nuovo punto di vista. Anche a livello inconscio, sono sempre andato controcorrente come i salmoni. Ho sempre sentito la necessità di dissacrare un momento generale in cui ci si prendeva troppo sul serio. Ultimamente siamo circondati da tanta superficialità, dovremmo ricominciare a guardarci un po’ più dentro e a scendere in profondità. Questo brano parla di un ricordo che si trasforma in un ritorno e nasconde al suo interno un piccolo segreto, che è quello di aspettarsi».

Antonio Maggio, 10 anni di carriera

Anche per questo costante mettersi a nudo, l’album porta il nome del cantautore. E poi il disco «rappresenta la mia identità ora. – dice Antonio – E nel 2023 ho anche festeggiato il mio decennale di carriera. Sono molto autocritico e, prima di pubblicare qualcosa, mando al manicomio le persone che mi stanno accanto. Ma mi ha colpito la collaborazione spasmodica con le altre persone e mi ha sorpreso vedere gli altri sorpresi da questo nuovo linguaggio. Forse si aspettavano uno spunto più ironico, ma per me non è una novità mettermi un po’ più a nudo».

Nel futuro prossimo, dunque, arriverà «un’ipotetica seconda parte, l’ho già anche prodotta in studio». «L’autenticità del sound resterà questa. – conclude il cantautore – Maggio ha questa shortlist perché mi piaceva l’estemporaneità nell’unione di queste canzoni. Poi, per un cantautore è fondamentale stare sul palco. Dopo Pasqua sarò a Buenos Aires per un concerto acustico solo piano e voce in cui presenterò in una chiave ancora più intima queste canzoni. E aspettatevi a brevissimo l’annuncio di nuovi appuntamenti».