Angelica ci racconta il nuovo album ‘Sconosciuti Superstar’, uscito l’8 marzo: la nostra intervista alla cantautrice.

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Si intitola Sconosciuti Superstar il nuovo album di Angelica, disponibile da venerdì 8 marzo (Factory Flaws, distribuito da The Orchard). Il terzo album della cantautrice esce nello stesso giorno in cui, cinque anni fa, è stato pubblicato il primo disco Quando finisce la festa («In parte è stato voluto, in parte è successo», dice Angelica) ed è stato scritto con la partecipazione di Calcutta e Domenico Finizio.

Le registrazioni hanno goduto di un’atmosfera intima – tra mura domestiche e musicassette – che ha aiutato Angelica a distaccarsi in parte dalla «formazione rigida che ho sempre applicato anche in musica». «Bisognava stare in studio per ottenere un certo risultato. – ci dice – Poi ho capito che lo stesso risultato può essere migliore se è aiutato da un’energia rilassata e meno impostata. Gli studi servono, ma così c’è anche una parte di energia e rilassatezza che non avevo mai provato prima. Ed è stato utile, perché ricordo il processo con il sorriso: ne ha giovato l’album anche a livello musicale, abbiamo fatto più esperimenti».

Angelica e la dimensione intima di Sconosciuti Superstar

Sconosciuti Superstar è dunque in parte anche figlio di lunghe giornate in casa – tra Bologna, Milano e «la mia Brianza» – durante le quali «davanti a un pianoforte o allo schermo del pc», Angelica scriveva brani «in solitudine non triste, ma più di riflessione»: «La parola giusta è intimo ma sono contenta che in seguito siano subentrate altre mani», commenta. La tracklist risente molto di questo processo creativo: le canzoni scorrono quasi in progressione crescente, come nella setlist di un live.

La prima traccia è, ovviamente, la title track («La seconda canzone che ho scritto», dice Angelica). «A me succede sempre che inizio a scrivere e poi ho un pezzo che mi indica la strada. – commenta la cantautrice – Quando è uscito quel pezzo, ho pensato che il disco si darebbe chiamato così. Mi ha dato una strada per le analisi che ho fatto e che sono personali, ma anche rivolte all’esterno rispetto al disco precedente. Ho aperto la finestra e il modo in cui Sconosciuti Superstar mi ha detto di proseguire è stato molto dolce».

Più schietta e più malinconica

Nel complesso, Angelica si dice – rispetto al passato – «più schietta e stronza su certe tematiche, ma sempre con dolcezza perché nella vita sono così». E così, nell’album finiscono per mescolarsi consapevolezza, dolcezza e malinconia. Un brano come Contromento, ad esempio, nasce pensando «al conflitto in Ucraina mischiato a immagini di vita mia personale, influenzate da quanto stava succedendo fuori. È un mischione emotivo». Surfare è stato invece registrato interamente su musicassetta, un concept che Angelica spera di portare anche sul palco in tour. «Ho studiato due situazioni – spiega – una su cassetta per situazioni più intime, con un boombox, e l’altra per i live più canonici. Non voglio avere la band perché vengo da quel background, ma più un ibrido con poche persone sul palco».

Del resto, Sconosciuti Superstar sembra per certi versi il prosieguo di un percorso iniziato per Angelica ormai anni fa: «Ho capito in generale, e anche a livello umano, di essermi tolta di dosso convinzioni che nascevano più da insicurezze che dalla realtà. – ci dice – Tra queste, c’era il bisogno di avere sovrastrutture o un apparato alle spalle. Ma, per come sono io ora, non mi serve. Sono più a contatto con cose che prima avevo paura di affrontare».