Paolo Belli ci racconta lo spettacolo ‘Pur di far commedia’, ma è l’occasione per parlare anche di Sanremo, musica e spettacolo.

Archiviata un’altra stagione di successo con Ballando con le Stelle, un tour e un nuovo disco, Paolo Belli dal 28 gennaio torna a teatro con Pur di far Commedia. Evoluzione naturale di Pur di fare Musica, messinscena che ha riscosso il riconoscimento della critica e del pubblico nelle stagioni precedenti, vede l’artista raccontare le mille peripezie e i colpi di scena vissuti in tanti anni di carriera. Fra provini esilaranti, musicisti strambi ma geniali e momenti di riflessione, Belli ci porta alla scoperta del suo mondo e della vita dei musicisti.

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Ho intervistato Paolo Belli su Zoom per farmi raccontare di questo nuovo show e ne è nata una bellissima chiacchierata, tra confessioni, sofferenze e aneddoti condivisi. Confesso a Paolo dopo poco che parliamo che comprendo quello che mi racconta perché conosco un po’ la vita dei musicisti con tutti gli annessi: le tribolazioni, le gioie, i momenti di sconforto… anche il mio compagno condivide il suo stesso mestiere e la sua stessa passione.

“Allora non ti racconto nulla di nuovo, sai già tutto! Non ti dico cosa mi dice mia moglie perché penso tu lo possa immaginare!”.

Paolo Belli

Uno spettacolo che con ironia e leggerezza, mette in evidenza luci e ombre di un lavoro che ancora oggi non viene considerato come tale, etichettato come un divertimento. Una passione.

“Ti racconto una storia che ogni tanto dimentico, ma che bisogna invece me la ricordi sempre. Mia nonna, come mio padre e mia madre, mi diceva sempre Ma a parte il cantante, che lavoro fai?. Così una volta, quando avevo appena cominciato ad essere pagato abbastanza bene per fare questo lavoro, ero a casa di mia nonna e le dissi: Nonna, guarda che io a fare questo lavoro adesso guadagno questi soldi. Lei rispose: Oddio va a rubare!. Perché per lei non era possibile! E tuttora capita spesso che le persone non lo vedano come un lavoro e continuino a dire: Sì vabbè ma a parte questo?. Oppure mi sono sentito dire che noi musicisti siamo sempre contenti perché veniamo pagati per una cosa che faremmo anche gratis. Ma vedono solo il momento del palco. Non sanno che magari abbiamo studiato tanti anni, che quel giorno per arrivare sul palco abbiamo fatto 300 km, abbiamo cercato di lasciare a casa tutti i pensieri (e quindi abbiamo la fortuna di avere poi a casa delle persone che risolvono i nostri pensieri); non è che noi non li abbiamo. Ce li abbiamo come tutti. Veniamo pagati magari per stare sul palco un’ora e mezza. Insomma, capita di stare via da casa per molto più tempo per quel momento di felicità. E siamo da sempre dei precari. Perché spesso non sappiamo se lavoreremo il giorno dopo, il mese dopo…”.

I no, le chiamate che non arrivano e la voglia di mollare

E allora come si fa a trovare la voglia di andare avanti, di non crollare sotto queste incertezze, sotto quei demoni che si piazzano sulla spalla e cominciano a lavorarti ai fianchi quando la chiamata non arriva e non sai se riuscirai a pagare le bollette, facendoti mettere in discussione tutto?

“È una grande domanda. Mi commuovi. Perché è proprio così. Dove trovi la forza? Forse aveva ragione John Belushi quando diceva Siamo in missione per conto di Dio. Ora la loro era veramente una missione perché dovevano salvare un convento; la nostra è salvare noi stessi”.

Perché i momenti di buio li hanno conosciuti tutti, anche i nomi più grandi della musica. E quando quei momenti arrivano, non solo non sono facili per i musicisti, ma nemmeno per chi gli sta vicino.

“Mia moglie mi ricorda che quando canto sono felice, sono divertente sono addirittura sexy per lei! Mi vede sereno sul palco. Ed in effetti, parlo per me ovviamente, quando sono fuori dal palco ho 1000 dubbi, mi faccio 1000 domande; ma quando sono sul palco ho il controllo di me stesso. E mi stupisco quando mi capita di rivedermi. Perché mi sorprende vedere la serenità con cui magari ho gestito una cosa piuttosto che un’altra. Quindi forse più semplicemente la risposta alla tua domanda è che guardandoci intorno vediamo che non siamo capaci di fare altro e quindi facciamo questo che è quello che ci viene meno peggio”.

Pur di far commedia: “Vi racconto la vera vita di un artista: non è tutto lustrini e grandi ristoranti”

Tra un confessione e l’altra, una battuta sul fatto che tutti i musicisti sono cintura nera di ristoranti in prossimità delle uscite autostradali o potenziali incarnazioni dell’analisi di mercato per sapere qual è il panino più gettonato dell’autogrill, Paolo Belli mi dice che nel suo spettacolo ha cercato di portare proprio tutto questo mondo. E al suo fianco ha scelto i compagni di una vita, un gruppo di musicisti di grande talento che continuano a condividere con lui la stessa follia.

“È uno spettacolo divertente, in cui si ride. Raccontiamo tutto il percorso che c’è da fare per arrivare a fare uno spettacolo, partendo dai provini! E facendo questo racconto, uno si accorge anche che la vita di un artista non è tutta rose e fiori, esistono anche dei momenti in cui ti guardi attorno e devi comunque andare avanti. Il tutto condito da momenti musicali realizzati da bravissimi musicisti: ogni blocco di racconto è chiuso da un brano”.

Paolo Belli racconta ad esempio la sua prima volta a New York quando un italo americano gli andò incontro dicendogli Sei il mio preferito, ti guardavo sempre in televisione. In realtà lo aveva scambiato per Pupo! Ma questo spunto è un’occasione per fare un omaggio al grande Renato Carosone con Tu vuò fà l’americano.

“La vita di ognuno di noi è un romanzo, ma questo spettacolo vale pena di essere visto perché è veramente divertente. Tutti pensano che per gli artisti sia tutto limousine e grandi ristoranti, ma in realtà siamo dei saltimbanchi! E Pur di far commedia lo racconta benissimo, grazie alla scrittura di Alberto Di Risio”.

L’insegnamento di Milly Carlucci e il palco di Sanremo

Parlare con lui è un piacere, ma il tempo è tiranno e dobbiamo salutarci. Prima di farlo, però, gli chiedo quale sia il più grande insegnamento che ha appreso da Milly Carlucci durante tutti questi anni e se sente il richiamo del palco di Sanremo.

“Da Milly ho imparato tantissimo, ma se devo citare solo una cosa allora ti dico l’educazione. Di ricordarsi sempre di essere educato perché stai entrando in casa delle persone e non sai chi c’è dall’altra parte: un bimbo, una mamma, un padre… Devi essere libero di dire quello che ti piace, quello che vuoi dire, ma farlo sempre con educazione. Questa è la cosa che mi ha insegnato e che continua a insegnarmi”.

Per quanto riguarda il palco dell’Ariston, che Belli ha calcato già tre volte, se avesse la canzone giusta che lo rispecchia non direbbe di no. Il Festival di Sanremo è una vetrina importante che consente di concentrare in una settimana un lavoro di promozione che sarebbe lungo mesi. La prima volta che lo calcò era il 1989 insieme ai Ladri di biciclette: vennero eliminati dopo la prima serata ma ebbero un successo straordinario al di fuori del Festival. Due anni dopo tornarono, forti del successo ottenuto, e ricevettero una doccia fredda. Non solo non andò benissimo il festival, ma seguì un periodo di poco successo. La terza volta lo calcò con Pupo e Youssou N’Dour.

“Credo che sia importante suonare davanti ad un pubblico. Che sia al Festival di Sanremo o che sia un provino o in un concerto piccolissimo o per strada. Fausto Mesolella una volta mi disse Paolo, il pubblico si conquista uno alla volta, e questo lo fai solo andando sul campo. Quindi ben venga Sanremo ma ben vengano anche i concerti dal vivo. C’è bisogno di condivisione. E la musica se condivisa live ha una forza che non ci sta Instagram non c’è TikTok non c’è social che tenga. Questo è proprio il succo della commedia dello spettacolo.”

Sul palco con Paolo Belli ci saranno: Juan Carlos Albelo Zamora, Gabriele Costantini, Mauro Parma, Enzo Proietti, Gaetano Puzzutiello, Peppe Stefanelli e Paolo Varoli

Pur di far commedia: tutte le date

25 gennaio 2023 (data zero) – Teatro Comunale Diana di Nocera Inferiore (Sa)
28 gennaio 2023 – Teatro Cinema Palanoir di Courmayeur (Ao)
2 febbraio 2023 – Teatro Nuovo di Cannobbio (Vb)
3 febbraio 2023 – Teatro Giuditta Pasta di Saronno (Va)
4 febbraio 2023 – Teatro Mattarello di Arzignano (Vi)
5 febbraio 2023 – Teatro San Domenico di Crema (Cr)
17 febbraio 2023 – Teatro Alessandrino di Alessandria
18 febbraio 2023 – Teatro dei Fluttuanti di Argenta (Fe)
24, 25, 26 febbraio e 1, 2, 3 e 4 marzo – Teatro Al Massimo di Palermo
16, 17, 18 e 19 marzo – Teatro Troisi di Napoli
25 marzo 2023 – Teatro Curci di Barletta (Bat)
31 marzo 2023 – Teatro Flavio Vespasiano di Rieti
1 e 2 aprile 2023 – Teatro Comunale Traiano di Civitavecchia (Rm)
6 aprile 2023 – Teatro Olimpico di Roma

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