Al via mercoledì 25 gennaio su TV8 la nuova edizione di ‘Name That Tune – Indovina la canzone’, che conferma alla guida Ciro Priello e Fabio Balsamo dei The Jackal.

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Mercoledì 25 gennaio, in prima serata su TV8, torna Name That Tune – Indovina la canzone, la gara musicale tra volti noti. Con un appuntamento settimanale in prima visione assoluta, lo show prodotto da Banijay Italia mette in sfida due team – uomini vs donne – che si mettono in gioco all’ultima nota per conquistare il passaggio alla puntata successiva. Confermati alla conduzione per il secondo anno consecutivo, Ciro Priello e Fabio Balsamo del collettivo The Jackal ci raccontano le novità di stagione.

“Quest’anno partiamo con una consapevolezza in più”, esordisce Ciro. “Il primo anno è stato anche un motivo per di studio per noi, perché era la prima volta che si conduceva un programma TV. Adesso ovviamente abbiamo molta più con consapevolezza in questo senso. Abbiamo cercato quest’anno di portare delle novità, sia in termini di gioco sia nelle dinamiche del nostro rapporto di coppia”.

“È una stagione lavorativamente più impegnativa”, aggiunge Fabio. “Se la prima ci è servita un po’ a comprendere certe dinamiche, in questa proviamo a dare un maggior apporto per quanto riguarda la nostra identità anche come The Jackal”.

Name That Tune
Foto da Ufficio Stampa MN

E parlando di novità, due giochi inediti si aggiungono a quelli delle precedenti edizioni, animando la sfida tra uomini e donne. “Il gioco della musica è il fattore organico che lega tutto il programma”, prosegue Balsamo. “Noi abbiamo trovato semplicemente delle forme nuove con cui strutturare due nuovi giochi. Uno è Doppio mito che nasce come scherzo a Ciro perché quest’anno lui canta la sigla, balla, imita… Io lo prendo in giro per il suo protagonismo, e il mio ruolo è un po’ anche riportarlo con i piedi per terra”.

“Quest’anno canta imitando la voce di alcuni cantanti ma su brani di altri interpreti, mentre io conduco: anch’io mi ritaglio un piccolo spazio senza mai toglierlo al maestro Ciro Priello”, scherza. “Diciamo che sono un cantante smemorato”, spiega Priello. “Imito famosissimi italiani che si esibiscono sul palco di Name That Tune e dimenticheranno versi famosi delle loro canzoni sostituendole con altri versi. Versi che, ovviamente, i concorrenti devono individuare indovinando poi il verso corretto della canzone originale. E faccio tutto sempre nel nostro stile autoironico e parodistico”.

Band, ironia e improvvisazione

Quanto è importante la presenza della band dal vivo nella costruzione dei vari momenti? “La band ci dà modo anche di poter improvvisare, e succede molto spesso soprattutto in Canzone recitata”, confermano i due conduttori. “In generale, permette di poter aggiungere ancora più gag a quello che in realtà è uno studio molto attento in ogni gioco. Le dinamiche tra noi non sono mai del tutto improvvisate, hanno comunque una preparazione di fondo ma è chiaro che, all’interno del programma, cerchiamo di far sembrare come se il tutto fosse improvvisato”.

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“La voglia di parodizzare e comunicare su una struttura consolidata, che è lo studio della conduzione del programma, è alla base di un ascolto molto intenso di quello che succede al momento”, proseguono. “Il fattore imprevedibilità resta sempre, ma con una predisposizione al gioco e un’attenzione all’ascolto di ciò che succede nello studio si riesce anche a estrapolare un momento nuovo. La band fa altrettanto: sono molto bravi a darci il sottofondo musicale adatto o a rompere certi momenti andando su un altro registro”.

“Succede come nel cinema”, aggiunge Ciro. “Quando i personaggi sono talmente strutturati anche il momento di improvvisazione è estremamente coerente rispetto al rapporto che hai portato fino a quel momento”.

Name That Tune
Logo da da Ufficio Stampa MN

La sfida, la vittoria, è un po’ la meta del gioco invece il divertimento è la strada”, aggiunge ancora Fabio Balsamo . “Quindi, pur mantenendo lo spirito competitivo, cerchiamo di non sfociare mai un dualismo serio ma di smontare i momenti più sfidanti con momenti divertenti. Bisogna saperli dosare, e questo è più un lavoro di Ciro, oppure quando io leggo un momento tensivo provo a introdurmi con un’improvvisazione. Di base i concorrenti sono molto bravi a prendersi in giro da soli quindi, pur essendo in alcuni casi competitivi, hanno un’enorme sportività. Nessuno è lì è lì per vincere la Coppa del Mondo, voglio dire…”.

“Il gioco è intrattenimento per tutto il programma e forse l’unico momento in cui viene fuori la sfida è con il Sette per Trenta”, prosegue Priello. “È un gioco talmente ‘sacro’, che è chiaro che viene fuori la competitività. Però l’obiettivo resta divertirsi il più possibile”.

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Ma che quale gioco metterebbe in difficoltà i due The Jackal? “Allora c’è un motivo per cui siamo dall’altra parte!”, scherzano. “Noi facciamo finta di conoscere tutte le canzoni …”. “Io per esempio, non sono molto bravo a indovinare le canzoni – dice Ciro – però il Doppio mito è uno di quei giochi che mi divertirebbe tantissimo fare dall’altra parte. Da appassionato di musica, è stato un lavorone per me cercare di capire come avrebbe concepito Giuliano Sangiorgi una canzone di Cristina D’Avena…”.

“Io, invece, farei difficoltà a fare il concorrente perché stanno in piedi”, chiosa Fabio. “Io invece sto seduto tutto il tempo quindi mi sembra vada tutto bene come deve andare”. “Al massimo potresti stenderti sul banco come ogni tanto fa Morgan…”, concludono i conduttori.

Nella prima puntata le squadre vedono in sfida Irene Grandi, Asia Argento, Benedetta Parodi e Vladimir Luxuria contro Nicola Savino, Morgan, Fabio Caressa e Angelo Pisani. Il programma è scritto da Pasquale Romano con Simone De Rosa, Magda Geronimo, Gianluca Giorgi e Peppi Nocera. La regia è di Alessio Pollacci.

Foto da Ufficio Stampa MN