Max Giusti ha inaugurato il nuovo anno aprendo le danze con una nuova stagione di ‘Boss In Incognnito’. La nostra intervista.

Max Giusti è tornato con una nuova edizione di Boss in incognito che non ha tradito le aspettative e si è confermato un programma amato dal pubblico. Un programma a cui le persone vogliono bene, come ci ha raccontato il conduttore durante un’intervista telefonica.

“È diventato un programma a cui le persone vogliono bene, questa è una cosa che mi piace molto. Non avrei mai pensato che potesse diventare un programma anche così mio in qualche maniera, in cui il pubblico un po’ mi mi identifica. Perché non era previsto nel mio percorso Boss in incognito qualche anno fa! E questo mi fa molto piacere perché poi alla fine il pubblico, le persone che guardano la televisione scelgono cosa vedere. Scelgono i loro prodotti, i loro programmi, i loro momenti in cui si sentono protetti. In fondo la televisione è anche questo. Cioè tu dici Ho un’ora e mezza, ho due ore libere, le passo a vedere Boss in incognito… e per me questa è una grande responsabilità e non sempre questo accade. Quindi sono molto contento”.

Max Giusti

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Max Giusti: le due anime di Boss In Incognito

Anche in questa edizione Giusti si è camuffato ed è entrato all’interno di alcune realtà lavorative. Un doppio ruolo il suo, quello di conduttore e di attore, che porta con sé una doppia soddisfazione nella realizzazione del programma.

“Ci sono due anime diverse: una è quella spaventata di quando vai in un posto sotto mentite spoglie e non ti devi far scoprire, sapendo che il fatto che non ti scoprano è vitale per la puntata. Non farti scoprire è la prima regola. Poi può capitare che qualcosa accada. Quest’anno ad esempio ci sono delle novità: persone che mi piantano in asso… ma non sono novità volute, piuttosto accadute! Per cui passi dal terrore dei primi 10 minuti ad una naturalezza che ti rilassa, perché ti accorgi che sei stato accettato. Magari sei stato ben voluto, piuttosto che redarguito dalle persone che ti fanno da tutor. Quindi dopo un po’ ti rilassi, vivi con loro… però devo dire che la cosa più bella è quando a loro viene attribuito quello che è giusto attribuirgli: meriti, a volte scatti di promozione. Perché spesso sono persone veramente molto meritevoli. Mi diverte anche quando alla fine scoprono di aver lavorato con me, perché dico Allora ce l’ho fatta a fregarli. Alla fine ci metti 5/6 giorni ad arrivare a quella situazione e non ti nego che è una bella liberazione quando finisce. Non perché sei stanco, sia chiaro, ma perché sei sotto pressione e sapere che è andato tutto bene e che magari hai fatto conoscere al pubblico delle persone fighe che sono i veri eroi di tutti i giorni è una grandissima gioia”.

Max Giusti

Ma c’è più tensione, pressione nel fare Boss in incognito (cioè nell’interpretare il personaggio di turno nelle diverse puntate), oppure quando devi interpretare un ruolo a teatro?

“Sono emozioni diverse perché a teatro il pubblico comunque vada c’è, ti ha già scelto a priori, ha deciso di comprare un biglietto per venire a vederti. Mentre per Boss in Incognito è diverso. Essendo un programma televisivo è già fatto, confezionato e quindi non ci possono essere gli errori di uno spettacolo live, ma hai una platea televisiva che a quel punto deve scegliere di vederti. E non ti nego che quando ti affidano il primo lunedì di ripartenza dopo le feste, da una parte è una grande soddisfazione perché è un grande riconoscimento da parte dell’azienda, che crede in te in un prodotto forte per Rai2, dall’altra hai un po’ di pressione. Sono due ansie diverse, in televisione speri che il pubblico ti scelga, a teatro quando lo vedi in sala sai che ti ha scelto e allora cerchi di ringraziarlo con una performance all’altezza”.

Max Giusti

Non farsi scoprire è difficilissimo e a livello attoriale è una prova di improvvisazione molto intensa.

“È come essere sempre in una fuga. Sei lì, e devi fingere sempre di essere un’altra persona: l’accento, il tono, i movimenti, devi spingere sempre”.

Max Giusti

 Ma questo fingersi qualcun altro, conquistare la fiducia di un’altra persona e poi alla fine svelare la propria vera identità, ha mai suscitato una reazione di delusione? Una sorta di tradimento per essersi confidati con qualcuno che si è rivelato poi essere altro?

“No, in realtà no. Forse anche per il grande affetto che ho ricevuto spesso dal pubblico. L’ho notato anche qualche mese fa in occasione del Marchese del Grillo. Non parlo del gradimento o meno del pubblico rispetto ad uno spettacolo o al programma; mi sono accorto di un grande affetto da parte delle persone, ho sentito un grande calore nei miei confronti. Spero di non essere un pazzo ed essermelo immaginato! Ma spero che questo rimanga così; ogni volta ho sempre avuto attestati di stima enormi non ho mai sentito, e ancora meno adesso, distanza tra me e pubblico tra me e le persone. Il nostro mestiere è fatto di andirivieni, di pressioni di confusioni di anni che passano, di vite che cambiano e vedere che le persone di me hanno un puzzle che si ricompongono a modo loro e che il risultato è di calore e affetto mi piace”.

Max Giusti

“Vorrei una televisione guidata da meno logiche aziendali”

Un affetto che Giusti si è conquistato negli anni grazie alla sua bravura e alla sua delicatezza e rispetto nei confronti di quel pubblico che in teatro e a casa sceglie di seguirlo. Per il 2023, il conduttore e attore spera che la nostra televisione trovi il coranico di dare più spazio alla creatività e alle collaborazioni tra artisti.

“Vorrei ci fosse un po’ meno logica aziendale e più coraggio. Sai la televisione è un po’ come la moda, è ciclica; si evolve, ci sono altri mezzi, oggi ci sono i canali tradizionali, ci sono i device, le piattaforme in streaming, l’intrattenimento non è più solo sulla tv generalista… insomma cambia. Ma vorrei che si tornasse ad avere tanta creatività, tanta commistione e non solo format. Mi piace vedere persone che stanno insieme, il varietà che si pensava fosse morto e invece sta tornando in maniera quasi tradizionale. Spero che sia una televisione calda che torni a creare”.

Max Giusti