La nostra intervista a Meagan Good, Jerrie Johnson, Grace Byers e Shoniqua Shandai, protagoniste di ‘Harlem’ su Prime Video.

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La seconda stagione di Harlem è finalmente disponibile su Prime Video dal 3 febbraio. La serie ideata da Tracy Oliver continua con le avventure di Camille (Meagan Good), Tye (Jerrie Johnson), Quinn (Grace Byers) e Angie (Shoniqua Shandai): proprio dal cast ci siamo fatti raccontare un po’ di novità su questi nuovi episodi.

«Nella prima stagione, abbiamo un po’ svelato i personaggi. – dice Jerrie Johnson – Ora però conoscete queste donne, quindi la seconda stagione è leggermente diversa perché affrontiamo vari temi. È un po’ come se la prima stagione avesse posto le basi di ciò che vedrete ora». «Esatto – aggiunge Meagan Good – nella seconda stagione le cose succedono e scoprirete come questi personaggi si muovono nel mondo. È fantastica, un po’ piccante».

L’idea è che, se nella prima stagione i protagonisti di Harlem avessero bisogno di carburare, nella seconda la storia ha realmente inizio. «È stato più complicato perché volevo elevare un po’ il personaggio. – ci dice Shoniqua Shandai – Prendere l’energia di Angie e renderla ancora più umana, più completa, più vulnerabile. Volevo mantenere il senso dell’umorismo della serie, mostrando però anche cosa ha passato nella prima stagione, quando tutto le è crollato intorno. Non che sia stato difficile, è stato più un gioco in ogni scena. Anche quando ride, voglio che si veda la sua umanità». Non che – come sottolinea Grace Byers – la prima stagione fosse «più superficiale», quanto più «un’introduzione ai personaggi». «Ora possiamo approfondire – continua la Byers – ma è stato un test. Gli scrittori stanno cercando di rendere questi personaggi molto umani e vicini agli spettatori».

Harlem e la solidarietà femminile

Ciò che sicuramente spicca in una serie come Harlem è la capacità di raccontare la sorellanza. Soprattutto – ci dice il cast – quella tra personaggi di colore, che spesso sul piccolo schermo vengono descritti in altri termini.

«Nella serie è chiaro che queste ragazze siano più che amiche, sono sorelle. E, nella vita vera, questo si vede anche tra noi. – dice Meagan Good – Penso che quasi tutto nello show sembri realistico, i personaggi non sembrano caricature. E la cosa più positiva che trasmette è il fatto di poter essere te stesso davanti ai tuoi amici, sei accettato e amato incondizionatamente e non vuol dire che ti mentano». «E poi c’è un aspetto positivo che è quello della sorellanza black. – aggiunge Jerrie – Se penso ai reality in tv, credo che questo aspetto sia rappresentato in modi molto diversi, ma queste donne chiaramente si vogliono bene davvero. E ogni cosa deriva da questo, anche se ogni tanto ci sono fraintendimenti. Penso sia una cosa bellissima. Non so se l’ho vista da altre parti, almeno se parliamo di donne di colore».

Un altro lato positivo dello show – secondo il cast – è la sua capacità di raccontare poi la vita vera. «Iniziamo da dove avevamo lasciato. – racconta Jerrie Johnson – Non è trascorso un anno, perché è giusto mostrare in che modo questi personaggi affrontano le loro azioni». «Le decisioni – aggiunge la Good – hanno tutte delle conseguenze e ci dicono anche molte cose di noi stessi. È un processo ed è stato bello mostrare parte del viaggio di Camille».

L’importanza di trovare la propria voce

Chiediamo infine a Grace Byers e Shoniqua Shandai se pensano che oggi sia più facile o difficile trovare la propria voce.

«Sento che possa andare in entrambi i modi. – ci risponde la Shandai – Oggi ci sono tante voci, ma se le ascoltiamo tutte iniziamo a perdere rispetto per i nostri pensieri. L’accesso è troppo facile e si rischia di essere travolti, ci sono troppi spazi». «Proprio l’altro giorno riflettevo sul fatto che oggi ci sia troppa cacofonia. – aggiunge la Byers – Quasi devi fare uno sforzo per silenziare le voci».