Torna su Prime Video ‘Dinner Club’ con Carlo Cracco, nuovi ospiti e la conferma di Ferilli e Littizzetto. La nostra intervista.

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Dopo il successo della prima stagione, dal 17 febbraio torna su Prime Video Dinner Club. Prodotto da Banijay Italia per Amazon Studios, nella seconda stagione troviamo nuovi protagonisti e qualche conferma: in viaggio con lo Chef Carlo Cracco ci sono Antonio Albanese, Luca Zingaretti, Marco Giallini e Paola Cortellesi. Tornano invece – ma solo come ospiti fisse della cena finale – Luciana Littizzetto e Sabrina Ferilli. «Io torno per meritocrazia. – ci dice subito Sabrina Ferilli – Dovresti invece chiedere a Carlo come mai torna Luciana». «Sostanzialmente ho un debole per lei», risponde prontamente Cracco.

«Ci siamo fatte le cene. – commenta la Littizzetto – Eravamo le veterane e sapevamo come andavano le cose. Proprio per questo abbiamo mangiato un po’ meno. Son stati tutti molto bravi, Giallini è il più indisciplinato. Avrà rovesciato il vino sulla tovaglia non so quante volte».

Anche per questa edizione, Carlo Cracco ha scelto località italiane bellissime ma decisamente al di fuori dei circuiti turistici. Il Sud Tirolo per Albanese, la Romagna per Zingaretti, la Sicilia per Giallini e la Sila calabrese per la Cortellesi. Lo schema del format non cambia: in ogni viaggio, i protagonisti incontreranno gente del posto e assaggeranno prodotti locali per poi cucinarli nella cena conclusiva e condividerli con tutti i protagonisti.

Dinner Club, un elogio della convivialità

Sono tanti i punti di forza del format. Secondo Cracco, quello principale è lo «stare insieme a tavola, parlare e confrontarsi». Dinner Club sicuramente mette in luce l’importanza della convivialità, soprattutto nostrana (non è un caso che all’estero le cene particolarmente numerose siano chiamate cene all’italiana). «In questo periodo post-Covid è bello avere la possibilità della convivialità e della chiacchiera intorno alla tavola. Dedicare tempo al pettegolezzo. – dice la Littizzetto – Anche i dopocena di questa edizione sono interessanti». Mi permetto di aggiungere, tuttavia, che è anche il racconto del territorio e dei prodotti italiani a rendere Dinner Club un «programma speciale», come lo definisce Sabrina Ferilli.

Dimessi i panni del tiranno culinario, in parte pre-impostato nella cucina di MasterChef, in Dinner Club sembra emergere l’anima più pura di Carlo Cracco. Come succede ai suoi ospiti, è impossibile resistere alla genuina passione dello Chef nei confronti delle meraviglie del nostro paese, dei piccoli gioielli culinari nascosti in posti poco noti e persino alla sua naturalezza in questi viaggi spesso scomodi e selvaggi. Una dimostrazione che l’Italia sia in fondo una summa di storia, tradizioni e umanità che finiscono poi ogni giorno sulle nostre tavole: in questo, il tema della convivialità (tanto caro a Cracco) ha un senso decisamente più profondo. Curioso come la Ferilli ci faccia notare che Cracco poi sia in fondo «l’unica star internazionale» del programma.

Carlo Cracco, Sabrina Ferilli e Luciana Littizzetto: Dinner Club è «autentico»

«Io sono come lo spaghetto. – le risponde Cracco – Raccolgo il pomodoro, assorbo l’olio e poi lo restituisco in soddisfazione». Le sue compagne d’avventura fanno spallucce – del resto concordano più o meno tutti sulla difficoltà dello Chef nelle freddure – eppure un fondo di verità in questa metafora culinaria c’è.

«L’anno scorso – dice Sabrina – non sapevamo bene dove si andasse a parare, ma avevamo capito che questo format era diverso. C’è autenticità in quello che si racconta». Una verità che parte proprio dal burattinaio del Dinner Club e senza apparenti sforzi: nel Club – lo sappiamo – non ci sono regole, l’unica che resta valida è quella di godersi il viaggio e i sapori seguendo i binari del format. E, grazie a Cracco, abbiamo scoperto che col cibo si può imparare tantissimo, non solo sulle nostre radici ma anche e soprattutto sui nostri compagni di banchetto.