‘Lo Strangolatore di Boston’ arriva nella sezione Star di Disney+. Tutte le dichiarazioni della conferenza stampa.

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Il 17 marzo arriva su Disney+ Lo Strangolatore di Boston, film scritto e diretto da Matt Ruskin. Partendo dalla storia del serial killer Albert DeSalvo – che gettò Boston in un incubo tra il 1962 e il 1964 – Ruskin ha voluto in realtà raccontare la storia di Loretta McLaughlin (Keira Knightley), una reporter del quotidiano Record-American, che fu la prima giornalista a trovare una correlazione tra gli omicidi dello Strangolatore di Boston.

Mentre il misterioso assassino miete sempre più vittime, Loretta cerca di continuare le sue indagini insieme alla collega e confidente Jean Cole (Carrie Coon), ma il duo si trova ostacolato dal dilagante sessismo dell’epoca. Ciononostante, McLaughlin e Cole portano avanti la storia correndo un grande rischio personale e mettendo a repentaglio le loro stesse vite nel tentativo di scoprire la verità.

«Sono cresciuto a Boston – dice Matt Ruskin – e ho sempre sentito parlare dello Strangolatore di Boston, ma non sapevo nulla sul caso. E poi diversi anni fa ho iniziato a leggere tutto ciò che potevo e ho scoperto che questo mistero ha tantissimi livelli, pieni di colpi di scena. In un certo senso, era anche una storia della città, di come fosse a quei tempi. Il caso è diventato la mia ossessione e solo dopo ho scoperto di queste reporter, Loretta McLaughlin e Jean Cole, che avevano collegato i vari omicidi. Furono loro a dare allo Strangolatore di Boston questo nome. Ho pensato che fosse avvincente raccontare il caso dalla loro prospettiva».

Keira Knightley e Carrie Coon

Se Ruskin era completamente a conoscenza dei dettagli del caso, Keira Knightley confessa di averli scoperti «grazie alla sceneggiatura bellissima di Matt». Per quanto fosse sorprendente scoprire che queste due donne siano state in realtà cancellate dalla narrazione della vicenda. «Queste donne sono state fondamentali nel forzare i dipartimenti di polizia a condividere le informazioni – dice Carrie Coon in conferenza – e i loro nomi non sono mai neanche menzionati. È stato scioccante scoprirlo».

La storia di Loretta e Jean ha del resto colpito subito lo stesso Matt Ruskin, anche se esistono «pochissime informazioni su di loro». «Ho letto il necrologio di Jean Cole – racconta Matt – e menzionava le sue due figlie. Le ho cercate, una di loro aveva un profilo Facebook con una sola foto. In quella foto era abbracciata a una mia amica. Ho chiamato la mia amica chiedendole della fotografia e mi ha spiegato che era sua madre e che Jean Cole era sua nonna. Mi ha introdotto lei a entrambe le famiglie».

È in questo modo che Lo Strangolatore di Boston è diventato quello che Keira Knightley definisce una «canzone d’amore per le giornaliste investigative». «Evidenzia quanto sia importante avere donne al potere nel raccontare storie – continua l’attrice – perché sono queste due giornaliste ad avere capito che la storia fosse importante e da rendere pubblica per proteggere le donne di Boston. E credo anche che questa storia sia stata volutamente ignorata dagli uomini istituzionali».

Lo Strangolatore di Boston: poliziotti e giornalisti

A questo proposito, nel film c’è anche Chris Cooper nei panni di Jack MacLaine (all’epoca, il caporedattore). Cooper ha lavorato a fianco di Eileen McNamara, vincitrice del Pulitzer e giornalista del Boston Globe tra gli anni ’60 e ’70. Ma, soprattutto, alunna – in un certo senso – di Loretta. «Jack non è mai stato interessato agli omicidi – dice l’attore – ed era imbarazzante per la polizia di Boston. La verità è che erano tutti terribilmente sbrigativi nei confronti delle giornaliste. Eileen mi ha detto poi che gli editori avevano sempre una bottiglia di whiskey nella scrivania. Non un’atmosfera serena per le donne, non trovate?». Del resto, secondo Cooper, Jack ha cambiato idea quando Loretta gli ha fatto capire che la classe operaia (che lui liquidava con un «Non sono nessuno») era composta proprio dai suoi lettori, dal suo pubblico. Un personaggio controverso, quindi, in parte «mentore» e in parte «non il più gentile del pianeta».

Alessandro Nivola interpreta invece il Detective Conley. «Il suo personaggio – dice l’attore – è indiavolato perché la polizia non fa ricorso a tecniche più moderne e alla psicologia forense. Non è interessata a connettere gli omicidi». Del resto, sottolinea Mark, non dobbiamo dimenticare che questo caso risale a dieci anni prima «che venisse coniato il termine serial killer». «Alcuni dei detective su cui si basa il personaggio di Alessandro – continua il regista – erano molto aperti e interessati a sapere cosa stavano scoprendo Loretta e Jean».

L’unico a restare senza volto in questa pellicola, curiosamente, è proprio lo Strangolatore. «Questo film parla di identità e del mistero di chi sia il killer. O chi siano i killer. Era importante che non fosse rivelato, è un’area grigia. – precisa il regista – E inoltre non volevo rappresentare la violenza in modo gratuito, per questo molti attacchi non avvengono sullo schermo».