loading

Si è tenuta Domenica 11 ottobre, al Megastore Mondadori di via San Pietro all’Orto (MI), la presentazione del libro e del film di Suburra, il gangster movie di Stefano Sollima, già regista di A.C.A.B.- All Cops Are Bastards e delle serie televisive di successo Romanzo criminale e Gomorra. Nella pellicola sono presenti attori di grande spessore del panorama cinematografico italiano, tra cui Pierfrancesco Favino, Claudio Amendola e Elio Germano, che quest’anno si è aggiudicato il David di Donatello per 'Il giovane favoloso' Nel corso dell’evento, al quale hanno partecipato Amendola, Germano, Sollima e l’autore del romanzo Carlo Bonini, sono emersi numerosi particolari sulla produzione e sull’obiettivo del progetto, in sala da oggi, 14 ottobre 2015.

Ancora adesso sono in molti a chiedersi cosa significhi effettivamente Suburra. A spiegarlo è Carlo Bonini, che racconta la “Suburra” come “un luogo fisico che esiste tutt’ora; si trova a Roma alle spalle dei Fori, nel quartiere Monti. È una zona molto buia, e nell’antica Roma era il quartiere delle case di tolleranza, e il luogo dove plebe e patrizi si incontravano per portare a termine ogni tipo di traffico. Ma è anche il luogo simbolico delle diverse realtà che si mischiano, il luogo che la cronaca avrebbe poi chiamato “Terra di mezzo” (il riferimento è all’inchiesta su Mafia Capitale).

Nei giorni scorsi, come ormai saprete, è trapelata la notizia che Suburra diventerà una serie televisiva, la prima originale italiana di Netflix, che sbarcherà in Italia a partire dal 22 ottobre. Il regista ha voluto chiarire come “la notizia dei giorni scorsi sia uscita maldestra. Chiariamo intanto che le notizie sono due: Per prima cosa Suburra il film, oltre a uscire in varie nazioni europee, sarà distribuito su Netflix in Nord America, Sud America e Canada. Più di 50 milioni di spettatori ne avranno libero accesso. Poi, l’altra notizia, è che il film è apparso così interessante e appetibile per quel mercato che ci hanno chiesto di farne 10. Ma non si sa ancora nulla”. Nel corso di un’intervista rilasciata Funweek, il regista ha aggiunto: “sono rimasto ovviamente scioccato per due ragioni: una per la grande opportunità, perché ovviamente essere distribuiti su un mercato ampissimo, in contemporanea con l’uscita qua, è una cosa che ti fa tremare i polsi. Dall’altra, sembra meraviglioso il modello, perché il vero dato è che stanno cambiando i modelli”.

Intervistato da Funweek.it, Pierfrancesco Favino (il politico corrotto di centrodestra, Filippo Malgradi), alla domanda “Avete scoperto una Roma diversa?”,  risponde con tutta sincerità: “Mi viene da dire, purtroppo, no. Dopo la lettura del libro, piuttosto che dopo aver visto il film, la cosa che ho riconosciuto dentro di me è che so che esiste, so che ci circonda, so che ne faccio parte in qualche modo. E, infatti, la cosa che mi fa anche piacere – da un certo punto di vista – è che il mio non è un personaggio violento, è un personaggio squallido e che questo squallore possa essere legato al male, in realtà,  è un bel gesto di maturità, di quello che noi consideriamo il male dal punto di vista sociale. Perché, invece, fino a qualche anno fa sarebbe stato uno che cercava di essere vincente e basta. Invece che noi si abbia questa percezione vuol dire che una maturazione al nostro interno in qualche modo, anche dal punto di vista del riconoscimento di ciò che può essere pericoloso, c’è stato. E quindi questo ci distanzia da quei cinque anni in cui raccontiamo e che sono gli anni di questa storia”

 Claudio Amendola descrive così il suo personaggio (il 'Samurai') e la presunta etica che lo accompagna: "Fa parte di una malavita diversa. Una malavita, sembrerà assurdo, con dei valori. Con un’etica, criminale quanto vuoi, ma – in effetti – forse un briciolo d’anima quel personaggio ce l’ha"

Il regista Stefano Sollima ha poi concluso: “Mi sembra più di continuare il racconto di Romanzo criminale. Dopo romanzo criminale, a vent’anni di distanza, che succede? Avendo lavorato sia con Giancarlo De Cataldo (Romanzo criminale) che con Carlo Bonini (Acab), ho avuto il privilegio e l’onore di leggere il libro quando lo stavano scrivendo. Il titolo era bello e spostava l’atmosfera, creando una sorta di continuità spazio-temporale pazzesca. Sei obbligato a cambiare il tuo percorso normale e a scoprire cose che fisicamente non avevi mai visto o che comunque non avevi mai letto così. E’ la meraviglia del lavoro che faccio, e quindi ho scoperto delle cose della mia città che francamente non avevo notato, osservato e non sapevo esistessero

Quando gli è stato chiesto come è stato lavorare con Amendola, Favino e Germano, lui ha dichiarato che, in realtà, “sono tre attori straordinari, perciò non hanno bisogno di granchè. Penso che il compito del regista sia quello di avere uno sguardo esterno, complice, ma – allo stesso tempo – un pò esterno. Essere attento a quanto ciascuno di loro sul serio si cancella ed entra nel personaggio chiamato a raccontare”.