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Mentre il pubblico di Sanremo ironizzava sulla somiglianza di Emma Marrone con le due gemelline di Shining, il film per la regia di Stanley Kubrick andava in onda su Iris.

Tutti coloro che hanno scelto di non seguire il melenso Festival di Sanremo condotto da Carlo Conti, quindi, hanno potuto optare per l’horror psicologico che ha sconvolto generazioni.

Shining è noto non solo per i contenuti, ma anche per i retroscena e il lavoro maniacale di Stanley Kubrick sul set e durante la preparazione.

È noto l’aneddoto secondo il quale Stephen King, autore della romanzo a cui il film è ispirato, sia stato contattato dalla regista di 2001 Odissea nello Spazio di mattina all’alba, per comunicargli la sua volontà di dare vita a una versione cinematografica del libro.

Se la prima volta Stephen King rimase felicemente colpito dalla telefonata, presto gli passò l’entusiasmo, visto che, a quanto pare, Stanley Kubrick prese il vizio di chiamarlo in piena notte per porgli domande del genere "tu credi in Dio?", interrompendo il sonno dello scrittore. 

I contenuti orrorifici hanno inoltre conzionato molto attori, cast e location.

Innanzitutto, per il ruolo del bimbo figlio di Jack, Kubrick avrebbe voluto il protagonista di Incontri ravvicinati del terzo tipo. I coscienziosi genitori del minore hanno rifiutato una volta appresa la vicenda narrata e – dopo aver valutato circa 5000 bambini per la pellicola – la scelta è ricaduta su Danny Lloyd.

Danny Lloyd, inoltre, fino a 13 anni non sapeva di che cosa trattasse il film, la cui visione (censurata) gli fu consentita solo vero la maggiore età.

In un set abitato dal terrore, Kubrick si concentrò particolarmente sul sangue nell’ascensore, sul quale si accanì per ottenere un risultato verosimile e, per far entrare gli attori nel giusto "mood", li sottopose alla visione di Eraserhead, Rosemary’s Baby e L’esorcista.