Con Pinned into a dress, ci porta nel dietro le quinte della vita di Miss Fame al secolo Kurtis Dam-Mikkelsen. La nostra intervista

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Si intitola “Pinned into a dress” con Miss Fame ed è stato il cortometraggio di apertura della 37° edizione della SIC – Settimana Internazionale della Critica. Diretto da Gianluca Matarrese e Guillaume Thomas, il corto ci porta nel dietro le quinte della vita di Kurtis Dam-Mikkelsen, modello, artista e Drag Queen americana che abbiamo imparato a conoscere nella settima edizione di RuPaul’s Drag Race.

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Nel corso degli anni questa Queen è diventata più di una semplice showgirl, come ha raccontato lei stessa ai nostri microfoni.

“Il nome Miss Fame lo avevo in testa ancora prima di trasferirmi a New York. È nato quando avevo 18- 19 anni e frequentavo i bar. Giocavo già con i trucchi. Ma forse, la vera nascita di Miss Fame risale a quando avevo circa 7 anni e mi mettevo l’eye-liner di mia nonna quando non c’era nessuno in casa.”

Miss Fame ai nostri microfoni

Iniziato come un ‘gioco’ come un’espressione artistica, Miss Fame si è evoluta e trasformata in qualcosa di molto più reale e autentico per Kurtis.

“Dopo il reality e dopo aver cominciato a lavorare in tour con le altre Queens, ho sentito la mia verità, ho sentito un io più autentico rispetto a quello che appartiene al mondo delle Drag Queen in cui artisticamente sei portato a spingerti ai limiti. Ho capito che volevo smorzare questi eccessi, perfezionarli e portarli a qualcosa che fosse più riconoscibile, in cui qualcuno potesse sentirsi connesso. Quindi sì, ora mi sento più connesso con Miss Fame, perché è un riflesso della mia femminilità. È un’espressione del mio io e una celebrazione della mia identità”

Miss Fame

Crediti foto: Ufficio Stampa Settimana della Critica