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Dopo Buongiorno papà e Tutta colpa di Freud, Marco Giallini e Edoardo Leo si ritrovano sul grande schermo nella commedia Loro chi?, esordio alla regia cinematografica di un’altra coppia, lo sceneggiatore Fabio Bonifacci e Francesco Micciché, finora dedito per lo più alla tv.

Un grande e generale debutto, dunque, che ha il merito innanzi tutto di proporre al pubblico italiano una commedia diversa, che si allontana dallo stile e dal linguaggio attuale della italian comedy e si avvicina più al filone ‘truffaldino’ degli anni ’60 e ’70, arricchendosi anche di riferimenti ad alcuni action-movie provenienti da oltreoceano.

Il vero punto di forza di questa pellicola è però italianissimo e risiede nell’alchimia tra i due protagonisti: la coppia Edoardo Leo e Marco Giallini, infatti, funziona e stavolta la scena è solo loro, visto che non abbiamo a che fare con un film corale e dal cast fin troppo ricco. La dinamica prende vita grazie al rapporto tra David (Edoardo Leo), tipico trentenne italiano alle prese con problemi di lavoro e con una vita normale ai limiti del banale, e Marcello (Marco Giallini), un truffatore sui generis, convinto di regalare alle vittime dei suoi raggiri piccoli istanti di felicità. La sua ultima vittima – che sarà proprio David – farà fatica tuttavia ad apprezzare il ‘regalo’ di Marcello (si fa per dire) e, con l’obiettivo di riavere indietro ciò che gli spetta, finirà per condividere vita e truffa del suo antagonista, dando vita a una serie di colpi di scena e ad una catena degli equivoci che non solo divertirà lo spettatore, ma scommettiamo che lo indurrà a qualche riflessione, il che non è mai scontato né ‘cosa da poco’.

Se è vero infatti che la pellicola ben si presterebbe per un remake oltroceanico (come ironizzano ai nostri microfoni i due registi, precisando subito che si tratta di uno scherzo), è indiscutibile il fatto che i punti di riferimento su cui è costruita l’intera storia siano – ahimé – nostrani: dalla quasi impossibile scalata al successo dello scrittore David, perennemente impossibilitato a far carriera, al successo delle truffe di Marcello, che si fa beffa del modo tristemente italiano di considerare il mondo patinato dello showbiz e al ‘traffico illegale di favori’ generato dalla corsa al successo. Insomma, l’idea del ‘chi frega per primo, frega due volte’ è un mantra con cui nel bene o nel male siamo cresciuti, colorato in questa pellicola dall’accezione romantica che a volte l’illusione sia capace di renderci persino più felici.

“È tosta, perché l’illusione aiuta, ma poi tornare al reale è sempre una delusione cocente. – commenta Giallini – Nei film sì, ci aiuta”. “La cosa interessante è il concetto della composizione della realtà. – aggiunge Leo – L’originalità del film sta nel fatto che Marcello ti truffa, ma ti lascia la più grande emozione della tua vita. Lì per lì la vivi come una delusione, ma probabilmente tra 10 anni quella truffa sarà la protagonista delle tue cene, perché la racconterai ai tuoi amici”. Insomma, più che a godere della truffa, la morale della pellicola sembra un invito ad assumere il giusto atteggiamento nei confronti di sventure e disgrazie, a prendere per il collo l’hic et nunc e a non seguire le regole troppo pedissequamente, che il rischio è poi quello di restare schiacciati da esse.

E più che un remake non si potrebbe pensare a un sequel? “Ne abbiamo parlato, per ridere eh. – scherza Micciché – Sono già venuti fuori dei bei titoli, ‘Loro due’, ‘Noi chi?’, ‘Voi chi?’”. “Il culmine è ‘Io chi?’ – conclude scherzando Bonifacci – È il finale esistenzialista. No, diciamo che questa cosa la deciderà il pubblico, se sceglierà di andare a vedere questo film”.