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Ci sono edifici che hanno un’anima: così grande da poterne regalare un po’ a ogni visitatore. Sono i centri vivi della cultura e dell’esperienza artistica. Cattedrali della Cultura 3D è l’originale progetto in 3D di Wim Wenders che dopo il successo di Pina 3D, il tributo a Pina Bausch, dà ora voce a sei edifici chiave della storia umana, per la prima volta messi in scena nel loro vivere quotidiano.

MEDEA AL CINEMA PER UN GIORNO

Affrontano la sfida sei acclamati registi, ognuno con il proprio approccio artistico e scegliendo il luogo che più gli è vicino, tra quanti sono diventati manifestazione materiale dell’intelligenza umana e dell’utopia della bellezza.

 

Nasce così da un’idea di Wim Wenders Cattedrali della Cultura 3D che arriva al cinema solo per un giorno martedì 21 aprile distribuito da Nexo Digital e I Wonder Pictures in collaborazione con Unipol Biografilm Collection (elenco delle sale a breve disponibile su www.nexodigital.it). Scopriamo così su grande schermo la Filarmonica di Berlino, icona della modernità raccontata da Wim Wenders; la Biblioteca Nazionale Russa, impero silenzioso delle idee visto dagli occhi di Michael Glawogger; il Carcere di Halden, prigione modello che rieduca alla vita e al pensiero narrata da Michael Madsen; il Salk Institute, monastero della scienza in California ed eletto a suo soggetto da Robert Redford; il Palazzo dell’Opera di Oslo, una simbiosi futurista di arte e vita vista dallo sguardo di Margreth Olin; il Centre Pompidou, una macchina della cultura moderna raccontata da Karim Aïnouz. Scrigni della nostra memoria collettiva ma anche polmoni del nostro collettivo respiro raccontati in sei preziosi episodi raccolti in un unico film.

Come spiega Wim Wenders, ideatore del progetto e produttore esecutivo, “è stata una fortuna scoprire il nuovo linguaggio del cinema in 3D attraverso PINA, un’opera il cui soggetto – la danza – aveva un’enorme affinità con la tecnologia che stavamo usando. Era logico e necessario usare la tridimensionalità (…). Attraverso queste esperienze ho sviluppato l’opinione molto chiara che nel campo del documentario il 3D rappresenti un enorme passo avanti e possa davvero portare il genere a un livello totalmente superiore (…). L’incredibile vantaggio per i documentari è un’immersione amplificata che mette lo spettatore, come mai prima, “dentro a un luogo”, permettendogli di percepire l’architettura, ad esempio, come un’esperienza in uno spazio reale”.