A Le Invasioni Barbariche aveva anticipato l’arrivo di un progetto con la Disney e ora Arisa è pronta per presentare a tutti il suo brano Liberi, che fa parte della colonna sonora del film Cenerentola di Kenneth Branagh.

CENERENTOLA, PARATA DI VIP ALLA PREMIERE

Una collaborazione che Arisa ha abbracciato subito e accolto con gioia, visto che – come molti di noi – è una fan dei film Disney e dei bei finali, come ha confessato ai nostri microfoni.

 

Arisa: 'Anche la mia storia è una piccola fiaba'

“Ho detto sì, subito – ci confessa ridendo la cantante, reduce dall’esperienza sanremese – perché Cenerentola è una favola positiva, che va controcorrente rispetto alle mode odierne, piene di gente che deve criticare tutto e a cui non sta bene niente. Invece Cenerentola dice che la gentilezza e il coraggio rendono gli uomini migliori”.

E, a proposito di fiabe, Arisa rivela poi di sentirsi lei stessa una piccola Cenerentola: “La mia storia è un po’ strana e a suo modo è anche una piccola fiaba. Io vengo da un paesino molto piccolo della Basilicata, mia madre fa la casalinga, mio padre fa l’autista. Io ho vissuto praticamente in mezzo al verde e ai tacchini, alle pecore e ai maialini. Chi l’avrebbe mai detto che alla fine io riuscissi, solo con la mia voce e con la mia persona, a comunicare alla gente dei valori positivi? Quindi io utilizzo ogni spazio che ho per fare qualcosa per gli altri, quello che per me è giusto, canto canzoni positivie e di speranza. E le sfide mi piacciono molto, perché io credo nella necessità di vivere la vita appieno e di mettersi sempre in gioco”.

 

Arisa, l'esperienza sanremese e l'estero

Dopo aver parlato di favole, di principesse Disney e di canzoni (quella che ama di più è I Sogni son desideri) abbiamo poi avuto l’opportunità di incontrare Arisa a telecamere spente e, in quell’occasione, la cantante è tornata ad elogiare la pellicola di Branagh, ma ha anche parlato di Sanremo e del suo desiderio di avere una famiglia numerosa.

La collaborazione con la Disney continuerà?

Io mi metto a disposizione nel caso mi volesse fare attrice protagonista di uno dei suoi kolossal futuri. No, in realtà non ci sono altri progetti. Io ho un rapporto molto stretto con la Disney, non con i capi eh, con la cultura Disney. Perché Disney è un modo di intendere la vita e penso un valido aiuto anche per molti genitori. Per i miei ad esempio lo è stato. Che cosa ha fatto la Disney secondo me per la cultura mondiale? Ha instaurato il valore del bene, del lieto fine e la speranza. È una cosa che la religione ha provato a fare in molti modi, ma io penso che la Disney ci sia riuscita meglio.

Ti piacerebbe scrivere canzoni tue?

Sì, ma sai… io lascio fare il lavoro a chi lo sa fare. Io scrivo tante cose anche per i miei dischi, però sinceramente trovo sempre che le cose degli altri siano migliori. Perché non è che tu fai le cose solo per te quando hai la possibilità di parlare a tanta gente. Metti Sanremo: in quel caso parli a tantissima gente e devi parlare con responsabilità. Quando faccio un disco, mi propongo sempre di fare la cosa migliore che vorrei che ascoltassero i miei figli. Sono le persone che amiamo di più. Fino a quando non sarò in grado di fare le cose da sola, prenderò le cose migliori da dare agli altri.

Sogni di avere una famiglia?

Sì. Avrei dovuto iniziare prima, perché io sogno una tavolata tipo quelle che si vedono in Norvegia. Nei paesi nord-europei lo Stato aiuta molto le famiglie e quindi le giovani coppie hanno la possibilità di sposarsi prima e di fare tanti figli. E io ho sempre sognato di avere una tavola piena di bambini da accompagnare a scuola. Penso anche che i genitori siano meno in crrisi quando ci sono più bambini, si sentono meno protagonisti nel bene e nel male della loro vita.

Magari in Italia è più difficile?

Sì, me ne rendo conto. Sai, noi in famiglia eravamo 5, mio padre prendeva e continua a prendere uno stipendio molto molto umile. Penso che le grandi famiglie debbano crescere in campagna.

Sei una persona che vive alla giornata o pensi molto al futuro?

Io vivo di sogni. Passo anche molto tempo da sola in casa e l’immaginazione è parte della mia giornata. Io parlo da sola, proprio come quando ero bambina. Anzi, vi dirò di più: se io ho una persona in casa per molto tempo e non posso esprimermi liberamente nel mio soliloquio mi sento soffocare.

Difficile conciliare questo con tanti bambini…

Sai, io non ho avuto dei genitori molto convenzionali, nonostante io venga da una cultura molto particolare, fatta di valori molto terreni. A volte mia madre mi diceva ‘Non avere grilli per la testa’, però io vedevo che lei sognava, che mio padre sognava, quindi io ho appreso il sogno senza che loro mi dicessero che stavano sognando. E mi hanno insegnato a sognare. I miei genitori sono fantastici.

E cosa ne pensi del film?

Cenerentola è LA fiaba. Ma sai qual è il mio problema? È che io non so mai che devo fare, perché mi piace fare tutto. Cosa mi piace fare di più? Mi piace vivere.

Parlando di Sanremo, è stata un’esperienza positiva per te?

È stata un’esperienza molto positiva, anche perché avevo un ruolo marginale. Io ho un rapporto molto particolare con Sanremo, prima di tutto perché è una città che mi ha accolto dal primo momento e con cui sognavo di avere a che fare in qualche modo. Quando ero piccola e mi chiedevano che cosa vuoi fare da grande io rispondevo ‘Voglio andare a Sanremo’ e non sapevo bene a fare cosa. Per me proprio tornare nella settimana del Festival è stata una cosa importante, perché si respira un’aria di festa, è la festa della musica. E io amo la musica non solo da inteprete, ma anche da ascoltatrice. Per me anche stare sul palco e ascoltare i miei colleghi da vicino è stato un onore. E poi è la manifestaizone più longeva che abbiamo e che rappresenta la cultura italiana.

Ti piacerebbe andare all’estero?

Sì, mi piacerebbe molto. A Sanremo sicuramente tornerò come partecipante, però prima di tornare mi piacerebbe provare a fare qualcosa all’estero. Per ampliare. Altrimenti il lavoro diventa ripetitivo. Come dice la canzone della Disney: ‘Apri il tuo cuore alla vita, sorprenditi sempre’. Se non ti sorprendi più, diventa lavoro. E quando una passione diventa lavoro, non è più passione. In realtà quello che mi piacerebbe veramente è aprire una scuola di musica per ragazzi.