Quanto vanno (o non vanno) d’accordo burocrazia e tutela dell’ambiente? I dati di Yousign consegnano la maglia nera alle assicurazioni.

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Sono ben oltre duemila i fogli di carta che ogni mese le aziende stampano per far apporre una semplice firma. Un numero enorme che comporta una produzione di CO2 pari a circa 88 Kg. A fornire queste informazioni è una ricerca della startup francese Yousign che ha acceso i riflettori sui costi della burocrazia documentale delle aziende italiane. Quanto emerso, di fatto, evidenzia tutti i vantaggi della firma elettronica in Europa sottolineando quanto il potenziale della digitalizzazione e dematerializzazione sia ancora (ahnoi) sottovalutato nel Bel Paese.

“Con questi numeri, basterebbe ‘convertire al digitale’ l’1% del mercato, e quindi 40.000 aziende”, spiega Fabian Stanciu, Senior head of Sales di Yousign. E ciò farebbe “risparmiare 3520 tonnellate di CO2 ogni mese. […] In Italia, più che in qualsiasi altro paese in cui operiamo, il nostro lavoro inizia prima di fornire la nostra soluzione. La sfida è diventare ambasciatori della digitalizzazione e spiegare a imprenditori e manager quante implicazioni ci sono dietro una semplice firma”.

Carta aziende
Foto da Ufficio Stampa

Ma quali sono i settori più “spreconi” dal punto di vista documentale? Ecco i numeri rilevati dalla startup d’oltralpe.

Assicurazioni

Con oltre 104.400 documenti firmati (e stampati) al mese, quello dell’Insurance è il settore che produce la più elevata mole documentale. Ma, d’altro canto, è anche quello a più alta penetrazione di soluzioni digitali, con un processo di digitalizzazione e dematerializzazione delle pratiche assicurative che inizia a prendere piede. “I volumi non si fanno solo sulla firma delle polizze, ma anche sulla pre-contrattualistica”, spiega ancora Stanciu. “Tutta la documentazione fondamentale per poi procedere alla ricerca e alla stipula della polizza finale è spesso gestita in modo tradizionale”.

“Tuttavia, broker e agenzie si stanno digitalizzando molto velocemente, facendo di ‘necessità virtù’”, aggiunge. “La digitalizzazione documentale segue in modo naturale quella portata dagli strumenti di digital marketing. Oggi, molti più clienti assicurativi sono acquisiti online, e la firma elettronica è quello strumento che aiuta gli operatori a concludere online l’acquisto della polizza, in modo perfettamente legale”.

HR e Lavoro

Il segmento dell’HR e del Lavoro è il secondo in classifica per volumi documentali, con oltre 87.000 documenti firmati (e stampati) al mese. In questo caso, è stata la pandemia e i fenomeni emergenti di smartworking e telelavoro ad aver accelerato il processo di digitalizzazione. “Il settore del lavoro è stato totalmente rivoluzionato dai cambiamenti portati dalla pandemia”, osserva Stanciu. “La portata del cambiamento è evidente a tutti nelle modalità operative, ma significativi sono anche i cambiamenti relativi agli aspetti più”.

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“In questo caso – prosegue – digitalizzare i processi di assunzione per permettere le assunzioni interamente da remoto è stata una scelta obbligata. Abbiamo assistito a una crescita del +43% negli ultimi due anni nel solo segmento HR, e oggi il nostro cliente di punta fa firmare oltre 70 contratti ogni mese a nuovi assunti”.

Energia

Al terzo posto nella classifica delle industry più “sprecone” c’è il settore energia. Se è vero che ogni nuova attivazione, switch o cambio fornitore porta con sé contratti e scartoffie, questo è ancora più vero dopo la crisi che ha fatto impennare i costi. “Quello dell’energy è un settore da sempre molto tradizionale e, per questo, molto ‘cartaceo’, Come non pensare ai fogli da firmare ogni volta che cambiamo fornitore?”, commenta il Senior head of sales  di Yousign.

“Qui la digitalizzazione e la dematerializzazione non porta solo a meno impatto sull’ambiente, ma contribuisce a portare trasparenza nella industry. Firmare in digitale, infatti, contribuisce a portare consapevolezza e abilita molti dei nuovi operatori che stanno nascendo online”, conclude.

Foto da Ufficio Stampa