A Roma spunta una misteriosa lettera: “Domani mi licenzio”. Firmata A.M., nasconde un messaggio profondo e un QR che svela tutto.

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È comparsa senza preavviso su un muro del centro di Roma, nei pressi di Piazza San Silvestro, attirando l’attenzione di passanti e curiosi: una lettera d’addio al lavoro dal titolo inequivocabile, Domani mi licenzio”, stampata su un foglio A4, firmata con le iniziali “A.M.” e indirizzata ad un’azienda chiamata “sFrutta S.p.A.”. Sembra a prima vista una provocazione ironica, ma nasconde un messaggio più profondo. Anche perché, a renderla ancora più enigmatica, c’è un QR code in fondo alla pagina che promette di spiegare le “ragioni del gesto”. Ma qual è il vero significato di quel messaggio? E dove porta il codice QR?

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“Domani mi licenzio”: il mistero dietro la lettera di dimissioni comparsa sui muri di Roma

Andiamo con ordine e partiamo dal principio. Nel testo affisso ai muri di Piazza San Silvestro si legge:

DOMANI MI LICENZIO
Datore di lavoro
Responsabile delle Risorse Umane
sFrutta S.p.A.
Data: 22 ottobre 2025

Gentile Datore di lavoro,
Con la presente, desidero formalmente presentare le mie dimissioni dalla posizione di persona infelice presso sFrutta S.p.A., con effetto a partire da domani.
Questa decisione è stata difficile da prendere. Potete ascoltare le ragioni scansionando il QR code qui sotto.
Vorrei esprimere il mio sincero ringraziamento? Per niente.
Farò il possibile per non garantire una transizione fluida durante il mio periodo di preavviso; a cominciare da qui.

Vi auguro un futuro prospero e ricco di successi.
Cordiali saluti,
A.M.

Un tono decisamente sarcastico e liberatorio che ha colpito molti romani. Un messaggio addio al lavoro che diventa manifesto di chi si sente sfruttato e senza voce.

Dove porta il QR di quel volantino

Scansionando il QR, però, si arriva al brano Domani mi licenzio di Alice Mela, in cui l’artista canta: “Io domani mi licenzio e non me ne importa niente / Se non troverò di meglio, la gente non comprende”. Tra versi che oscillano tra rabbia e leggerezza, la canzone racconta il desiderio di riscatto di una generazione costretta tra lavori precari, affitti insostenibili e sogni messi sempre in pausa.

Il gesto, dunque, non è solo una provocazione urbana, ma una performance artistica: un modo per trasformare una lettera di dimissioni in un inno alla libertà personale e creativa.

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Photo Credits: Annarita Canalella