A Roma esiste un giardino che non sfiorisce mai: scopri il capolavoro nascosto di Livia a Palazzo Massimo, dove l’arte incontra l’eternità.
Nel cuore di Roma, a pochi passi dalla stazione Termini, esiste un luogo dove il tempo sembra essersi fermato. Al Museo Nazionale Romano – Palazzo Massimo si trova il viridarium di Livia, un affresco straordinario che trasporta i visitatori dentro un giardino che da oltre duemila anni non smette mai di fiorire.
Gli affreschi, datati tra il 30 e il 20 a.C., provengono dalla Villa di Livia Drusilla, terza moglie dell’imperatore Augusto, situata a Prima Porta. Originariamente decoravano una stanza ipogea, un ambiente seminterrato probabilmente usato come triclinio estivo, dove la frescura del sotterraneo offriva sollievo durante i mesi più caldi.
Perché si tratta di un giardino speciale
Entrando nella sala che oggi li ospita, sembra di varcare la soglia di un piccolo paradiso. Le quattro pareti sono interamente ricoperte da una pittura continua, che raffigura un giardino lussureggiante: alberi da frutto, rose delicate, melograni carichi, oleandri fioriti e palme eleganti si alternano tra 69 specie di uccelli raffigurati in volo o appoggiati sui rami. Ogni dettaglio è reso con un realismo sorprendente, dalle venature delle foglie alle ombre che suggeriscono il movimento del vento.
La profondità è resa grazie a un ingegnoso espediente pittorico: le piante in primo piano sono dettagliatissime, mentre quelle sullo sfondo appaiono sfumate, anticipando tecniche prospettiche che diventeranno tipiche solo nel Rinascimento.
Nonostante la stanza fosse sotterranea e priva di finestre, il pittore riesce a creare un’illusione di spazio aperto. La doppia recinzione dipinta lungo le pareti amplifica l’effetto prospettico, mentre la ricca varietà botanica e la disposizione ordinata delle piante rimandano a un giardino ideale più che reale, forse carico di significati simbolici.
Scoperta nel 1863, la villa di Livia restituì statue, mosaici e reperti preziosi, ma il viridarium rimase nascosto per secoli. Gli affreschi furono staccati negli anni Cinquanta per essere restaurati e, dal 1998, sono esposti a Palazzo Massimo, dove continuano a incantare i visitatori.
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