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In queste ore non possiamo non ascoltare il frenetico lavoro di associazioni, gruppi e professionisti che si sono cimentati nel bando dell’estate romana 2017, è il 22 giugno. La capitale aspetta la sua estate, i suoi eventi, i cinema i teatri ed i concerti nelle piazze, nelle ville e nei quartieri storici. Lungi da noi  giudicare chi è in testa o in coda delle complesse graduatorie del bando, sarà il pubblico e la città a valutare se la commissione ha scelto bene, se il programma è giusto e ci auguriamo di si, perché l'estate romana, se ben fatta, è in grado di parlare al mondo della città. Una occasione per la politica di mettere in piedi il suo disegno, se c’è, o altrimenti di svelare la sua debolezza mortificando un evento che persino i francesi con la loro Parigi ci copiano.

Ora non so quanti dei nostri lettori siano avvezzi all’organizzazione di eventi ma per costruire un evento c’è bisogno di artisti, organizzazione e attrazioni, non per fare un statua all’imprenditoria romana ma associazioni e ideatori bravi o meno sono degli eroi a partecipare ad un bando anticipando progetti di mesi, investimenti e sforzi disumani per poi essere schiacciati dal bando stesso gli ultimi giorni prima dell’estate come in una roulette russa. Nell’organizzazione delle manifestazione tutto va anticipato, gli artisti si devono bloccare, i palchi, le maestranze le infrastrutture, tutto.

Siamo al 22 l’estate parte che è già partita ed ancora i nostri eroi stanno aspettando se sono dentro o fuori, la città attende i suoi eventi, l'estate romana 2017.

Come testata vicina alle città, Funweek ha proprio come missione l’obiettivo di segnale e sottolineare le offerte più significative ed in un rapporto di continuo dialogo con la le produzioni non possiamo non far emergere questa criticità.

La realizzazione di un bando così a ridosso dell’estate non consente alcuna forma di finanziamento e sponsorizzazione per gli evento. Le aziende per investire in una progetto seguono un processo decisionale che dura mesi. Allora caro Comune, visto che non c’è cassa e che l’intrattenimento ultimamente lo si propone chiedendo del volontariato, una cosa la si può fare, si può fare il bando a ottobre, abbattendo a nostro avviso anche i contributi, dando però la certezza dei posti ai vincitori così da consentire al mercato, che esiste, di muoversi e di finanziare i progetti attraverso sponsorizzazioni. Questo avrebbe consentito a tutta la macchina di organizzarsi e di dare delle certezze, di creare dei cash flow e soprattutto di far partecipare la città sia nel B2B che nel B2C attraverso accordi di media partnership veri, sinergie e formazione. Roma è una città internazionale che continua a proporsi con logiche provinciali, credo ci siano tutte le energie per cambiare, facciamolo e accettiamo il fatto che ancora siamo la capitale di un paese che è riconosciuto dal mondo più che altro per la cultura.