Il regista è tornato in Polonia per girare un documentario sulla sua infanzia il cui titolo provvisorio è ‘Polansk, Horowitz’

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Roman Polanski girerà un film sulla sua infanzia durante l’Olocausto

Roman Polanski è pronto a tornare sugli schermi cinematografici di tutto il mondo. Il controverso regista ha infatti annunciato che tornerà in Polonia per girare un documentario incentrato sulla sua infanzia, trascorsa a Cracovia durante la Seconda Guerra Mondiale.

È la prima volta che il regista fa ritorno nel suo Paese, dopo che la massima autorità giudiziaria polacca ha rifiutato una richiesta di estradizione da parte degli Stati Uniti. La decisione riguardava ancora la fuga dagli States degli anni ’70, ai tempi delle accuse di abusi sessuali su una tredicenne.

L’attesa di tale sentenza, arrivata lo scorso dicembre, ha fatto sì che il regista potesse tornare finalmente in terra polacca e riprendere a lavorare sul progetto, in cantiere da tempo, del documentario autobiografico.

Secondo quanto riportato dall’Hollywood Reporter, il titolo provvisorio della pellicola è “Polansk, Horowitz” e riguarda la sua infanzia in una città del sud della Polonia, insieme al suo amico di lunga data e fotografo Ryszard Horowitz. Quest’ultimo è, inoltre, uno dei più giovani sopravvissuti all’olocausto e la sua storia è stata già sul grande schermo all’interno del premio Oscar Schindler’s List, di Steven Spielberg.

È sull’amicizia tra i due che si baserà il film. Horowitz aveva soltanto tre anni quando conobbe Polanski, di sei anni maggiore, nel ghetto ebraico della città. I due si sono visti poco nelle ultime decadi, in quanto Horowitz vive negli Stati Uniti mentre Polanski si trova in “esilio” in Europa, vivendo a Parigi. Torneranno quindi a visitare insieme alcuni dei luoghi simbolo della loro infanzia, come Podgórze, il posto dove i nazisti deportarono in un primo momento gli ebrei di Cracovia per “pulire” il centro della città.

Riguardo alla sua infanzia nel ghetto, l’ormai 84-enne regista ha affermato che “la maggiore sofferenza fu dover vivere senza i miei genitori. Dapprima portarono via mia madre, poi mio padre”.

Per noi, questo film è una grande responsabilità – ha invece dichiarato la produttrice Anna Kokoszka-Romeri nostri personaggi principali ci hanno affidato le loro incredibili memorie personali. Hanno così tante storie da raccontare, che talvolta è veramente difficile tenerci al passo”.