Scoperto in un antico anfiteatro lontano da Roma l’osso di un grande felino esotico. Non è successo al Colosseo!

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Dal cuore di un antico anfiteatro arriva una nuova e sorprendente scoperta archeologica riguardante la storia dell’Antica Roma: gli studioso hanno identifico un osso appartenente a un grande felino esotico. Si tratta di una scoperta che può apparire scontata, ma il ritrovamento apre alcuni interessanti scenari sulla presenza e l’utilizzo di animali selvaggi nelle arene imperiali. Chiaro che si tratta di uno degli aspetti più crudi riguardanti la spettacolarizzazione degli animali selvatici nel mondo romano. Ma la cosa più sorprendente è che l’osso non arriva dal Colosseo, bensì da un anfiteatro che si trova a un migliaio di chilometri di distanza dalla Capitale.

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L’osso di un grande felino ritrovato in un antico anfiteatro romano (non a Roma)

Andiamo con ordine e partiamo dal principio. L’osso del grande felino è stato scoperto nell’anfiteatro di Viminacium, in Serbia a due passi dalla moderna Kostolac, antica capitale della provincia romana della Mesia Superiore, un complesso capace di ospitare fino a 12mila persone.

Si tratta del primo ritrovamento biomolecolare che certifica la presenza di leopardi nelle arene provinciali, dato che finora la loro presenza era stata documentata soprattutto nei grandi anfiteatri italiani. L’analisi genetica condotta da un team internazionale guidato dalla professoressa Sonja Vuković ha rivelato che l’animale proveniva dall’Africa: catturato probabilmente da cacciatori locali, fu trasferito via mare e poi trasportato fino all’attuale Serbia per essere utilizzato negli spettacoli gladiatori.

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Gli isotopi del carbonio e dell’azoto indicano che il leopardo cacciava prede in natura prima di essere imprigionato in un vivarium vicino all’arena. Il felino – un maschio vissuto tra il 240 e il 250 d.C. – morì probabilmente durante un combattimento, forse in uno scontro contro un bestiarius, ruolo spesso riservato a condannati, schiavi o uomini in cerca di gloria.

Il ritrovamento conferma un quadro storico complesso: gli antichi romani non si limitavano a utilizzare fauna locale come orsi o cinghiali, ma disponevano di una rete logistica capace di trasportare animali esotici per migliaia di chilometri. L’efficienza dei collegamenti via mare, fiume e terra permetteva di portare nelle province la stessa “qualità” di spettacoli cruenti che faceva impazzire il pubblico romano.

Photo Credits: Shutterstock