Manca poco al ‘Non è (ancora) il mio genere Club Tour 2023’ di Willie Peyote, che porta sul palco la sua musica «dal call center a oggi».

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Non è (ancora) il mio genere Club Tour 2023: Willie Peyote riparte dal palco e – già dal nome del tour – ci introduce nel suo concept. Il primo album in studio – Non è il mio genere, il genere umano – usciva infatti nel 2013 e, da allora, sono passati dieci anni esatti. «È cambiato tutto per non cambiare niente. – ci dice infatti il rapper – Il nome del tour nasce dal fatto che, oltre ad essere dieci anni che è uscita la prima versione di Non è il mio genere, il genere umano, l’ultimo brano dell’ultimo disco Pornostalgia, Ufo, si chiudeva proprio con la frase ancora Non è ancora il mio genere, scrivilo sulla lapide. Ho creato un ponte con il primo vero disco che ho fatto. Volevo raccontare questi dieci anni tondi, da quando lavoravo al call center ad oggi».

Di acqua sotto i ponti, in effetti, ne è passata: sia nella musica di Willie Peyote che nel mondo. «Sono cambiato come si cambia dai 27 ai 37 anni. – precisa l’artista – Si dicono le cose con più consapevolezza nella misura in cui si è più sereni nell’accettare ciò che accade. Intorno a te è vero che cambia anche il mondo, quindi corri il rischio di capire meno il mondo che hai intorno. Sul mondo musicale, direi invece che i cicli sono più brevi per tutti, dalla vita di un disco alla durata di un genere. Quello sicuramente è cambiato». Eppure, sembra che anche la penna del rapper si sia leggermente spostata verso altri temi. «Pornostalgia parla delle mie sensazioni. – ci confessa – Picasso e Frecciarossa, gli ultimi due pezzi, si fanno invece domande sulle relazioni e sui rapporti di dipendenza. Negli ultimi singoli mi sono guardato più fuori, mentre con il disco avevo la necessità di sfogare delle sensazioni. Questo ti dà modo di vederle in modo diverso e superarle».

Willie Peyote, la consapevolezza dell’età

È finita quindi l’era della feroce disamina sociale? «Secondo me, il fatto che siamo sovraesposti alle nostre e altrui opinioni fa sì che la musica d’opinione sulla società abbia perso il suo significato. – ci dice Willie Peyote – Quello che davamo al cantautorato e al rap anni ’90. Affrontare certi temi credo sia un po’ superato come concetto complessivo dell’approccio alla musica. Non sono superati i temi, ma un certo tipo di approccio è un po’ passato. È un momento in cui studio quello che c’è intorno e come cambia la comunicazione». C’è anche però il fattore dell’età, alla rabbia subentra forse una maggiore consapevolezza. «La nostra generazione a una certa età è responsabile della situazione in cui ci troviamo. – precisa infatti il rapper – Se qualcosa non va è anche perché non siamo stati in grado di farla andare. Non ci sono solo colpe, ma siamo parte del discorso. Avrebbe meno senso oggi fare pezzi con la rabbia che avevo 10 anni fa. Sarebbe meno coerente con la vita, col percorso e con l’età che ho».

Eppure, siamo stati una generazione tutto sommato politicamente attiva. «Il problema centrale è che è cambiato il modo di esprimere la propria partecipazione politica. Ha perso poi significato la politica intesa come partitica, ci ha lasciati orfani della capacità di esprimere certe posizioni. Ora ci sono altri temi in cui è importante esporsi, ma è tutto ciclico. Forse lo spostamento a destra creerà una reazione uguale e contraria».

Le date del live

Tornando al live, Willie Peyote ci assicura che sarà un bel viaggio. «La band è sempre la stessa e la formazione è sempre quella. Sono fortunato», commenta. E, sulla scaletta, è chiaro dal nome del tour che «ci saranno pezzi del primo album che da tanto non facevamo dal vivo. Ora hanno acquisito un suono e un arrangiamento diverso. Era un disco poco suonato, c’erano rap e beatmaking. Sono inediti perché così dal vivo non li abbiamo fatti mai. Non mancheranno i pezzi che non si possono prescindere, ho calibrato queste due chiavi». Un vero e proprio viaggio nel passato anche per l’artista, quindi: «È stato strano perché era tanto che non facevo alcuni brani, soprattutto quelli rap del primo disco. Penso a Glik e Friggi le polpette nella merda (cit.). Quelli furono i primi due pezzi che mi fecero conoscere sulla scena. Mi son reso conto che è cambiata la penna anche nell’approccio metrico e tecnico».

27 ottobre NONANTOLA (MO) Vox
06 novembre VENARIA REALE (TO) Teatro Della Concordia SOLD OUT
07 novembre MILANO Fabrique
10 novembre PADOVA Gran Teatro Geox
13 novembre VENARIA REALE (TO) Teatro Della Concordia
18 novembre BOLOGNA Estragon SOLD OUT
20 novembre FIRENZE Tuscany Hall
25 novembre CIAMPINO (RM) Orion
01 dicembre MOLFETTA (BA) Eremo Club
02 dicembre NAPOLI Casa della Musica