L’apertura al k-pop ma anche al Giappone, la parità di genere, l’importanza di Liberato: Marta Pallarès ci presenta il Primavera Sound 2024.

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Il Primavera Sound 2024, più che un nuovo inizio, è un «ritorno alle origini». Ce lo spiega perfettamente Marta Pallarès, Head of Press del Festival, raccontandoci lineup e novità nell’organizzazione. In primo luogo, il ritorno al format weekend a Barcellona (dal 30 maggio al 1° giugno al Parc del Fòrum) che sembra ormai essere il format (per ora) definitivo. «Lo spazio sarà più compatto e sarà più comodo per tutti. È stato così l’anno scorso e ha funzionato bene. – ci dice Marta – Vogliamo ascoltare le persone e, per questo, siamo molto attivi sui social media. Sappiamo di essere amati, ma abbiamo anche delle responsabilità. C’è gente che viene al Primavera Sound da sempre e che conosce bene i nostri trascorsi. Direi che quest’anno il Festival è una dichiarazione d’amore verso Barcellona, pensiamo che sia il nostro headliner».

La centralità di Barcellona in questa edizione sarà dunque preponderante. «Abbiamo molte idee e progetti all’estero, ma più viaggiamo e più sentiamo che non c’è posto come Il Parc del Fòrum. – continua l’Head of Press – È centrale, vicino al mare ed è connesso con il trasporto pubblico. Ma è possibile anche camminare verso il centro della città e permette a noi di avere molti palchi senza prendersi un’insolazione per passare dall’uno all’altro. Aspettiamo molto questa edizione, il format ci mette a nostro agio. E la lineup è proprio da Primavera Sound».

Primavera Sound e Barcellona: un legame imprescindibile

«Uno dei nostri motti principali è Creato a Barcellona», ci dice Marta Pallarès. Una dichiarazione d’amore alla città, ma anche un modo per sottolineare l’importanza della storia del Primavera Sound. «Anche nelle nostre edizioni internazionali c’è questo motto, che mostra due elementi: in primis portiamo i talenti di Barcellona all’estero e, nello stesso tempo, portiamo fuori dalla Spagna il nome Barcellona. – spiega Marta – Crediamo che il carattere della città sia allineato ai nostri valori: è moderna, aperta all’Europa, diversa, femminista. Sono cose dichiarate da molti politici e ne siamo fieri, sia come città che come Festival. È il nostro format e non possiamo rimpiazzarlo. Semmai vogliamo esportare la vibe, ma il rapporto che abbiamo con la città è e resta speciale».

Musica: la line up del 2024 e l’importanza di tutto il cartellone

Tra i nomi annunciati quest’anno spiccano Lana del Rey, SZA, Pulp, VAMPIRE WEEKEND, Charli XCX, Justice, PJ Harvey, The National, FKA twigs, Bikini Kill, Deftones e Troye Sivan. «Con gli headliner – dice Marta – lavoriamo con due anni di anticipo. Ora, ad esempio, stiamo lavorando alla line up del 2026. A volte sei legato al fatto che gli artisti siano o meno in tour, ma credo che ciò che crea il carattere della line up nel suo insieme siano soprattutto gli altri artisti in cartellone. Abbiamo visto tante volte artisti che sapevamo sarebbero sarebbero esplosi. E infatti, dopo due anni, sono tornati da headliner. È il caso di Solange e Rosalía». Come si crea, dunque, la line up del Primavera Sound? Per i bookers, gli elementi fondamentali sono quattro: «Deve esserci qualcuno che hai sempre voluto vedere e non hai mai visto, ma anche qualcuno che diventerà il tuo nuovo artista preferito, pur non conoscendolo. – ci dice Marta – E ancora: qualcosa che rappresenta una sfida, come un artista k-pop o una band metal rumorosa. Infine serve qualcuno che ti faccia divertire tantissimo. Alla fine, se vedi un artista per ognuna di questa categorie, la giornata al Primavera è perfetta».

L’uguaglianza di genere

La lineup della prossima edizione del Primavera Sound ci mette ancora una volta di fronte all’impegno per l’uguaglianza (42,36% di donne, 42,36% di uomini e 15,28% di progetti misti), un segno distintivo del festival fin dalla storica edizione del 2019. «Dal 2019 per noi è il new normal. – dice Marta Pallarès – Per noi è normale che ci sia parità di genere. È qualcosa in cui crediamo, non una facciata. Se analizzate il nostro Spotify, vedrete che ascoltiamo i Pulp, Troye Sivan e Charlie XCX. Noi viviamo la musica così. Non è qualcosa che facciamo consciamente, è la normalità».

Un approccio che è valso al Primavera Sound un invito da parte del Parlamento inglese. «Eravamo gli unici non inglesi. – ci racconta Marta – Abbiamo raccolto molte testimonianze scritte sul tema della parità di genere ai Festival e il Parlamento ha voluto parlare con noi, perché siamo gli unici al mondo al momento ad attuare questa politica. Volevano sapere come facessimo ed è stato qualcosa di cui andiamo fieri: il Parlamento inglese voleva imparare da noi! A ciò è seguita anche una pubblicazione, così che le istanze diventino una legge. Ci sono regole e suggerimenti: le venue, ad esempio, non dovrebbero ottenere una licenza se non sviluppano una politica anti-molestie. Oppure, quando assumi le persone, devi sempre avere un’equa distribuzione di genere».

Il K-pop e la scoperta di nuovi generi

Anche il K-pop ed altri sotto-generi hanno finalmente fatto breccia nel cuore del Primavera Sound. La globalizzazione ha del resto reso la scena musicale estremamente variegata. «Penso che il segreto sui generi risieda nel fatto che il dipartimento booking è molto variegato. – ci dice Marta – C’è gente che lavora da sempre al Primavera Sound e conosce il core del Festival, ma anche gente giovane. Tutti hanno la loro piccola parte di passione e conoscenza e lavorano insieme con riunioni in cui propongono artisti dal Giappone o di altri sotto-generi musicali. Non tutti hanno la stessa esperienza, ma tutti i suggerimenti passano dal team. Ad alcuni diciamo sì, ad altri no. Ma facciamo molti viaggi in Giappone e Corea per conoscere nuovi artisti. E i rapporti con le agenzie sono solidi: spesso sono loro a suggerirci i loro gruppi».

Complice un giornalismo musicale «non in formissima, con i media assorbiti dai grandi gruppi», per Marta Pallarès «i festival musicali sono sempre più rilevanti nel loro ruolo di consiglieri». «Filtriamo le proposte così non dovete farlo voi. – dice Marta – Basta fidarsi di chi organizza il festival, vedere la lineup e lasciarsi incuriosire. È anche bello poter offrire un filtro».

Musica italiana: nel 2024 al Primavera Sound c’è Liberato

Infine, parliamo con Marta Pallarès di musica italiana. Al Primavera Sound quest’anno ci sarà Liberato. «Non ti dirò bugie. Ci sono tante persone in ufficio che quando è stato annunciato Liberato hanno urlato Finalmente!. Me compresa. L’Italia è per noi il terzo paese per importanza del pubblico. Per noi è fondamentale e sappiamo quanto il pubblico italiano sia fedele. È sempre stato così. Gli italiani vengono a prescindere». E sul napoletano di Liberato Marta Pallarès chiosa: «Liberato è famoso di suo per tutto il mistero che lo circonda. Non credo che il napoletano lo renda un artista locale. Per me è globale, non è necessario essere italiani per capire cosa vuole trasmettere».

Foto: Christian Bertrand