Si intitola ‘Il Ventennio’ il nuovo tour di Pietro Sparacino: riflessioni su vent’anni di carriera e cambiamenti. L’intervista.

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Si intitola Il Ventennio il nuovo tour di Pietro Sparacino, che ha preso il via ufficialmente il 31 gennaio da Firenze e toccherà tutta la penisola fino a primavera inoltrata. A quarant’anni compiuti, Sparacino porta in scena uno spettacolo a cuore aperto che, ripercorrendo la sua carriera, ci racconta quanto è cambiato lui, ma soprattutto quanto è cambiata la comicità, le parole e l’uso che se ne fa.

«Il tour sta andando benissimo. – ci dice subito Pietro – Sono partito da Firenze e ho fatto anche cinque date consecutive in Puglia. Sono state serate bellissime e ho fatto una cosa diversa: ho già registrato lo special a Taranto. Faccio una rassegna a Taranto per Comedy Central e si è creato affetto intorno a me, quindi ho deciso di registrare già lo special. Non so se uscirà mai, però significa che sento già lo spettacolo maturo e pronto ad essere visto da tutti».

Il Ventennio di Pietro Sparacino

Il Ventennio è, rispetto ai tour precedenti, uno spettacolo in parte più maturo. «Parla dei miei 20 anni di carriera, perché ho fatto il primo spettacolo nel 2004. – dichiara Sparacino – La carriera è in realtà un pretesto per parlare di come è cambiato il corso della storia. Ed è cambiata anche la comicità, le dinamiche sono diverse rispetto a quelle del passato. È successa una cosa che si chiama internet. Io mi diverto a raccontare gli insuccessi, li celebro e racconto com’è cambiato il linguaggio, la sensibilità, l’approccio all’educazione dei figli. Per la prima volta, poi, racconto di quanto io sia andato vicino a diventare prete: mi diverte perché è a cuore aperto e la reazione del pubblico è sorprendente. È una storia mai uscita, mai raccontata se non in modo veloce».

Insomma, ne Il Ventennio Pietro Sparacino tira un po’ le somme su vita e carriera. Complici le trasformazioni tecnologiche e sociali non sono stati indubbiamente anni semplici. «Quando ho iniziato a fare il comico, ero un’eccezione. – ricorda Pietro – Non esistevano i giovani nella comicità e mi dicevano di aspettare i 40 anni per essere credibile. Ora è tutto cambiato, ho 40 anni e sono un boomer della comicità in mezzo ai 25enni. Da promessa della comicità sono diventato boomer nel giro di venti anni. Nello stesso arco temporale Luigi Di Maio da bibitaro è diventato ministro. Capisci che la mia autostima scricchiola un pochino».

Pietro Sparacino: la comicità e i social

Del resto, facciamo notare al comico che ora il vento tira dalla parte dei social. «Io sto cercando di adattarmi. – risponde – Sono nati i comici da social, è vero. Venti anni fa i comici li vedevi dal vivo, non esistevano al di fuori di una esibizione live. I comici sui social invece non fanno live. Io non li giudico, come non giudico il cambiamento. Cerco di capire, perché è una fruizione diversa: è quotidiana e non c’è l’energia e la catarsi di uno spettacolo dal vivo». Ma il rapporto di Pietro Sparacino con i social com’è? «Faccio pochi prodotti e pubblico tanta roba live in versione reel. – ci dice – È strano perché non è un prodotto pensato per i social. Non parli con i followers, ma con il pubblico. Diciamo che i social li tollero. Da qualche anno pubblico anche gli integrali, quindi che volete da me? Vi ho dato un’ora e mezza di spettacolo, a che serve dire ogni giorno che esisto?».

È pur vero, ci confessa Pietro Sparacino che «la gente che guarda i reel diventa pubblico interessato». E ricorda che «a Lecce un ragazzo mi ha detto Ti ho visto solo nei reel. Gli ho chiesto come mai avesse visto solo i reel, ma non aveva una motivazione. Ma vedi i reel attaccati uno dietro l’altro, no? Una delle gioie più grandi di questo tour però è che c’è tantissimo pubblico giovane. So che i ragazzi si avvicinano per la mia battaglia sulla legalizzazione, ma vengono e si trovano immersi nel resto dello spettacolo».

È vero che non si può più dire niente?

In vent’anni è esploso internet, ma stiamo assistendo anche a un’ondata di politically correct che spinge la comicità verso nuove forme. «Se sono con amici e le dinamiche del gruppo sono chiare, posso permettermi alcune battute. Su un palco mi permetto libertà che nella vita di tutti i giorni non posso permettermi. – dice in proposito Pietro – Credo che oggi si faccia fatica a riconoscere i contesti e ad accollarsi le responsabilità di ciò che si è detto. Alcune reazioni vanno ascoltate, perché hai toccato delle sensibilità. Per me questo periodo è stimolante: giocare con le sensibilità delle persone ti invita a fare un passo ulteriore. A me fa ridere che la frase Non si può più dire niente spesso sia scritta sotto post terribili. Siamo liberi di dire e scrivere qualunque boiata, ma ci sono anche comici beceri».

E cosa ispira la scrittura comica di Sparacino? «Scrivo solo se ho voglia e necessità di dire qualcosa. – ci risponde – Ogni spettacolo parte da un’esigenza comunicativa diversa. Ne Il Ventennio mi racconto senza filtri, ma avendo superato i 40 anni alcuni freni che avevo prima non li ho più. Più che puntare alla risata, ho puntato a ciò che volevo dire. Ovviamente si ride, ma la risata non è un’ossessione in questo spettacolo. Arriva piano piano».

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