È tornato ‘Cucine da Incubo’ con una nuova stagione: Antonino Cannavacciuolo ci racconta le novità e lo stato della cucina italiana.

Torna Cucine da Incubo di Antonino Cannavacciuolo: la prima puntata della nuova stagione è andata in onda domenica 2 aprile su Sky Uno (e su Now). Lo show Sky Original prodotto da Endemol Shine Italy – come sottolinea lo chef – «è diventato anziano», ma del resto è lo stesso format a rinnovarsi con nuove storie e nuove cucine.

«È chi sta nel ristorante a dover portare le novità nel format. – dice lo Chef – Questa stagione mi ha reso felice. Abbiamo trovato tante famiglie di ristoratori, per quello che è accaduto e per vari problemi familiari si trovavano in situazioni non belle. Il lavoro è stato quindi ancora più concentrato, secondo me, sui lavori alle strutture e ai ristoranti. Abbiamo alzato l’asticella sui piatti per far capire che il prosciutto e melone è buono, ma chi va al ristorante cerca qualcosa in più. Vedere questi ragazzi con la voglia di farcela è bellissimo. Per una ripartenza pulita bisogna dirsi tutto e partire con una pulizia interna».

Lo show andrà in onda per sei settimane, ma Cannavacciuolo sembra conservare un ricordo particolarmente sereno del primo episodio, ambientato a Novara. «Ogni anno ho una puntata preferita. – commenta – La tappa di Novara mi ha dato qualcosa, a livello personale e familiare. Ho pensato alla mia famiglia, ai miei figli e a cosa stanno vivendo in questo momento con un padre così devoto al lavoro. I protagonisti di Cucine da Incubo sono famiglie italiane, appartengono a tutti noi. Pensiamo di fare bene quello che stiamo facendo, ma poi il programma ti fa riflettere. Credo che in questa puntata si siano riviste tante famiglie italiane. Mi ha segnato questo episodio, sono tornato a casa con un altro spirito nei confronti della mia famiglia».

Antonino Cannavacciuolo: la ristorazione e i social

Lo Chef da sette Stelle Michelin in totale (di cui tre per il suo ristorante Villa Crespi) si sofferma poi a commentare lo stato attuale della cucina italiana. Iniziando dal togliere importanza a certi paletti all’apparenza invalicabili. «Non mi fermo davanti a niente. – commenta – Ti piace l’ananas con la pizza? Sì? Io non dirò mai no a un prodotto. Mi dispiace più per chi prende sotto gamba il nostro lavoro. Abbiamo bisogno di professionisti, non di gente che fa a casa due spaghetti al pomodoro e si sente uno chef. Creare un clima positivo in un team è la cosa principale».

Un altro problema contemporaneo dei ristoratori, per lo Chef, è il terrore dei social: «Sicuramente ci son stati passaggi negli ultimi anni non felici, perché tanti ristoranti hanno avuto problemi. – spiega – Oggi la ristorazione è molto facile, ma le recensioni sui social fanno paura. Una volta di un ristorante buono lo sapeva il quartiere, ora si affacciano al mondo e vedi famiglie preoccupate. Il mio obiettivo in Cucine da Incubo è mettere in ordine tutto. Prima voglio far capire determinati discorsi, il perché, come si può fare la spesa e come si può risparmiare avendo qualità maggiore. Anche per questo, quando esco dai ristoranti, so già chi può andare avanti e chi si troverà peggio di come stava. Bisogna provare, provare, provare».

Infine, per Cannavacciuolo, un elemento indispensabile è il divertimento. «Se non credi veramente al tuo traguardo, non ottieni mai niente. – precisa – Il servizio è un divertimento, è come suonare la batteria. Con il divertimento crei una possibilità che entra in un piatto, ed è ciò che il cliente sente. Il cibo non è moda, se non mangiano gli esseri umani muoiono».

Il ricordo di Maurizio Costanzo

Proprio a proposito di Cucine da Incubo, Antonino Cannavacciuolo ha voluto poi ricordare Maurizio Costanzo. «Poco tempo fa, ha scritto un piccolo articolino su Cucine da Incubo e faceva i complimenti al programma. – dice lo chef – È incredibile che una persona come Costanzo apprezzasse il nostro lavoro. Per me è stato come ricevere la terza stella».