Dal 26 gennaio al cinema ‘Il primo giorno della mia vita’ di Paolo Genovese. Abbiamo intervistato due degli attori protagonisti.

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Paolo Genovese torna al cinema e lo fa con il film Il primo giorno della mia vita, tratto dall’omonimo romanzo da lui scritto nel 2018. La pellicola, interpretata da Valerio Mastandrea, Toni Servillo, Margherita Buy, Sara Serraiocco e Gabriele Cristini, arriva nelle sale dal 26 Gennaio ed è una storia sulla forza di ricominciare quando tutto intorno sembra crollare.

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L’idea che ha dato vita in primis al libro e poi al film, Genovese l’ha avuta dopo aver visto un documentario sul Golden Gate Bridge di San Francisco. È il ponte dal quale avviene il maggior numero di suicidi al mondo; Eric Steel, regista di The Bridge, ha posizionato per un anno diverse telecamere lungo la struttura ed è andato ad effettuare riprese amatoriali.

“Qualcuno si è salvato e ha raccontato che in quei sette secondi di salto, aveva cambiato idea. E questa cosa mi ha colpito, mi ha smosso. Quindi si può cambiare prospettiva anche quando veramente pensi di aver perso tutto tanto da decidere di ucciderti… Così ho cominciato a pensare ad una storia dove poter in qualche modo indagare quali possono essere i motivi per far ripartire una persona che veramente ha perso tutto”

Paolo Genovese – regista

Tra gli interpreti del film troviamo Valerio Mastandrea nel ruolo di Napoleone un life coach che arriva a prendere l’estrema decisione di togliersi la vita. Un personaggio che l’attore romano, non ha amato immediatamente. Al contrario di Toni Servillo che qui interpreta Uomo, un personaggio che non appartiene a questo mondo, una sorta di Virgilio che avrà il compito di guidare le anime dei quattro protagonisti in un viaggio verso una seconda opportunità.

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La lezione di teatro

Quando ho incontrato i due attori, ho chiesto loro come si prepara come si lavora su un personaggio che non incontra la nostra simpatia. Ne è nata più che un’intervista una lezione di teatro con la sottoscritta e Valerio Mastandrea che ascoltavano Servillo proprio come quando si ascolta un maestro.

“Secondo me è più interessante affrontare un personaggio con cui non si è proprio in linea. – Racconta Valerio Mastandrea – Dopo tanti anni questa trovo sia una delle cose più stimolanti: andare incontro a delle cose molto complicate, ma non per mettersi alla prova o per dimostrare qualcosa, no. Se c’è qualcosa che non mi tornava che devo capire, ne parlavo con Paolo; abbiamo discusso molto, vabbè che noi abbiamo discusso anche su ‘Perfetti sconosciuti’, quindi diciamo che è come se ci servissimo l’uno all’altro quando si intraprendono dei percorsi.”

Valerio Mastandrea – attore

Un metodo, un approccio al personaggio condiviso anche da Toni Servillo, che rilancia sottolineando come un altro metodo possa essere quello di considerare il personaggio talmente più interessante di te, da abbandonartici, servirlo.

“Questo vale soprattutto quando fai la grande drammaturgia classica. Tu pensi che Amleto per esempio sia il risultato di uno sforzo intellettuale poetico così grosso, che risulta più importante di te. E tu prima di arrivare a quella complessità con la tua “supposta” complessità fai una grande fatica. Più sono le difficoltà, più sono le distanze e più è interessante polverizzarsi in queste vite… entro un certo limite, perché poi non si può essere giusti per tutte le occasioni naturalmente. Però io condivido molto quello che dice Valerio. A volte più lo detesti più il personaggio emerge. Ho visto per esempio fare dei Goldoni straordinari a degli attori che detestavano Goldoni e proprio quelli che lo detestavano riuscivano a togliere a Goldoni i merletti, la polvere, il cicaleccio che è sempre lo stesso, la maniera. Stesso cosa per Eduardo De Filippo.  A volte partire con una situazione conflittuale può rendere tutto più vivo.”

Toni Servillo – Attore

Conflitto che Toni Servillo non ha trovato in Uomo, che piuttosto gli ha fin dall’inizio suscitato una grande simpatia.

“Non mi era mai capitato di fare un personaggio che non appartiene a questo mondo… quale attore non desidera farlo… c’è una vasta letteratura cinematografica in questo senso. Ho provato una grande simpatia, una grande curiosità per fare un personaggio che non è di questo mondo, ma poi invece nel corso della storia è profondamente umano.”

Toni Servillo – Attore

Crediti foot@Ufficio stampa Medusa Film