A Tarquinia incontriamo Michele Rosiello sul set di ‘Fanum’. L’attore ci racconta il suo personaggio, ponte tra spettatore e realtà.

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C’è anche Michele Rosiello nel cast di Fanum. Incontriamo l’attore a Tarquinia, sul set del film diretto da Iris Gaeta: un mystery thriller a tema etrusco, in cui Rosiello interpreta il Commissario Braschi. «Il mio personaggio ha un brutto carattere, ha delle ombre. – ci dice subito Rosiello – È brusco ed è uno con cui è difficile costruire un rapporto. Mi ha affascinato questo. Scopriremo nel film perché è così, c’è una storia importane nel suo passato. È stato stimolante lavorare proprio sul suo passato. La sceneggiatura dava degli appuntamenti, avevo dei punti e li ho uniti. Poi a Tarquinia ci siamo immersi in questa ambientazione ed è stato tutto semplice».

Da un lato l’aspetto crime, dall’altro l’archeologia etrusca. Cosa ha affascinato maggiormente Michele Rosiello? «Il genere thriller è classico. – risponde – C’è il commissario, gli omicidi, un’indagine, chi cerca la verità. La cosa interessante è che tutto è sulla storia degli etruschi e stiamo girando davvero sul posto. L’altro ieri eravamo nel Museo Archeologico ed è un plus del film che sicuramente non si ha quando si gira per comodità negli studi. L’unicità di questa storia è proprio l’ambientazione».

Eppure, Braschi non è un personaggio come gli altri. «Quando ci siamo visti – racconta l’attore – abbiamo avuto varie reference dalla regista che ci hanno aiutato a capire il sapore del film. Qui ci siamo immersi totalmente in questa realtà e l’immersione è stata istantanea. Non ho approfondito la storia etrusca se non qui da turista. Il mio personaggio, del resto, è l’unico fuori da questa realtà. È a Tarquinia da poco e non ci vuole stare. Non possiamo dire perché. Era giusto quindi che sentisse il peso dell’atmosfera e della storia, ma non come uno del posto. È il più scettico. È l’unico che fa da ponte tra lo spettatore e questa realtà».