Incontriamo Cristina D’Avena al Comicon 2023, dove ci racconta la sua esperienza con ‘Genshin Impact’. La nostra intervista.

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Non poteva mancare al Comicon 2023 Cristina D’Avena, protagonista della performance live della Bim Bum Bam Cartoon Band ma anche recentemente entrata a far parte del mondo di Genshin Impact. A marzo è infatti uscita Ti cercherò (Genshin Impact), un brano che celebra il fenomeno del videogioco rigorosamente in italiano. «Amo Napoli – ci dice subito Cristina – c’è calore, è variopinta, mi trovo sempre a mio agio».

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Cristina D’Avena e i suoni di Genshin Impact

Chiediamo subito a Cristina D’Avena come sia stata per lei l’esperienza nel mondo videoludico. «È stata un’esperienza pazzesca che non mi aspettavo. – risponde – Il team mi ha chiesto di scrivere una canzone per la celebrazione di Genshin Impact in Italia. Doveva essere un brano per il pubblico italiano, con una voce super riconoscibile che cantasse la canzone dedicata al gioco. All’inizio sono rimasta spiazzata, perché non è come scrivere un brano per un cartone. Il videogioco ha tante sfaccettature e infatti non è stato così immediato. Mi sono fatta mandare le sonorità di Genshin perché non volevo fare una cosa diversa, ma entrare nel mondo fantastico e avventuroso di questo gioco. I giocatori mi hanno scritto poi, pensavo che me ne dicessero di tutti i colori invece sono contentissimi».

Ma come se la cava Cristina D’Avena con i videogiochi? «Non sono proprio una giocatrice accanita perché non sono capace. – ci risponde ridendo – Sono però affascinata da questi ragazzi. Io giocavo con mio padre a tennis con il Commodore 64. Sono rimasta lì. Confesso però che Genshin Impact è un mondo affascinante. Diventi protagonista ed è pazzesco».

Cantare per le nuove generazioni

Indubbiamente, cantare per le nuove generazioni sembra essere diventata per l’artista quasi una missione. «In realtà mi diverto. – commenta – È vero che c’è l’effetto nostalgia, ma vorrei essere anche il futuro della nuova generazione così come della nostra. Penso a una versione attuale di Kiss Me Licia, mi piace cavalcare tutte le onde. E se i ragazzini si commuovono cantando Doraemon mi fanno capire tante cose. Hanno bisogno di punti di riferimento».

Del resto, la prima cosplayer italiana è stata proprio Cristina. «Ci tengo – precisa – 40 anni fa ho indossato i panni di Licia quando ancora non si chiamavano cosplay».