Le immagini dell’antica Roma generate con l’IA spopolano sui social, ma tra errori e anacronismi raccontano spesso un passato mai esistito.

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Quante volte vi capita di pensare all’Impero Romano? È un vecchio meme dei social, ma è anche un trend in crescita, accompagnato da tantissime immagini dell’antica Roma generate con l’intelligenza artificiale. Social e piattaforme video ne sono praticamente invasi, anche perché questi video promettono un viaggio immersivo nel passato e una ricostruzione “realistica” e storicamente accurati. Peccato che – tra templi scintillanti, soldati in armatura e città monumentali – queste ricostruzioni finiscono spesso per raccontare un passato che non è mai esistito davvero. Il problema non è la tecnologia in sé, ma il modo in cui viene utilizzata e interpretata.

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L’Antica Roma secondo l’IA: ecco perché non è (quasi mai) corretta

Andiamo con ordine e partiamo dal principio. Uno degli errori più frequenti nelle ricostruzioni dell’antica Roma generate con l’IA è l’anacronismo. I modelli di intelligenza artificiale, infatti, apprendono da enormi quantità di immagini moderne e storiche, mescolando epoche, stili architettonici e riferimenti visivi diversi.

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Il risultato è una Roma un po’ stereotipata che incorpora elementi di periodi molto successivi, come strutture ottocentesche o decorazioni barocche, del tutto estranee al mondo romano.

Anche abbigliamento, armamenti e veicoli vengono spesso rappresentati in forme semplificate o ibride, più vicine all’immaginario cinematografico che alle conoscenze archeologiche. L’IA, in assenza di una guida storica rigorosa, tende a privilegiare ciò che “assomiglia” all’antico piuttosto che ciò che lo è davvero.

Un altro limite strutturale riguarda le proporzioni e i materiali. Le ricostruzioni artificiali amplificano dimensioni, altezze e fastosità degli edifici, trasformando Roma in una città iper-monumentale, magnifica ma poco credibile dal punto di vista archeologico. Spazi come terme, circhi e fori vengono resi più grandiosi e decorati di quanto fossero realmente, con un uso eccessivo di marmo bianco, oro e superfici lucide. Viene inoltre trascurata la funzione pratica degli ambienti: l’IA ignora fattori come umidità, usura e tecniche costruttive, fondamentali per comprendere l’architettura romana.

Photo Credits: Shutterstock