San Lorenzo, cosa lega il santo alla notte delle stelle cadenti e alla città di Roma?

Ogni 10 agosto sono tante le persone che si riuniscono sotto al cielo del proprio paese per esprimere un desiderio alla ricerca delle stelle cadenti. E’ la notte di San Lorenzo che da secoli è diventata una specie di tradizione da rispettare e portare avanti. Ma cosa lega tale evento alla città di Roma?

Notte di San Lorenzo, tra mito e storia

Siamo soliti festeggiare le stelle il 10 agosto durante la notte di San Lorenzo, in realtà il periodo da considerare buono per vedere il cielo stellato va dal 17 luglio al 24 agosto quando la Terra è investita dallo sciame della cometa Swift-Tuttle.

I detriti rocciosi del corpo celeste arrivano velocemente nell’atmosfera, si fondono e producono scie luminose visibili a occhio nudo: sono le cosiddette stelle cadenti.

Il fenomeno è stato osservato per la prima volta dai cinesi nel 36 d.C., ma solo nel XIX secolo si capì che si ripeteva ogni anno nello stesso periodo.

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La pioggia di stelle che tentiamo ogni anno di osservare viene legata, secondo la tradizione, alla figura di San Lorenzo diacono, festeggiato il 10 agosto, anniversario del martirio avvenuto durante le persecuzioni dell’imperatore Valeriano (nel 258 d. C.). Secondo i cattolici, le scie rappresenterebbero le lacrime del santo o i carboni ardenti della graticola su cui sarebbe arso vivo.

Notte di San Lorenzo: chi era il martire

Nativo di Huesca, in Spagna, Lorenzo giunse a Saragozza per fare studi teologici e umanistici. Lì conobbe il futuro papa Sisto II, che era uno dei maestri più noti della città. I due divennero molto amici e insieme si recarono a Roma. Nel 257 Sisto fu eletto papa, e Lorenzo divenne uno dei suoi sette diaconi che aveva l’incarico di amministrare le offerte fatte alla diocesi romana e di supportare il papa nella celebrazione dei riti.

All’inizio del 258, l’imperatore Valeriano, però, iniziò a perseguitare i cristiani e ordinò di uccidere vescovi e preti. All’inizio di agosto Sisto II fu decapitato e il prefetto imperiale convinse Lorenzo consegnare i tesori della Chiesa. Lui temporeggiò e distribuì tutte le offerte agli indigenti, poi, quando comparve davanti al prefetto romano indicò solo la torma di malati, storpi e poveri beneficiari. Per tale motivo fu condannato a morte.

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