Un pezzo di savana nel pieno di Roma, tra via Tiburtina e via Nomentana, nelle tracce di un passato remoto in un normalissimo quartiere urbano come Casal de’ Pazzi, un tempo casa del preistorico elefante dalle zanne dritte. Sapevate che 200mila anni fa, quando la capitale era una distesa di boschi e praterie attraversata da branchi di giganteschi animali, la sua fauna era del tutto diversa? Scopriamo insieme il tesoro naturalistico-archeologico della Città Eterna.
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L’elefante preistorico della Roma pleistocenica: i suoi resti a Casal de’ Pazzi
Andiamo con ordine e partiamo dal principio. Durante alcuni lavori di scavo, nel lontano 1981, a Roma emerse una delle più straordinarie testimonianze della preistoria: furono ritrovati i resti fossilizzati di un Elephas (Palaeoloxodon) antiquus, un maestoso elefante preistorico alto oltre 4 metri alla spalla, con zanne lunghe fino a 3,5 metri.
Insieme a lui, nella stessa area, furono rinvenuti oltre duemila reperti animali: ippopotami, rinoceronti, uccelli acquatici e perfino un cranio umano simile al Neanderthal di Sacco Pastore.
Questi resti, perfettamente conservati grazie alla mancata urbanizzazione dell’area fino al secolo scorso, ci raccontano la storia di una Roma primordiale, popolata da grandi mammiferi e attraversata da un ramo dell’Aniene che scorreva tra sabbie vulcaniche e boschi umidi. Una vera e propria savana preistorica, con un clima più temperato e umido rispetto a quello attuale.
Oggi tutto questo è visibile al Museo di Casal de’ Pazzi, che sorge proprio sopra il giacimento pleistocenico. Il museo, inaugurato nel 2015, non si limita a esporre reperti, ma offre una ricostruzione immersiva dell’ambiente naturale di 200mila anni fa. Si può addirittura “camminare” accanto ai grandi elefanti, osservare la flora dell’epoca e comprendere la vita degli uomini e degli animali che abitavano la capitale in quel tempo tanto remoto.