Vittorio Sgarbi, cosa è successo dopo la sua ‘cacciata’ dal Parlamento: ‘Mi volevano deporre ma mi hanno…’

Vittorio Sgarbi interviene durante l’esame del decreto Giustizia alla Camera ma viene espulso dall’Aula. Lui si rifiuta di abbandonare l’emiciclo e viene portato fuori di peso dai commessi. Ma il deputato non ci sta e dopo l’espulsione forzata affida ai social la sua reazione, affatto pacata.

Vittorio Sgarbi cacciato dal Parlamento

Durante la seduta di giovedì 25 giugno, l’Aula della Camera è chiamata all’esame del decreto Giustizia. Vittorio Sgarbi prende la parola e si lancia in un discorso molto forte contro la magistratura e il caso Palamara.

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Nel corso del suo intervento, però, gli animi si accendono e il critico d’arte inizia a lanciare invettive contro i suoi stessi colleghi, rivolgendo parole irripetibili contro alcune deputate.

Per questo, Mara Carfagna, che presiedeva la seduta, lo ha espulso. Sgarbi si è rifiutato di uscire dall’Aula e così sono intervenuti i commessi che lo hanno portato fuori di peso.

La reazione di Sgarbi

Una scena poco onorevole quella accaduta ieri alla Camera, ma necessaria perché Vittorio Sgarbi “non può offendere i suoi colleghi e non può dire parolacce” ha sottolineato la stessa Carfagna.

Il video di quanto accaduto ha fatto presto il giro del web, divenendo virale e suscitando indignazione negli utenti. Non è però mancata la solita ironia, come quella di chi ha paragonato la scena della cacciata forzata di Sgarbi alla Deposizione di Cristo, dipinta da Raffaello.

Lo stesso deputato ha condiviso sui social le due immagini a confronto, commentando così: “Mi volevano deporre, ma mi hanno solo momentaneamente spostato”.

In un altro post ha poi aggiunto:

“Io non appartengo alla categoria dei pavidi, dei vigliacchi, dei tornacontisti. Dico quel che penso. E ci metto sempre la faccia. Sto in Parlamento a testa alta. Chi oggi mi attacca ignobilmente è solo perché ricordo loro cosa sono, cosa sono stati, come hanno ottenuto quei posti e come verranno ricordati. Ricordatevene pure voi”.