Si è spenta a 81 anni la stilista che ha rivoluzionato la moda trasformando la ribellione in eleganza

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Il mondo della moda piange Vivienne Westwood, morta a 81 anni. La stilista britannico ha rivoluzionato per oltre cinquant’anni i canoni dello stile, trasformando l’estetica punk in alta moda.

Una rivoluzionario premiata dalla Corona

Punk non solo nell’aspetto, ma anche nell’anima, Vivienne Westwood è riuscita a conquistare persino la Corona britannica. Nel 2005 è stata insignita del titolo di Ufficiale dell’Impero Britannico, e nel 2006 del titolo di Dama Commendatore dell’Impero Britannico.

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La sua carriera inizia nel 1971 quando apre insieme a Malcolm McLaren, futuro manager dei Sex Pistols, il suo primo negozio: Let it Rock al 430 di King’s Road a Londra. Quella location resterà per sempre la sua casa creativa, pur cambiando più volte nome seguendo l’evoluzione artistica della stilista.

Dalla moda all’attivismo

Westwood ha sempre usato le passerelle come piattaforma per i suoi messaggi. Nel 2005 ha creato la linea di t-shirt “I Am Not A Terrorist, Please Don’t Arrest Me” a sostegno dei diritti civili. Ha supportato pubblicamente Julian Assange e in anni recenti ha dedicato sfilate al tema del cambiamento climatico.

La sua influenza si è estesa dal mondo della musica al cinema. Ha vestito i Sex Pistols agli esordi, creando le loro mitiche uniformi, ed è stata celebrata in Sex and the City, per cui ha disegnato l’iconico abito da sposa di Carrie Bradshaw.

Nel 2019 la regista Lorna Tucker le ha dedicato il documentario Westwood. Punk. Icona. Attivista, disponibile su Now Tv. La stilista sui dissociò dal film al momento dell’uscita, chiedendo al pubblico di boicottarlo. Provocazione o strategia? Probabilmente semplicemente un atto di coerenza con se stessa e con quell’essere una autentica anima punk.

Crediti foto: Kikapress