Lorenzo Fragola e Mameli, ‘TESTA X ARIA’: «Noi, in equilibrio precario ma produttivo»

La notte di uscita del loro nuovo singolo, Lorenzo Fragola e Mameli l’hanno trascorsa tra la casa discografica e un brindisi insieme agli autori con cui hanno firmato il brano (Antonio Costa e Davide Napoli). Terza traccia del duo artistico – dopo ATTRAVERSO e LUNA FORTUNA TESTA X ARIA è una canzone che sa di paure guardate negli occhi e di coraggio preso a due mani, anzi quattro perché insieme ci si spalleggia. Ed è quello che stanno facendo anche Lorenzo e Mario, in questo nuovo percorso musicale che mette un bel sassolino dopo l’altro.

“Ci siamo chiesti, come artisti, di cosa potessimo parlare nelle nostre canzoni”, ci raccontano i due siciliani. “E l’unica cosa che ci è venuta in mente, l’unica risposta che ci è sembrata chiara era ‘parliamo esattamente di quello che siamo, di quello che viviamo, vogliamo, desideriamo e temiamo’. Ci teniamo a essere onesti con le nostre opinioni, senza mai offendere e cercando di non prendere le cose alla leggera. Ma dando il nostro sguardo, che può anche essere leggero, sulle cose che viviamo e che siamo”.

Foto da Ufficio Stampa

“Io e Lorenzo ci spalleggiamo ed è una cosa importante”, aggiunge Mameli. “In due è diverso: è più difficile creativamente però ti fai forza. Bisogna essere trovare l’equilibrio come su una bilancia, ogni tanto scende uno e poi scende l’altro”. “Guarda, ogni tanto dico che non sopporto Mario e non vedo l’ora che finisca una sessione perché non va bene niente”, interviene Lorenzo, sorridendo. “Poi dico che lo amo, non so come farei senza di lui perché è troppo importante per me. Quindi, questa dinamica interna è molto divertente”.

“Scherzi a parte”, dice ancora Fragola, “le cose che abbiamo fatto – e possiamo dire anche che faremo perché abbiamo scritto tanti brani, quindi vediamo che vita avranno – sono cose che da soli non avremmo mai scritto. E secondo noi ognuno ha aggiunto valore. Quindi ne è venuto fuori un equilibrio anche nei brani a cui, separatamente, non saremmo arrivati o avremmo fatto molta più fatica. E avremmo dovuto un risultato diverso e anche meno potente, quindi siamo molto contenti che sia un equilibrio sempre precario ma molto produttivo”.

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Ma come è nato TESTA X ARIA? “Abbiamo fatto lezioni di scrittura con questi ragazzi di Palermo che sono molto giovani, tra i diciannove e i vent’anni”, spiega Lorenzo a proposito della nascita del singolo. “Abbiamo iniziato a parlare un po’ della nostra vita e del nostro racconto, spiegando che siamo in un momento in cui viviamo effettivamente una grossa paura sia io sia Mario. È un’ansia che è un po’ quella della nostra generazione nei confronti del futuro. Siamo in due momenti della vita dove siamo in bilico tra questa paura del futuro e la voglia di sognare. Di credere nei nostri sogni. Questo brano è nato da questa idea”.

“La prima demo di TESTA X ARIA, in realtà, non ci aveva convinto. Forse era talmente semplice per noi in un momento in cui stavamo cercando delle cose più complesse”, continua Fragola. “Poi, passato un po’ di tempo, l’abbiamo riascoltato e ci siamo accorti che proprio il fatto che il pezzo fosse così semplice e diretto anche nel testo poteva essere la sua forza. Così, l’abbiamo rilavorato, continuando il testo e facendo la produzione. Una volta finito ci siamo detti: ‘cavolo è veramente bello, questo vogliamo che sia il singolo e deve essere una cosa speciale, per forza’.”

“Succede che quando scrivi un testo, poi, c’è quella frase che ti colpisce particolarmente”, aggiunge Mameli. “In questo caso, quando abbiamo detto ‘testa per aria’ ci è sembrata descrivere perfettamente lo stato emotivo mentre scrivevamo e ogni volta che sentiamo il pezzo”.

Paure e ansie di (più di) una generazione

E a proposito di emozioni, chiediamo qualcosa di più proprio sulle paure che trovano spazio in TESTA X ARIA anche rispetto alle generazioni più giovani. “Ci hanno detto che noi trentenni di oggi siamo i Millennials della Generazione Z”, osserva Mameli. “Per noi l’incertezza c’è già adesso nei confronti del futuro anzi, dal mio punto di vista, è oggi per come è il presente. Ci sono stati degli eventi, come la pandemia che ha distrutto emotivamente e socialmente sia noi sia i ragazzi più piccoli. Per loro anzi sicuramente è stata ancora più devastante. C’è quel sintomo di precarietà che, secondo me, avvolge tutti”.

“Secondo me, sono temi trasversali che affrontano un po’ tutti nella vita”, interviene Lorenzo Fragola. “E credo siano proprio il prodotto di questa nostra società. Ci dei temi che sono comuni nelle varie epoche e altri invece che appartengono specialmente al momento storico che si vive. L’ansia o l’avere gli attacchi di panico e in generale quei problemi che possiamo chiamare malattie o disturbi mentali sono molto oggi al centro perché sono riconosciuti e se ne può discutere. Ora, per quanto siamo iperconnessi e iperveloci, vedo soprattutto i giovani molto soli; c’è questa solitudine che un po’ pervade tutti quanti”.

“Ognuno è nel suo mondo, ognuno sta col suo cellulare a cercare notizie o conferme”, continua Fragola. “Per me e Mario, quindi, parlare di noi stessi e di quello che viviamo è stato naturale perché è l’unica cosa che conosciamo. Però questo [malessere], effettivamente, non è un tema che riguarda me o Mario soltanto, ma un po’ la nostra generazione e anche quelle subito vicine a noi”.

“Il social, poi, è molto competitivo, e il follower indica anche un ranking”, aggiunge Mario. “Per i più giovani, che ancora non hanno una piena maturità, molte insicurezze fragilità vengono fuori anche da lì perché ti senti sempre messo paragone con gli altri. E questo, nell’età dell’adolescenza è micidiale”. “Dall’altro lato, aggiungo, un tema come quello dei disturbi mentali non è più ignorabile”, interviene Lorenzo. “Rispetto alla tv, dove ci sono autori e copioni, chi usa i social parla delle cose più vicine a sé, e non è tutto un grande varietà. Il problema è ormai talmente tanto diffuso che non si può più ignorare. In questo, la tv e i media tradizionali stanno ancora cercando di recuperare”.

Cover singolo da Ufficio Stampa

“Per la prima volta, oggi, si parla molto più apertamente di problemi di ansia e di depressione. E questo secondo me è il primo passo per la consapevolezza”, osserva Fragola. “Dire di soffrire d’ansia non ha più come risposta un ‘ma sì, dai, tirati su’ o ‘sì vabbè, basta che esci e ti distrai’. Più se ne parla, più diventa facile accettarlo, capirlo e farlo capire”. “Chi prova queste cose deve, anzi, essere il primo a comunicarle perché da soli non funziona – aggiunge Mameli – e obiettivamente stiamo facendo enormi passi avanti da questo punto di vista”.

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Il videoclip come terapia d’urto

Ad accompagnare l’uscita di TESTA X ARIA c’è un videoclip che è stata una vera e propria terapia d’urto, “con il rischio che fosse solo urto”, chiosa Mameli. I due artisti, infatti, hanno scelto di lanciarsi in paracadute da un aereo. “Adesso mi sembra molto meno folle di prima, avendolo fatto, ma è stato incredibile”, confessa Mario. Ad avere l’idea, è stato Fragola: “Era una cosa che avrei sempre voluto fare nella vita e, quando abbiamo finito il pezzo, ho pensato che un videoclip del genere fosse perfetto”.

“È stata un’idea un po’ pazza per noi – continua Lorenzo – ma proprio fare qualcosa agli antipodi di quello che siamo è stata la nostra sfida umana, prima ancora che artistica. Reputo il video molto bello perché veramente racconta del fatto che noi ci siamo presi di coraggio contro le nostre paure. È quello che ci auguriamo per noi stessi e un po’ per tutte le persone: prendere in mano le proprie paure, guardarle in faccia e lasciarsi andare”.

“Devo dire che nel momento in cui effettivamente ci siamo lanciati, la sensazione di libertà è stata la cosa per me personalmente più preziosa di questo progetto. È stata una sensazione che ci teniamo a trasmettere per incoraggiarci e incoraggiare le persone che ascoltano il brano. Vogliamo dire di buttarsi nelle cose e di essere liberi, che è un po’ il desiderio dell’uomo in generale ma soprattutto nostro”, conclude Lorenzo Fragola. “L’obiettivo del videoclip non è far vedere come è bello il cielo ma mostrare come sto io quando sto affrontando una paura”, chiosa da ultimo Mameli. “E questo lo ottieni solamente essendo sincero”.

Foto e cover singolo da Ufficio Stampa