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Il Messaggero

Un gioiello nascosto nel cuore di Roma

Tra i parchi più affascinanti di Roma, Villa Torlonia custodisce un luogo che sembra uscito da una fiaba: il Museo delle Civette, un angolo magico capace di trasportare i visitatori in un’altra epoca. Questa dimora particolare, conosciuta come Casina delle Civette, fu per anni la residenza del principe Giovanni Torlonia Jr., che la abitò fino alla sua morte nel 1938. Inizialmente, però, la struttura non era affatto così: le sue origini risalgono al 1840, quando l’architetto Giuseppe Jappelli la progettò come una “Capanna Svizzera”, un rifugio rustico e nascosto, perfetto per allontanarsi dall’ufficialità della residenza principale.

Foto: Alessia Malorgio

Dalla Capanna Svizzera al Villino delle Civette

La trasformazione della casina inizia nel 1908, quando Giovanni Torlonia Jr. decide di darle un volto completamente nuovo. L’edificio originale, pensato come un semplice chalet alpino, si evolve in una residenza raffinata grazie all’architetto Enrico Gennari: finestre ampie, logge, torrette, porticati e colorate maioliche prendono il posto della rustica semplicità iniziale. In quegli anni nasce anche il soprannome che la renderà famosa: “Villino delle Civette”. Il nome deriva da una vetrata realizzata nel 1914 da Duilio Cambellotti, che raffigura due civette stilizzate immerse tra tralci d’edera, un simbolo che diventerà ricorrente in tutta la dimora.

Foto: Alessia Malorgio

L’impronta liberty e i dettagli decorativi

Nel 1917, l’architetto Vincenzo Fasolo porta il progetto a un livello successivo, introducendo un tocco di stile Liberty che ancora oggi caratterizza il complesso. Le linee si fanno morbide, le torrette si arricchiscono di dettagli e i materiali impiegati si moltiplicano: legni pregiati, maioliche policrome, vetri colorati e marmi intarsiati. La scelta di utilizzare lastre di lavagna grigia per i tetti, in contrasto con le tegole in cotto smaltato, crea un effetto visivo unico che distingue la Casina dalle altre residenze romane. Ogni elemento è curato nei minimi particolari, restituendo un’armonia architettonica che affascina ancora oggi.

Foto: Alessia Malorgio

Il declino, l'abbandono e la rinascita

Dopo la morte del principe Torlonia, la Casina attraversa anni difficili. Durante l’occupazione anglo-americana del 1944, l’edificio subisce i primi gravi danni e, quando nel 1978 il Comune di Roma acquisisce Villa Torlonia, la struttura è ormai in uno stato di forte degrado. Come se non bastasse, nel 1991 un incendio devasta ulteriormente gli interni, compromettendo parte delle decorazioni originali. Nonostante tutto, la storia della Casina non finisce qui: nel 1992 inizia un imponente lavoro di restauro, durato cinque anni, che riporta il complesso al suo antico splendore.

Foto: Alessia Malorgio

Un museo unico da visitare

Oggi la Casina delle Civette è diventata il Museo delle Civette, una delle mete più affascinanti di Roma per chi ama l’arte, l’architettura e la storia. Passeggiare tra le sue stanze significa fare un viaggio nel tempo: mosaici, stucchi, vetrate e intarsi raccontano la passione di Giovanni Torlonia per l’esoterismo e il simbolismo. Immerso nel verde di Villa Torlonia, questo luogo è perfetto per chi cerca un angolo silenzioso e incantato, lontano dal caos cittadino.

Foto: Alessia Malorgio